La presentazione della Lexus LF-ZC Concept durante il recente Japan Mobility Show potrebbe rappresentare un vero e proprio punto di svolta per Toyota. La sua produzione dovrebbe iniziare per il 2026, a meno di improvvise modifiche della strategia full electric del marchio e si tratterà del primo modello ecologico ad essere prodotto su una piattaforma nuovissima, facendo da battistrada per l’introduzione di tecnologie di nuova generazione.
Dotata di steer-by-wire dell’azienda, la nuova vettura avrà un’autonomia di circa mille chilometri, senza alcuna necessità di dover sfruttare accumulatori particolarmente voluminosi, bensì progettati con una nuova chimica. Una direzione che, peraltro, è la stessa intrapresa da molti concorrenti, intenzionati a puntare sull’innovazione per cercare di prevalere in una competizione che si preannuncia estremamente complicata.
Simon Humphries, Chief Branding Officer di Lexus, ha dichiarato che la casa automobilistica ha deciso appositamente di adottare un design da berlina. Il motivo è da ricercare nel fatto che in tal modo proprio la particolare forma della carrozzeria ha costretto gli ingegneri ad aguzzare l’ingegno al fine capire il modo migliore per conseguire gli obiettivi di autonomia all’interno di rigidi vincoli di packaging. Ne è appunto derivata la riduzione al minimo di tutti i componenti principali, dallo sterzo (con l’adozione dello steer-by-wire digitale) all’unità HVAC.
Inoltre, il modello in questione è diventato lo strumento ideale ai fini di una riprogettazione di tutto il processo produttivo. Un nuovo processo in cui saranno adottati metodi più snelli, tecniche di megacasting e maggiore integrazione tra organi meccanici e software.
Toyota e l’innovazione, un binomio destinato a proseguire nel futuro
Nel corso della recente kermesse di Tokyo, Toyota ha invitato diversi media internazionali per presentare le innovazioni cui ha messo mano nel corso degli ultimi tempi. A partire da una “trasmissione manuale” simulata per le auto elettriche e un assistente AI avanzato in auto. A margine ha inoltre provveduto a rendere note le sue strategie per quanto riguarda le batterie, che saranno messe in campo nel corso dei prossimi anni, nell’evidente intento di posizionarsi al meglio sul mercato.
Dirigenti e ingegneri hanno comunque mostrato una certa cautela nella presentazione di queste ultime, in particolare cercando di evitare dettagli. Al tempo stesso, la casa ha inteso ribadire che l’azienda è tutt’altro che intenzionata a portare avanti una strategia reputata fallimentare, quella che prevede l’utilizzazione di grossi pacchi batteria al fine di aumentare l’autonomia dei propri modelli.
È stato Takashi Watanabe, nel corso di una tavola rotonda coi giornalisti, ad affrontare il tema. Lo ha introdotto partendo dalla consapevolezza del fatto che Lexus, e Toyota nel suo complesso, sono in ritardo rispetto alla concorrenza. Un parere reso necessario dalla somiglianza, per taluni versi, tra la LF-ZC e la Mercedes EQE. Insistendo però sul fatto che i mutamenti della situazione sono sempre più rapidi. Se l’adozione a livello globale dell’auto elettrica non è uniforme, l’azienda non intende comunque rimanere indietro nella corsa.
ha poi aggiunto che la discussione all’interno di Toyota non è incentrata sull’adeguatezza di un’autonomia pari a mille chilometri, bensì sul fatto che essa rappresenti un vero e proprio standard. Una discussione risoltasi con un parere positivo e con la decisione di utilizzare allo scopo accumulatori da 80 kWh, al massimo.
La strategia sulle batterie è un aspetto chiave per la competizione
Occorre sottolineare come Toyota stia assumendo le decisioni puntando su ragionamenti non inclini al fondamentalismo. In particolare, prendendo atto di un fatto che sembra ormai evidente: se i modelli green sono in grado di produrre una minore quantità di emissioni nocive rispetto ai motori termici, al tempo stesso le batterie che li alimentano danno vita ad una filiera che rischia di vanificarne i vantaggi ambientali. Per riuscire a conseguire risultati degni di nota in tal senso, è quindi necessario adottare un approccio più sostenibile, teso a limitare i consumi della stessa.
Proprio su questo tema è stato quindi incentrata una parte dell’incontro con i media, che aveva avuto peraltro un’anticipazione nel passato mese di settembre. Come base dei suoi propositi in tema di batterie, Toyota ha indicato come riferimento le attuali batterie agli ioni di litio da 64 kWh prodotte da Panasonic, le quali sono montate sulla bZ4X e sono in grado di conseguire un’autonomia pari a 615 chilometri, almeno stando al sistema di valutazione CLTC. Secondo la casa nipponica, queste soluzioni necessitano di circa mezz’ora per essere ricaricate rapidamente dal 10% all’80%.
Le batterie del futuro
Risultati che, però, rischiano di essere eclissati dalle future batterie Toyota, prismatiche agli ioni di litio di nuova generazione. Questi prodotti, infatti, possono vantare un’autonomia doppia rispetto a quelle della bZ4X, garantendo al contempo una riduzione dei costi del 20% circa e tempi di ricarica analoghi, ma ottenibili in soli 20 minuti. Le Performance, questo il loro nome, dovrebbero essere immesse sul mercato nel 2026, in due formati, per SUV e modelli sportivi più piccoli.
Toyota, peraltro, sta lavorando nel preciso intento di riuscire a migliorare la densità energetica di queste batterie e utilizzare nuove architetture, in modo da ottenere ingombri minori. In un secondo momento, la casa dovrebbe poi dedicarsi al lancio di una versione “popolare” di queste batterie, in cui le celle saranno al litio-ferro-fosfato (LFP), quindi più economiche.
Una strategia che, del resto, è nei piani anche di molti marchi concorrenti, tra cui Tesla, Rivian, BYD e Ford. Questi alimentatori dovrebbero essere in grado di assicurare il 20% in più di autonomia rispetto a quella evidenziata dalla bZ4X. Cui si andrebbe ad aggiungere un costo inferiore del 40% e tempi di ricarica intorno ai 30 minuti. Anche per queste batterie i tempi di lancio si vanno a collocare tra il 2026 e l’anno successivo.
Le batterie allo stato solido
Infine, le batterie allo stato solido, su cui Toyota (e non solo) sta puntando con grande forza. In questo caso, l’obiettivo che si prefigge l’azienda giapponese è di conseguire un aumento in termini di autonomia pari al 20% nei confronti di quella che è tipica per le batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni, con tempi di ricarica limitati ad appena 10 minuti.
In questo caso, però, non sono ancora stati resi noti i costi previsti per le unità allo stato solido. L’unica cosa che è trapelata sinora dall’interno dell’azienda è l’intenzione di commercializzarle in un arco temporale che dovrebbe andare dal 2027 al 2028. La casa ha comunque chiarito di aver ormai superato i problemi che erano emersi in precedenza proprio in relazione alla loro effettiva durata.
Occorre peraltro aggiungere che i piani i quali sono stati resi pubblici sono il risultato di un esame della situazione tale da obbligare a non dare nulla per scontato. Non è quindi da escludere che possano essere oggetto di modifiche e rimaneggiamenti man mano che il mercato delle auto elettriche si assesterà.