Toyota punto tutto sull’idrogeno: “Ricostruiremo la storia”

Francesco Armenio Autore Automotive
Secondo Toyota, l’alternativa migliore all’elettrico è l’idrogeno, su cui intende puntare tutto, specialmente nel settore dei trasporti.
Toyora Mirai

Toyota non ha mai creduto veramente nelle auto elettriche. Una visione di Akio Toyoda che gli è costata il posto di amministratore delegato. Dopo l’arrivo del nuovo CEO, il marchio ha puntato anche sui veicoli elettrici, senza però ottenere molto successo. La casa automobilistica giapponese crede più nelle altre alternative come l’idrogeno, comprese le celle a combustibile. Fino ad ora, con il lancio della Mirai, le vendite sono state limitate a causa della carenza di infrastrutture di rifornimento e per le critiche sull’impatto ambientale legate alla produzione di idrogeno. Per questo motivo, il marchio intende cambiare strategia.

Toyota vuole puntare sull’idrogeno e i mezzi pesanti: “Sarà una valida alternativa che aiuterà il settore”

Punti ricarica Toyota Mirai

Thiebault Paquet, responsabile dell’idrogeno per Toyota in Europa, ritiene fondamentale continuare lo sviluppo per produrlo in modo più pulito: “Per quanto riguarda i mezzi pesanti, abbiamo bisogno di alternative ai veicoli elettrici e l’idrogeno potrebbe essere la soluzione ideale”, ha dichiarato Paquet ai microfoni di Autocar. “Dobbiamo sviluppare sia il prodotto che l’infrastruttura allo stesso tempo. Dobbiamo evitare gli errori del passato. Se partiamo da questo presupposto, possiamo ricostruire la storia”.

Paquet ha affermato l’importanza di iniziare dai mezzi pesanti: “Se partiamo dai camion, la richiesta sarà tale da poter rendere più accessibile questa tecnologia e sfruttarla anche per altri settori, come i veicoli commerciali e le automobili. L’idrogeno è un’ottima alternativa è arriverà sul mercato, ne siamo convinti”.

Toyota Mirai

L’Unione Europea prevede che l’idrogeno rappresenterà tra il 13 e 20% del mercato entro il 2050. L’obiettivo è quello di aprire stazioni di rifornimento di idrogeno in ogni città e ogni 200 chilometri lungo le principali reti stradali. Sebbene queste, in una prima fase, saranno destinate ai camion, potrebbero favorire lo sviluppo di una rete anche per le automobili in futuro.

Paquet ritiene che, diversamente dall’elettricità, l’idrogeno liquido è facilmente trasportabile anche in zone dove non può essere prodotto: “In Europa dovremo sempre importare idrogeno, ma ci sono regioni nel mondo che possono produrre idrogeno rinnovabile in abbondanza, ed è semplice da trasportare. In questo modo può essere una valida alternativa anche per le zone dove manca elettricità”.

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