Nonostante le tante polemiche in atto, l’obiettivo di abbattere completamente le emissioni nocive non è messo in discussione da nessuno. Anche chi afferma che occorre realizzare una roadmap effettivamente sostenibile a livello produttivo, senza mettere in pericolo l’industria automobilistica, non si sogna minimamente di affermare che tale obiettivo vada tolto dal tavolo di discussione. Anche perché non sarebbe compreso da un’opinione pubblica sempre più allarmata dalle devastanti conseguenze del mutamento climatico in atto.
Occorre ricordare, però, che un obiettivo di questa portata, per riuscire a dare concreti vantaggi in termini di sostenibilità, deve essere conseguito non solo allo scarico, bensì lungo tutto il ciclo di vita di un’auto elettrica. Un ciclo che, occorre ricordarlo, inizia dall’estrazione delle materie prime e termina con il riciclo dei componenti. E tra coloro i quali sono decisi a dare risposte in tal senso, un ruolo di spicco spetta senz’altro a Toyota.
Da Toyota arriva il metodo per un riciclo delle batterie elettriche a zero emissioni
Il gruppo automobilistico più grande del mondo non si nasconde, nell’indicazione delle misure che intende mettere in campo al fine di rendere possibile un modello di mobilità sostenibile e, soprattutto, a zero emissioni. A lavorarci, al suo interno, è la sua divisione Chemical Engineering, cui si deve lo sviluppo di un nuovo metodo per il riciclaggio delle batterie, contraddistinto dalla pratica assenza del rilascio di gas serra.
![Batterie per auto elettriche Toyota](https://www.clubalfa.it/automobili/photos/2025/02/batterie-auto-elettriche-toyota.jpeg)
Per capire meglio di cosa si stia parlando, occorre però fare un passo a ritroso. Partendo dal fatto che, ad oggi, le batterie che sono giunte alla conclusione del proprio ciclo di vita sono trattate all’interno di un impianto di incenerimento. Operazione la quale avviene prima della raccolta dei metalli rari per un ulteriore ciclo di lavorazione.
La stessa Toyota, al riguardo, aggiunge che il processo di combustione è caratterizzato dalla perdita di alcuni materiali riciclabili, cui si abbina la produzione e il rilascio di quantità estremamente significative di CO2. Inconvenienti cui gli ingegneri della casa nipponica hanno pensato di ovviare con un sistema diverso.
Come funziona il procedimento?
Il nuovo procedimento ideato nei laboratori di ricerca Toyota, parte da una premessa: “Il fluido elettrolitico presente nelle batterie, che favorisce il movimento degli ioni, è altamente infiammabile. Per eliminare il rischio di incendio durante la lavorazione, questo liquido elettrolitico viene distillato ed estratto. Le celle della batteria vengono poi sminuzzate, selezionate e reimmesse nel processo produttivo. Le parti recuperate sono pezzi di grandi dimensioni contenenti alluminio o ferro o la cosiddetta ‘massa nera’, una polvere contenente vari metalli rari. Le materie prime recuperate vengono poi ulteriormente lavorate da aziende partner per la produzione di nuove batterie”.
![Batterie per auto elettriche Toyota](https://www.clubalfa.it/automobili/photos/2025/02/Batterie-per-auto-elettriche-Toyota-1.jpg)
Ne consegue un vero e proprio mutamento di paradigma, tale da prefigurare la possibilità di una rivoluzione all’interno di un settore che è del resto obbligato ad adeguarsi alle nuove regole indicate dall’Unione Europea nel preciso intento di riuscire ad aumentare la produzione di batterie Made in UE. Un intento che risponde alla necessità di svincolarsi rispetto alla pericolosa dipendenza con gli alimentatori provenienti dalla Cina, che stanno ormai dominando a livello mondiale, contando anche sul fatto che proprio il Paese del Dragone può far leva conto non soltanto sulle terre rare presenti all’interno del suo vastissimo territorio, ma anche sui proficui rapporti con gli altri Paesi che le posseggono.
A commentare quanto sta accadendo nei laboratori del gruppo giapponese è Yumi Otsuka, che ricopre il ruolo di Chief Sustainability Officer nel suo organico. Queste le parole rilasciate al proposito: “È fondamentale considerare il ciclo di vita di un’auto in modo olistico. Un’economia circolare più completa contribuisce sia a ridurre le emissioni di CO2 sia a creare nuove opportunità di business”. Nuove opportunità che Toyota non sembra intenzionata a lasciarsi scappare.