Quali sono le auto prodotte in Italia nel 2024? Il panorama nazionale, in costante evoluzione, è attualmente al centro di un acceso dibattito politico. La questione fondamentale consiste nel braccio di ferro in corso fra il Governo e Stellantis circa i dati sulla produzione di auto e veicoli in Italia. Da un lato, l’esecutivo, capitanato da Giorgia Meloni, accusa il gruppo di aver concentrato le sue attività principalmente in Francia; un motivo di preoccupazione, visto il peso da sempre avuto dall’industria dei motori lungo la nostra penisola. Dall’altra parte, il conglomerato risponde alle accuse con i piani di investimento annunciati, sottolineando il significativo contributo alla produzione complessiva nel Belpaese.
Entrambe le fazioni paiono irremovibili sui propri passi. Le parole della premier hanno inasprito già un clima piuttosto teso, anche a causa dei duri attacchi mossi da esponenti della classe politica estranei alla maggioranza. Nello specifico, Carlo Calenda ha usato toni duri e severi. In passato, il leader di Azione era andato anche a fare visita a Magneti Marelli, una delle principali realtà colpite dalle ultime strategie di Stellantis. Di recente, lo stesso Calenda ha mosso delle critiche altrettanto pesanti verso il gigante dell’automotive, fondato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe.
Che la Francia venga privilegiata rispetto all’Italia sembra, a onor del vero, un fatto inconfutabile. Benché i valori demografici dei due Paesi siano molto simili, le risorse finanziarie immesse in territorio d’oltralpe sono superiori. La tesi prevalente vuole che si tratti giusto di una questione politica, giacché lo Stato francese possiede delle rilevanti quote societarie. Frutto del passato tormentato di Peugeot, quando, ridotto ormai al lastrico, l’azienda del Leone accettò di scendere a patti con la classe politica. In cambio del finanziamento, accettò di destinarle parte del controllo. E il lascito di allora lo si nota tuttora in maniera preponderante.
Le probabilità che qualcosa di simile accada con riferimento allo Stivale sono pressoché inesistenti. Sollecitato sull’eventualità, John Elkann ha sbarrato la porta. Un’operazione del genere – ritiene il rampollo della famiglia industriale – avrebbe senso esclusivamente in una situazione di crisi. Invece, i numeri positivi riscossi da Stellantis evidenziano una differente realtà. Ma qualora allargassimo lo zoom, cosa avremmo da dire circa la situazione attuale delle auto e dei veicoli realizzati in Italia? È quanto andremo a vedere nei prossimi paragrafi. In una panoramica approfondita (e speriamo esaustiva), passeremo in rassegna le varie compagnie presenti coi loro stabilimenti nella penisola italica. Buona continuazione.
Auto prodotte in Italia 2024: Abarth
L’Abarth 500e costituisce la prima incursione dello Scorpione nelle vetture elettriche. Basata, come si confà alla tradizione del marchio, su una Fiat (la 500e, naturalmente), la piccola sportiva nasce a Mirafiori, in quel di Torino. La scelta dello stabilimento evidenzia la condivisione di risorse e infrastrutture tra le realtà del gruppo.
Alfa Romeo
L’intera famiglia delle Alfa Romeo, comprese la Giulia, lo Stelvio e la Tonale, vede la luce sul territorio nazionale. Vista la grande fama nel tricolore nella realizzazione di esemplari di classe premium, il brand di Jean-Philippe Imparato vi concentra l’intera attività. La Giulia e lo Stelvio escono dalla catena di montaggio di Cassino (Piedimonte San Germano), in provincia di Frosinone. Invece, la Tonale sorge a Pomigliano d’Arco, nel Napoletano. Un’aggiunta nel comparto dei B-SUV, attesa entro la fine dell’anno appena cominciato, costituirà giusto l’eccezione. Nel caso suo, ci penserà l’impianto di Tychy, in Polonia.
Dodge
La Dodge Hornet, presentata come gemella a stelle e strisce dell’Alfa Romeo Tonale, condivide i “natali” di quest’ultima. Anch’essa è, infatti, opera degli addetti di Pomigliano d’Arco, prima di essere spedita verso gli States. Il piano attuato corrobora il peso attribuito dal conglomerato a una visione globale.
DR ed EVO
Il Gruppo DR costituisce un caso a parte. Con la particolarità di assemblare componenti cinesi Chery presso il complesso di Marchia d’Isernia, esso conta su una gamma articolata, che tocca vari segmenti. Dall’elettrica DR 1.0 EV alla nuova DR 7.0 Turbo, c’è da perdersi. La fabbricazione delle DR ed EVO è altresì localizzata a Macchia d’Isernia, il che consolida il ruolo recitato dallo Stivale nelle sinergie con operatori internazionali.
Ferrari
Qualora siate alla ricerca del simbolo di Made in Italy, lo avete proprio qui di fronte a voi. Nel corso della sua fulgida storia, i bolidi del Cavallino Rampante hanno portato la firma di Maranello, senza eccezioni. Il centro nevralgico rimane tuttora un paradiso incontaminato. Qui i sogni prendono realtà, attraverso creazioni di una qualità sopraffina quali la 812, la 296 GTB, la SF90 Stradale e la Purosangue. Si andrà avanti sulla stessa linea pure negli anni a venire. La pioniera a batteria di Ferrari, attesa per il 2025, nascerà immancabilmente nella medesima sede, a rimarcare il forte senso di appartenenza al luogo di origine.
Fiat
Passo dopo passo, mattoncino dopo mattoncino, Fiat ha ampliato i propri orizzonti. Tuttavia, alcune auto iconiche rimangono in Italia, a cominciare dalla sopracitata Fiat 500e, rappresentante della transizione verso la mobilità sostenibile, prodotta a Mirafiori, Torino, un impianto storico, “padre” della Nuova 500. In aggiunta, la Fiat 500X, un crossover di dimensioni ridotte, viene completata a Melfi, in provincia di Potenza, accanto alla “cugina” marchiata Jeep. Per concludere, la Fiat Panda attualmente in produzione è affidata a Pomigliano d’Arco, mentre la prossima generazione è stata commissionata alla maestranza serba.
ICKX
Il fuoristrada ICKX K2, parte del Gruppo DR, si basa, a sua volta, su un veicolo cinese e lascia la catena di montaggio di Macchia d’Isernia, a testimonianza della collaborazione instaurata con lo Stato asiatico.
Jeep Renegade
Inizialmente assemblata presso l’impianto messicano, la Jeep Renegade è stata successivamente trasferita a Melfi, al fine di diversificare le attività del marchio al di fuori degli Stati Uniti. La Jeep Compass accompagna il suo percorso.
Lamborghini
Paragonabili alla Ferrari, le Lamborghini racchiudono l’essenza delle auto prodotte in Italia. Quindi, nonostante la proprietà straniera (fa parte del gruppo Volkswagen), l’Urus, la Revuelto e la futura Lanzador rientrano nella schiera delle meraviglie della Motor Valley.
Maserati
Complice le risorse e le opportunità garantite da Stellantis, il marchio Maserati ha un deciso spirito “patriottico”. La MC20 è frutto del know-how e dell’ingegno della manodopera modenese. Mirafiori “sforna” la Levante, la Ghibli, la Quattroporte e la futura GranCabrio. La Grecale, un SUV compatto, intraprende il suo viaggio verso il resto del mondo da Cassino, condividendo l’architettura Giorgio insieme alle Alfa Romeo Giulia e Stelvio.
Pagani
La Pagani, rinomata in ogni angolo del pianeta, realizza l’intera gamma, incluse la Huayra e l’Utopia, a San Cesario sul Panaro, nel modenese.
Sportequipe
Con la freschezza e il brio tipici della gioventù, l’arrembante Sportequipe sfoggia una personalità sportiva. Appartenente al Gruppo DR, le rispettive proposte sono delegate a Macchia d’Isernia.
Gli altri produttori
A conferma di quanto le auto siano un elemento culturale in Italia, i modelli super esclusivi costituiscono una parte focale del territorio. Si prenda ad esempio Automobili Pininfarina, autrice dell’hypercar Battista, capace di sprigionare 1.900 CV e 2.340 Nm di coppia, fabbricata a Cambiano, nel Torinese. A Varano de’ Melegari, nel Parmigiano, Dallara, icona del motorsport, “scolpisce” la Stradale. Modena è la “città natale” anche delle Ares, mentre Automobili Amos affonda le radici a Varese, Mazzanti a Pisa e Totem Automobili a Marcon (Venezia).