Nonostante si trovi nel pieno della battaglia per l’elettrificazione e contro le emissioni nocive, l’Unione Europea non sembra intenzionata a fermarsi e riflettere sulle lamentele provenienti da più parti. Lamentele che sono in effetti destinate a impressionare non poco un’opinione pubblica che inizia a mostrare chiari segnali di rigetto nei confronti non tanto dell’auto elettrica, quanto delle modalità con cui l’establishment europeo vuole imporla.
Ora, infatti, i burocrati di Bruxelles sembrano pronti ad aprire un nuovo fronte di guerra. In questo caso, l’avversario da battere è l’inquinamento acustico, con l’annuncio delle nuove normative previste per il 2025. Un fronte sicuramente condivisibile, alla luce di un semplice dato: si stima, infatti, che 113 milioni di europei siano esposti a lungo termine a livelli di rumore del traffico, durante le fasce diurna/serale/notturna, di almeno 55 decibel. Anche in questo caso, però, occorre vedere se l’UE si muoverà alla stregua del classico elefante nella cristalleria, come temuto da più parti.
Inquinamento acustico, l’UE intende aprire un nuovo fronte di guerra
Bruxelles ha di recente annunciato l’apertura entro il 2025 di un nuovo fronte di guerra, quello contro le emissioni acustiche di cui sono responsabili tutti i veicoli che percorrono nel corso della giornata le arterie stradali disseminate lungo il territorio. Una vera e propria guerra al rumore che è sicuramente giusta, considerati i dati che si conoscono al proposito.
Basti pensare in tal senso alla relazione sul rumore dell’EEA che ha esaminato il rumore proveniente da strade, ferrovie, aeroporti e industria, secondo la quale il traffico stradale è di gran lunga la principale fonte di inquinamento acustico in Europa. Non meno di un cittadino europeo su cinque è attualmente esposto a livelli di rumore del traffico stradale che sono ritenuti dannosi per la salute. Un numero che è ancora più elevato nelle aree urbane, dando luogo ad un problema diffuso nella maggior parte delle città d’Europa.
La stessa EEA, stima che l’esposizione a lungo termine al rumore ambientale sia alla base di 12mila morti premature e contribuisca ogni anno a 48mila nuovi casi di cardiopatie ischemiche lungo tutto il continente. E, ancora, si stima che 22 milioni di persone soffrano di forte fastidio cronico e 6,5 milioni di rilevanti disturbi cronici del sonno.
Inquinamento acustico, cosa afferma l’OMS
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’esposizione a lungo termine a questo livello di inquinamento acustico è in grado di avere un impatto negativo sulla salute. L’organizzazione afferma che le conseguenze sulla salute iniziano a manifestarsi anche al di sotto del livello di rumore di 55 decibel per le fasce diurna/serale/notturna e al di sotto del livello di rumore di 50 decibel per la fascia notturna. Ovvero quelle che sono le soglie di segnalazione stabilite dalla direttiva sul rumore ambientale dell’UE.
Probabilmente, quindi, si tratta di cifre sottostimate. Senza contare che le informazioni fornite dai Paesi ai sensi del diritto comunitario non vanno a coprire tutte le aree urbane, le strade, le ferrovie e gli aeroporti, né tutte le fonti di rumore.
Una situazione quindi estremamente preoccupante, sulla quale l’Unione Europea ha deciso di non poter assistere passivamente. Si attendono quindi nuove normative sul tema, che potrebbero arrivare entro la fine di un anno caratterizzato dalla pressione per la transizione a forme di mobilità più sostenibile.
A rimetterci maggiormente potrebbero essere le moto
Occorre sottolineare che nel caso dell’inquinamento acustico, chi ci potrebbe rimettere maggiormente sono le moto. Nel loro caso, infatti, l’attuale normativa risale al 2016. E nel frattempo, l’Unione Europea ha modificato tutti i protocolli di misurazione per i veicoli a due ruote. E quella che è destinata ad entrare in vigore da gennaio 2025 promette in effetti di far letteralmente impazzire i produttori.
La normativa di cui si parla, infatti, non riduce le soglie di rumore che i veicoli possono generare. Va invece a proporre test molto più rigidi sul rumore dei veicoli, sia in ambienti urbani che rurali. Un nuovo modus operandi a seguito del quale i test andranno a misurare il rumore delle moto fino all’80% della loro velocità massima. Le misurazioni, inoltre, verranno effettuate anche su tutte le marce del veicolo, altra novità che terrorizza le case costruttrici. La sua presenza, infatti, renderà molto difficile il superamento delle soglie di rumore stabilite dalla normativa.
Sinora, l’opera di contrasto all’inquinamento acustico è stata delegata ai consigli comunali. In molti casi, come a Parigi o Amsterdam, viene già utilizzata una nuova generazione di radar antirumore dotati di telecamere i quali rilevano i veicoli che superano le soglie di rumore, inviando una multa ai proprietari. Multe che possono essere molto salate quando si produce rumore eccessivo in prossimità di scuole o ospedali, sino allo stop della circolazione per il veicolo incriminato. Col nuovo regolamento, tutto ciò potrebbe diventare una consuetudine.