Un kit fai-da-te per trasformare la tua auto in elettrica: costa solo 3.000 euro

Ippolito V
Un ragazzo di 21 anni ha realizzato un kit fai-da-te per convertire l’auto benzina/diesel in elettricha, a prezzi accessibili.
Kit fai da te per auto elettrica

Alexander Burton. Segnatevi il nome, perché il mondo delle auto potrebbe aver compiuto un importante passo avanti verso l’alimentazione elettrica. Lo studente di design australiano ha, infatti, sviluppato un kit prototipo in grado di convertire le vetture a benzina o diesel in ibride elettriche, tenendo sotto controllo i costi. L’accessibilità è una delle chiavi di punta del progetto, insignito del prestigioso James Dyson National Award.

Il nome del kit innovativo è REVR (Rapid Electric Vehicle Retrofits) e rappresenta un’alternativa più economica e semplice rispetto ai classici sistemi di conversione in auto elettrica, che di solito richiedono intorno ai 30 mila euro. Dato l’alto costo, la soluzione tradizionale è per lo più riservata a veicoli classici e di pregio. In effetti, la stessa cifra consentirebbe di acquistare una nuova BEV, come ad esempio la Fiat 600e. Optare per questa soluzione per un veicolo di livello medio o addirittura un’utilitaria sarebbe poco saggio, a meno di un forte legame emotivo con il veicolo.

Tuttavia, se l’idea di Burton si concretizzasse, i conducenti ne trarrebbero solo vantaggio. Senza disporre delle risorse di un’azienda specializzata, il giovane ha trovato un modo per raggiungere il suo obiettivo con un investimento contenuto. Nei paragrafi successivi, vedremo cosa comporta esattamente, analizzando i dettagli. Cercheremo di capire la metodologia precisa applicata dal giovane inventore e, in secondo luogo, esploreremo le possibili prospettive aperte dalla scoperta, in grado di dare una nuova dimensione al processo di conversione, interessando anche le famiglie “normali” impossibilitate ad acquistare una nuova auto elettrica.

Come trasformare l’auto in elettrica con un kit fai-da-te

Kit fai da te per auto elettrica

Con l’aumento dell’inflazione, sostenere alcune spese è diventato fuori portata per molti “comuni mortali”. Lo abbiamo notato anche nell’industria automobilistica, in particolare con le vetture elettriche (BEV). Nonostante gli sforzi compiuti dagli operatori del settore, nessuno è ancora riuscito a portare sul mercato un modello low cost, intorno ai 15 mila euro, per intenderci. L’obiettivo sembra essere lontano anni luce, anche se sono stati fatti notevoli progressi. Attualmente, le proposte più accessibili sul mercato sono la Dacia Spring e la Renault Twingo, disponibili a partire da 21 mila e 22 mila euro rispettivamente. In futuro, con l’arrivo dei produttori cinesi, potremmo assistere a ulteriori riduzioni di prezzo, anche se si tratta al momento di mere speculazioni.

Tuttavia, oggi più che mai, con l’Unione Europea che ha deciso di aprire un’indagine sulle politiche di Pechino, accusando il governo cinese di utilizzare sovvenzioni che danneggiano la concorrenza, la situazione è incerta. Il governo cinese ha respinto tali accuse, gridando al protezionismo. Nel frattempo, è stata avvistata in Germania la Hyundai Casper, il che potrebbe segnalare il suo arrivo in Europa il prossimo anno, anche se il produttore sudcoreano finora non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito.

Tuttavia, la vera domanda che si pongono molte persone è se ci sia un modo per evitare le restrizioni imposte dalle amministrazioni locali. Di recente, Milano ha concesso un’eccezione all’interno dell’Area B per i veicoli diesel Euro 5, ma l’obiettivo principale è quello di ridurre drasticamente il numero di veicoli circolanti a favore di soluzioni meno impattanti sull’ambiente. La tendenza è in atto anche in altre città. Secondo le parole del presidente del gruppo Renault, Luca de Meo, il treno è ormai partito e non può più essere fermato. Ciò vale sia per i protagonisti dell’industria automobilistica che per i conducenti. Potrebbero persino essere grati a Burton per la sua brillante intuizione, che potenzialmente potrebbe riscrivere le regole del gioco.

REVR: com’è e in cosa consiste

Finora ne abbiamo parlato solo superficialmente. È giunto il momento di comprendere appieno le premesse dell’iniziativa attuata dagli autori. Il processo tradizionale prevede, innanzitutto, la rimozione del motore a combustione interna e di ciascuna delle sue componenti, come il cambio e i freni idraulici, per sostituirli con batterie e motori elettrici. Al contrario, REVR mantiene intatti tutti gli elementi con l’auto elettrica. Invece di intervenire su di essi, con i costi destinati inevitabilmente a salire, un potente motore assiale a flusso viene posizionato tra le ruote posteriori della vettura insieme ai freni a disco.

Inoltre, la batteria e il sistema di controllo vengono collocati nel vano della ruota di scorta o nel bagagliaio. In aggiunta, sotto il cofano sono integrate delle parti aggiuntive facilmente reperibili, come il servosterzo e il freno, oltre al riscaldatore elettrico e l’aria condizionata. Il kit impiega un motore a flusso assiale e un sistema di rilevamento della posizione del pedale dell’acceleratore, in modo da controllare sia l’accelerazione sia la frenata, evitando di modificare l’impianto frenante idraulico.

Secondo l’autore, il prodotto potrà essere offerto a circa 3 mila euro e reso compatibile con praticamente qualsiasi tipo di veicolo. Alexander Burton è uno studente di design industriale e ingegneria di sistemi sostenibili presso la RMIT University di Melbourne. Tuttavia, gran parte del lavoro sostenuto per REVR è stato svolto al di fuori del programma accademico. Le origini risalgono a alcuni anni fa, quando lui e suo padre iniziarono a valutare la conversione del loro veicolo di famiglia, una Toyota del 2001 definita robusta e affidabile.

La metodologia convenzionale venne, però, scartata poiché troppo costosa e inaccessibile. Burton si è quindi prefissato di fornire una soluzione accessibile a chiunque si trovi nella sua stessa situazione. Allo stesso tempo, mira a contribuire alla riduzione delle emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili e dalla produzione di veicoli elettrici. A tal proposito, l’Università di Harvard ha evidenziato in uno studio recente che le vetture elettriche hanno anch’esse un impatto ambientale considerevole. La quantità di CO2 emessa durante la realizzazione delle batterie è notevole, tanto che la soglia minima di percorrenza per riscontrare dei benefici è di almeno 45.000 chilometri.

Autonomia di 100 km

Grazie a REVR, le persone avranno la possibilità di prolungare la vita delle loro auto esistenti, convertendole in ibride elettriche con un’autonomia a zero emissioni di 100 km, prima di dover fare affidamento sul propulsore a combustione interna. Burton ritiene che si tratti di un modo efficace per ridurre in modo significativo le emissioni senza apportare drastici cambiamenti al veicolo. Anche se lo sviluppo è ancora nelle fasi iniziali, il progetto è stato così promettente da guadagnare a Burton il titolo di vincitore del concorso James Dyson Award for Exceptionalism in Student Design in Australia.

Burton prevede di utilizzare il premio di 5.300 euro per acquistare una macchina CNC e i componenti necessari per creare un prototipo funzionante. Il suo obiettivo ambizioso è convertire un milione di auto con REVR ed è aperto alla collaborazione con partner dell’industria. Tuttavia, esprime anche delle riserve riguardo al retrofitting attuale, poiché, a suo parere, molte compagnie preferiscono l’obsolescenza programmata piuttosto che cercare modi per prolungare la vita utile dei loro prodotti.

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