Un passo falso per Tesla: la ruggine del Cybertruck mina la sua reputazione

Ippolito V
Il Tesla Cybertruck non smette di far parlare di sé: i problemi di ruggine preoccupano, rischiando di danneggiare la reputazone del brand
Tesla Cybertruck

La ruggine è da sempre un problema che affligge le auto. Eppure, il Tesla Cybertruck sembrerebbe fare storia a sé, in quanto più vulnerabile rispetto alla norma. Lo avevano dichiarato i portavoce della Casa texana riguardo alla necessità di prendere delle precauzioni aggiuntive in merito, e alla prova sul campo le dichiarazioni sembrano essere corrette. Alcuni dei primi proprietari del futuristico pick-up elettrico hanno infatti notato delle macchie di ruggine e corrosione dopo brevi esposizioni alla pioggia. Questo fenomeno ha sollevato dubbi circa la resistenza a lungo termine del veicolo, pubblicizzato come un mezzo resistente e pressoché indistruttibile. Rimane da capire quali siano le cause dei problemi riscontrati dagli acquirenti, che intanto si sono già riversati sui social per esprimere tutto il proprio malumore a seguito di questa amara scoperta.

Ruggine sul Tesla Cybertruck: un problema estetico o un rischio per la sicurezza?

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Una tesi sostenuta da molti vuole che la causa sia la polvere di carbonio o comunque delle sostanze corrosive. Altrimenti, viene puntato il dito sull’acciaio inossidabile impiegato dal produttore, potenzialmente più sensibile del previsto. Qualunque sia la ragione dietro ai disagi avvertiti, Tesla ha l’obbligo di risolvere il problema in tempi brevi col Cybertruck, soprattutto perché si tratta di un mezzo costoso e chi lo sceglie auspica di poterlo utilizzare a lungo. Prendendo come riferimento il caso della Mercedes Classe G: benché le due opzioni abbiano delle differenze sostanziali, entrambe fanno della longevità un punto di forza. Il marchio tedesco ha rispettato la parola data, mentre la vettura americana desterebbe scetticismo. Qualora la ruggine diventasse un problema diffuso, rischierebbe di danneggiare la reputazione dell’azienda di Elon Musk e le relative vendite.

Per risolvere la questione, ci sarebbero una serie di contromisure da prendere in considerazione. Innanzitutto, un’idea sarebbe quella di modificare il processo produttivo in modo che l’acciaio inossidabile ne guadagni in tenuta. In secondo luogo, un’estensione di garanzia nel contratto siglato al momento dell’acquisto aiuterebbe a preservare la reputazione dell’azienda. Infine, sarebbe utile fornire ai proprietari delucidazioni sulla corretta tecnica di pulizia e sulla conservazione in perfetto stato. Finora non sono stati rilasciati comunicati in merito. Stiamo a vedere se e quali saranno i provvedimenti adottati.

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Oltre alla questione appena trattata, il Tesla Cybertruck ha ulteriori problemi da risolvere. In particolare, deve ancora ottenere il via libera per la sua commercializzazione in Europa e in Cina. Dietro il veto fin qui posto dal Vecchio Continente figurano le preoccupazioni per la sicurezza. A causa delle forme molto spigolose, l’ente comunitario teme un aumento delle vittime sulla strada, soprattutto in caso di incidenti con utenti vulnerabili come ciclisti e pedoni.

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