Vinfast, i dati sulle vendite USA sollevano non poche perplessità

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A destarle un rapporto elaborato da Barron’s, su cui è lecito riflettere
Vinfast VF8

VinFast Auto, start-up vietnamita operante nel settore delle auto elettriche, ha rappresentato un vero e proprio caso all’inizio di quest’anno. L’azienda asiatica, infatti, ha deciso di quotarsi a Wall Street, destando grande entusiasmo presso gli investitori. Un entusiasmo che ha stupito non poco, considerato come l’azienda sia controllata quasi totalmente da Pham Nhat Vuong, l’uomo più ricco del suo Paese, che detiene il 99,7% delle azioni.

Dopo un esordio scoppiettante, a seguito del quale la sua quotazione di mercato si era quadruplicata, aveva poi richiamato nuovamente l’attenzione mediatica per la clamorosa scivolata che l’aveva vista lasciare sul terreno la bellezza di 83 miliardi di dollari nell’arco di poche ore. Un trend che è poi proseguito, anche con ritmi meno intensi, tanto da portare le azioni al 53% di ribasso rispetto al prezzo battuto all’esordio.

Una caduta considerata alla stregua di un incidente di percorso, ma che avrebbe dovuto essere visionata con un atteggiamento più critico, soprattutto alla luce delle recensioni che avevano salutato il suo primo veicolo lanciato sul mercato statunitense, il SUV VF8 EV. Giudizi spesso molto severi, tali da lasciare non pochi dubbi sull’effettiva qualità del brand, soprattutto alla luce della feroce concorrenza nel settore della mobilità sostenibile.

Ora, a conferma dello scetticismo di molti addetti ai lavori, è arrivata una notizia che sembra destinata a rilanciare il dibattito intorno a Vinfast. Andiamo a vedere quindi cosa sta accadendo intorno alla casa automobilistica vietnamita.

Vinfast VF8

Vinfast ha venduto quasi 10mila veicoli nel secondo trimestre, ma…

VinFast ha rivelato di avere consegnate oltre 11.300 veicoli negli Stati Uniti, nella prima metà del 2023. Ben 9.535 di essi, però, sono stati venduti nel corso del secondo trimestre. Un dato che è stato reso noto da Reuters e che segna una clamorosa accelerazione in termini di vendite. Tale da poter spingere all’entusiasmo gli investitori alla ricerca di buone occasioni per far lievitare i propri soldi sul mercato azionario.

A frenare l’euforia, però, è un recente un rapporto di Barron’s, basato su una dichiarazione della Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente preposto alla regolamentazione dei mercati finanziari degli Stati Uniti. Secondo questo rapporto, oltre metà dei veicoli commercializzati da Vinfast negli Stati Uniti nel corso di quest’anno, sarebbero stati consegnati ad un solo acquirente.

Sin qui, nulla di male. Il problema su cui dovrebbe però iniziare a riflettere Wall Street sull’azienda vietnamita, è da ravvisare che fatto che questo unico soggetto è Green and Smart Mobility. Ovvero una società di taxi che fa parte anch’essa della galassia Vingroup cui fa riferimento Vinfast. Scavando più a fondo, si scopre poi che dei 2,3 miliardi di azioni offerte da VinFast, Vingroup ne possiede 1,2 miliardi mentre il resto del lotto è detenuto da Vietnam Investment Group. 

A rendere ancora più notevole la questione è poi il fatto che quest’ultima è guidata dall’ex presidente di Vingroup e attuale presidente del consiglio di amministrazione di VinFast e Green and Smart Mobility, Pham Nhat Vuong. La stessa persona che possiede anche circa il 51% delle azioni di Vingroup, oltre al 99,7% dei titoli di VinFast. Tutti dati i quali possono essere desunti dai documenti della SEC citati da Barron’s.

Un’operazione destinata a lasciare non pochi dubbi

Alla luce di quanto detto sinora, quindi è sicuramente vero che nel corso del primo semestre dell’anno Vinfast ha venduto oltre 11.300 veicoli. Palesando peraltro una fortissima accelerazione nel corso del secondo trimestre. Non meno vero, però, è il fatto che oltre il 60% di queste vetture sono state acquistate da Vingroup, ovvero la sua casa madre.

Tale operazione è assolutamente lecita e su questo non possono esistere dubbi di alcun genere. La questione che solleva, però, è quella relativa alla effettiva capacità di Vinfast di riuscire a vendere allo stesso modo al di fuori del proprio conglomerato aziendale.

Per cercare di riuscirci, comunque, l’azienda ha deciso di aprire le prenotazioni anche per un futuro SUV più grande, destinato anch’esso al mercato statunitense. Il suo nome dovrebbe essere VF9 e la speranza è che riesca a strappare maggiori consensi rispetto a quel VF8 che non ha certo suscitato grandi entusiasmi.

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