Vinfast, l’obiettivo di vendere 50mila veicoli quest’anno sembra una chimera

Avatar photo
A sostenerlo sono gli analisti, che puntano l’indice sui prezzi non competitivi
Vinfast

Vinfast, produttore di veicoli elettrici vietnamita, mira a vendere per quest’anno 50mila veicoli. Un piano estremamente ambizioso che, però, secondo Shifara Samsudeen, analista azionario di LightStream Research, sarebbe irrealistico. Il suo giudizio, contenuto all’interno di un rapporto sull’azienda, è stato pubblicato su SmartKarma e si fonda su dati al momento lontani dall’obiettivo.

Samsudeen ha anche ricordato come oltre la metà dei veicoli elettrici consegnato durante il primo semestre del 2023 era destinato a una società collegata, mentre il volume negli Stati Uniti era inferiore a 200 unità. Dati i quali sollevano serie preoccupazioni sulla effettiva domanda di veicoli elettrici di VinFast.

Nel passato mese di giugno, come rivelato dal fornitore di dati collegati al mondo automotive S&P Global Mobility, appena 137 veicoli elettrici VinFast, tutti SUV VF8, sono stati immatricolati negli Stati Uniti. Un dato il quale è del resto stato confermato dalla CNBC. Dati che stridono con forza di fronte agli 899.015 veicoli consegnati da Tesla e ai 300.145 di XPeng.

Vinfast VF7

Gli obiettivi di Vinfast sono irrealistici

“L’ambizioso piano EV di VinFast sembra irrealistico. Sembra improbabile che VinFast raggiunga il suo obiettivo di 50.000 EV per il 2023 e le nostre previsioni riviste suggeriscono che per il titolo ci sarà un ulteriore ribasso nonostante le azioni siano scese di oltre il 50% rispetto all’IPO.”: questo è il giudizio rilasciato da Samsudeen nel suo rapporto.

Richiesta di un parere su questa analisi da parte di CNBC, l’azienda ha affermato che sta aumentando la produzione per garantire gli obiettivi di consegna sui mercati internazionali. Inoltre, ha aggiunto che conta di affermarsi sui mercati del sud-est asiatico, al fine di poter conseguire i risultati previsti.

Una fiducia che potrebbe però essere solo di facciata. Nel frattempo, infatti, non sono ancora stati conseguiti profitti. Una situazione che si è andata a riflettere sulla quotazione del titolo, il quale ha iniziato la navigazione il passato 15 agosto a Wall Street, tra grandi entusiasmi. Dopo il primo giorno di negoziazioni, in cui è salito del 250%, ha perso il 60% del suo valore.

Le ambizioni della casa sono molto forti

Il piano predisposto da Vinfast prevede di portare la sfida alle altre case automobilistiche a livello globale. Per poterlo fare, però, deve intensificare la sua espansione fuori dai confini nazionali. Lo ha ricordato Lê Thị Thu Thủy, CEO di VinFast, nel corso della conferenza stampa seguita alla pubblicazione dei dati relativi al secondo trimestre.

In questa ottica sono state quindi create le strutture operative, compresa la rete di vendita in Vietnam, Nord America e Europa. Mentre è in programma l’espansione della copertura in direzione di Asia-Pacifico, Medio Oriente e altri potenziali mercati globali. Lo stesso Lê ha poi aggiunto: “Abbiamo piani ambiziosi per consegnare sette modelli in Vietnam, Nord America, Europa e Asia tra il 2023 e il 2024, come la consegna del VF9 in Nord America entro la fine dell’anno, oltre a puntare alla prima consegna del VX6 nel prosieguo di quest’anno e del VX7 e il VF3 nel 2024”.

A complicare i piani di Vinfast, però, non sono soltanto Tesla e gli altri produttori tradizionalmente dediti alle auto elettriche. Anche le case automobilistiche tradizionali si stanno sempre più concentrando sui veicoli green. Una concorrenza che obbliga il produttore vietnamita a pensare in grande, come dimostra l’inaugurazione dello stabilimento in South Carolina, avvenuto a luglio. Un sito che potrà produrre sino a 150mila veicoli all’anno.

Vinfast: i problemi negli Stati Uniti

Proprio negli Stati Uniti, però, Vinfast ha dovuto affrontare non pochi problemi, tali da ritardarne l’espansione. A partire dal ritardo nelle consegne della VF8 ai primi clienti che l’hanno ordinata e dal rinvio dell’inaugurazione dello stabilimento in North Carolina.

Al riguardo, David Byrne, analista di Third Bridge, ha affermato: “Non si prevede che le vendite negli Stati Uniti miglioreranno nell’immediato futuro. I problemi di reputazione causati dal lancio del VF8 non saranno risolti dal VF9”. Un parere che, naturalmente, non trova d’accordo la casa, secondo cui le vendite negli USA sono in fase di miglioramento. Tanto da rilanciare, affermando che saranno le integrazioni alla rete di vendita a permettere a Vinfast di superare le previsioni nel corso dell’anno.

Vinfast VF8

Un proposito il quale, però, potrebbe cozzare contro prezzi non competitivi. Almeno così sono stati giudicati dagli analisti, secondo i quali gli 83mila dollari di VF9 non sono in grado di tenere testa ai 68.590 esibiti dalla Model X di Tesla, una volta aggiunto il credito d’imposta statale. Cui vanno ad aggiungersi i 7.500 dollari d’imposta federale ai quali hanno diritto gli acquirenti di Tesla. Un credito da cui sono esclusi i veicoli Vinfast, che sono assemblati fuori dal territorio statunitense.

La differenza è in effetti talmente marcata che sembra difficile pensare possa essere colmata in maniera significativa. Una lacuna la quale sembra in effetti precludere almeno nell’immediato gli obiettivi ambiziosi della casa. Come del resto rimarcato dagli analisti, nel corso degli ultimi giorni.

I prezzi non sono competitivi

A confermare la scarsa competitività dei prezzi di Vinfast è lo stesso Samsudeen, secondo il quale l’obiettivo di aumentare i volumi di vendite negli Stati Uniti e in altri mercati esteri potrebbe essere vanificato dal fatto che i modelli di veicoli elettrici più affermati sono venduti a un prezzo inferiore.

Una tesi rilanciata da Byrne, il quale ha appuntato l’attenzione soprattutto sulla VF9: “I nostri esperti hanno messo in dubbio la decisione sui prezzi di VF9 nel mercato statunitense. È più costosa di concorrenti chiave e più affermati come la Kia EV9 e la Tesla Model X, nonostante la piattaforma sia derivata da un motore a combustione interna, compromettendone le prestazioni e l’autonomia”.

Da parte sua, VinFast non sembra particolarmente scoraggiata di fronte alle eccezioni mosse al suo operato. Tanto da spingersi a dichiarare alla CNBC che gli esperti hanno studiato attentamente e valutato in maniera adeguata i suoi veicoli. Resta da capire se si tratti di dichiarazioni aderenti alla realtà, ma nel frattempo sono da mettere in bilancio i 526,7 milioni di dollari persi nel secondo trimestre dell’anno.

Un dato il quale, comunque, segna un miglioramento dell’8,2% rispetto a quello che è stato conseguito nel secondo trimestre dell’anno precedente. L’azienda prevede comunque il pareggio di bilancio entro la fine del 2024. Una speranza che è stata resa pubblica da Pham Nhat vuong, il suo fondatore, nel corso dell’assemblea generale della società, svoltasi nel passato mese di maggio.

Marca:    Argomento:  - 
X
Share to...