Volkswagen, Blume lancia la palla ai sindacati: diteci voi come ridurre i costi

Avatar photo
La situazione resta tesa a poche ore di distanza dall’incontro tra le controparti
Sindacato IG Metall

Di fronte alla prospettiva di un braccio di ferro coi potenti sindacati tedeschi, ipotesi tale da far tremare i polsi anche a gruppi messi meglio di Volkswagen, il CEO del gruppo di Volfsburg, Oliver Blume, ha deciso di praticare una strada meno pericolosa. Ha infatti affermato di attendersi dalle centrali sindacali proposte sul modo meno indolore di tagliare i costi e provare a rimettere in carreggiata i conti aziendali cercando al contempo di colmare il divario con la concorrenza. Sembra una eloquente testimonianza di come anche la dirigenza di VW non abbia alcuna intenzione di andare ad uno scontro dalle conseguenze imprevedibili.

Oliver Blume: Volkswagen attende proposte dai sindacati

Volkswagen si aspetta che i sindacati avanzino proposte su come tagliare i costi e colmare il divario con i concorrenti. A due giorni dall’inizio dei previsti colloqui sulla chiusura degli stabilimenti e sui nuovi accordi salariali, Oliver Blume ha deciso di uscire allo scoperto. Con la chiara intenzione di non andare allo scontro con IG Metall e provare a riannodare i fili di una concertazione spazzati via dalla denuncia dell’accordo del 1994 che prevedeva di non ricorrere allo strumento dei licenziamenti in sei stabilimenti tedeschi del gruppo.

Interno fabbrica Volkswagen

Proprio l’annullamento dell’accordo in questione, avvenuto all’inizio di questo mese, fa capire la gravità della situazione di Volkswagen. In tal modo, infatti, la dirigenza di VW può tenersi le mani libere in relazione a mosse che sino a qualche mese fa sembravano assolutamente fuori discussione. Il verificarsi di quella tempesta perfetta evocata un anno fa da Daniela Cavallo, ha però dato una forte accelerazione alla situazione, spingendo l’azienda a dichiarare di star valutando l’ipotesi di chiudere, per la prima volta in 87 anni di storia, la chiusura di stabilimenti sul suolo tedesco.

Naturalmente, il nuovo quadro ha provocato uno scontro con i sindacati, i quali non hanno esitato a promettere una feroce resistenza. Un’accelerazione testimoniata proprio dall’approssimarsi dei colloqui coi sindacati, che pure erano previsti per il 25 ottobre.

Volkswagen, la palla passa nel campo dei sindacati

“Mi aspetto di vedere un movimento significativo in tal senso, per fare progressi sul fronte dei costi”: queste le parole rilasciate da Blume all’emittente RTL/ntv. Una mossa che sembra fatta apposta per mettere in difficoltà la controparte. I sindacati, infatti hanno sinora escluso la chiusura degli stabilimenti, senza però riuscire ad avanzare controproposte sulla questione relativa alla provenienza dei risparmi senza tagli ai posti di lavoro.

Il CEO di Volkswagen ha poi affermato: “I costi della Volkswagen sono troppo elevati rispetto alla concorrenza internazionale”. Per poi aggiungere che nel corso delle prossime settimane il gruppo avrebbe rivisto tutte le voci di spesa per quanto riguarda i costi di sviluppo, i materiali, la produzione e la vendita al dettaglio. Tutto nell’ottica di riportare i conti sotto controllo ed evitare l’ipotesi peggiore: il crollo dell’azienda entro un biennio al massimo.

Blume ha poi affermato che i costi del lavoro in Germania sono il doppio rispetto al livello europeo. Per poi dichiarare all’emittente televisiva tedesca ZDF che l’obiettivo è quello di raggiungere un ampio accordo sugli investimenti e sui contratti di lavoro quest’anno. Con tutta evidenza sta venendo fuori il vero problema interno all’eurozona e non solo, ovvero la mancata armonizzazione delle politiche salariali. Un tema che potrebbe comportare una nuova ondata di delocalizzazioni, anche in questo caso con conseguenze difficilmente prevedibili.

L’incontro tra Habeck e le case automobilistiche

Le dichiarazioni di Blume sono arrivate in concomitanza con l’incontro virtuale tra il Ministro dell’Economia e numero due del governo di Berlino, Robert Habeck, con le case automobilistiche e i fornitori. Un incontro che aveva come tema lo stato di salute dell’industria automobilistica in Germania.

Logo Volkswagen

Terminato il meeting, Habeck ha affermato che i tre partiti della coalizione di governo in Germania cercheranno di superare le loro divergenze e di trovare soluzioni al fine di contribuire a stabilizzare le case automobilistiche in difficoltà del Paese. Una missione che non si presenta però particolarmente agevole.

Non saranno riesumati i bonus di rottamazione

Il ministro delle Finanze Christian Lindner, infatti, aveva precedentemente segnalato che difficilmente avrebbe sostenuto la proposta della SPD del cancelliere Olaf Scholz tesa alla reintroduzione di un bonus di rottamazione del valore di 6mila euro per gli automobilisti che sostituiscono la propria auto a combustione con un veicolo elettrico.

“In questo momento non voglio concentrarmi sulle proposte degli altri partiti”: questa la dichiarazione di Lindner, falco ed esponente di un partito che fa delle politiche di bilancio il proprio totem ideologico. Arrivata nel corso di una conferenza stampa tenuta a Berlino.

Parole che rappresentano solo l’ultima prova della discordia regnante all’interno dell’alleanza di governo. Già testimoniata in precedenza dai ripetuti scontri per la destinazione di fondi che restano limitati. Un quadro che sta soffiando sulle ali delle estreme di destra e di sinistra, sempre più forti a livello elettorale.

Marca:    Argomento: 
X
Share to...