Si profila uno scenario da incubo per il gruppo Volkswagen e, nello specifico, il marchio di Wolfsburg. A lanciare l’allarme è Daniela Cavallo, sindacalista di origine italiane che già in passato ha avuto un ruolo determinante alla cacciata di Herbert Diess come amministratore delegato del conglomerato. I pessimi numeri commerciali ottenuti hanno portato a un forte ripensamento dei piani, fino alla situazione che tutti noi oggi ben conosciamo. Al suo posto è stato chiamato Oliver Blume, che deve comunque ancora occuparsi delle sorte di Porsche.
Volkswagen: la tempesta perfetta starebbe per abbattersi
In tale occasione, Cavallo ha mostrato dubbi a proposito delle strategie di Volkswagen. Il numero uno dell’azienda, Thomas Schafer, ha fissato un obiettivo di margine operativo lordo del 6,5 per cento. E così ha ordinato ai suoi diretti sottoposti di tagliare i costi di 10 miliardi di euro. Delle idee con le quali si dice in disaccordo Cavallo, poiché, invece di unire i dipendenti, li divide. Lo ha detto a quattr’occhi nell’incontro con lo stesso Schafer, seguito dal personale del brand tramite intranet aziendale. Di rimando, il ceo non è sembrato toccato in alcun modo dalle ragioni espresse dal top manager. Secondo lui costituisce l’unica strada da intraprendere per riportare VW ai vertici dell’industria.
In caso contrario, con l’avanzata dei brand cinesi e la concorrenza proveniente da ogni angolo del mondo, non crede in un futuro luminoso. Il confronto tra le parti ha permesso di chiarire le rispettive posizioni, senza portare a un punto d’incontro. E le dichiarazioni proferite dalla sindacalista denotano le forti preoccupazioni covate da una rilevante fetta della manodopera. Attualmente, crede che vi sia la calma prima della stampa. Nel momento in cui arriverà, avranno bisogno della presenza di tutti sul ponte di comando, di agire di squadra. E, sempre a suo avviso, ciò ha smesso di accadere in Volkswagen da parecchio tempo. Altrimenti, la tempesta sarà perfetta.
In autunno Volkswagen presenterà un pacchetto di misure, volto a rilanciare le sorti del brand, precipitato in una spirale negativa. Ne è la prova tangibile quanto sta accadendo con l’elettrico, affetto da continue criticità. Certi modelli, a lungo studiati da centro stile e tecnici, si sono rivelati almeno fin qui un investimento sbagliato. Si prenda a riferimento la ID.5, presentata nel 2021 e messa in totale ombra dalla sorella ID.4. Nell’arco delle prossime settimane – ha assicurato Schafer – l’intero piano verrà sottoposto all’attenzione al consiglio di fabbrica per intraprendere le opportune discussioni.