Volkswagen e auto elettriche: un connubio che stenta a decollare

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Cresce la preoccupazione a Wolfsburg per dati di vendita ritenuti insoddisfacenti
Volkswagen ID.4

Per il Gruppo Volkswagen il rapporto con la mobilità sostenibile si sta rivelando un cammino irto di ostacoli non facilmente superabili. A Wolfsburg, in effetti, stanno prendendo atto che dire auto elettrica è facile, molto meno venderla, in un mercato sempre più concorrenziale.

Del resto, i segnali in tal senso erano già iniziati ad arrivare, costringendo il management a correre ai ripari, per quanto possibile. Ne erano quindi conseguiti la riduzione dell’organico nello stabilimento di Zwickau e il taglio dei livelli produttivi nel sito di Emden. Cui si erano aggiunte le indiscrezioni che preconizzavano lo stop all’assemblaggio della ID.3 presso la Gläserne Manufaktur, nota come la “fabbrica trasparente” di Dresda.

Ora, però, è arrivato il crisma dell’ufficialità e a parlare di risultati inferiori alle aspettative sono i vertici aziendali, evidentemente preoccupati di quanto sta accadendo. Ricordando magari le parole di Daniela Cavallo, la sindacalista di chiare origini italiane che aveva evocato l’arrivo di una tempesta perfetta dalle parti di Wolfsburg. Risultati che hanno naturalmente costretto gli stessi vertici a riprendere in considerazione gli obiettivi che erano stati fissati in precedenza. Forse troppo ambiziosi per poter essere effettivamente conseguiti.

I dati di Volkswagen sono apparentemente positivi

Leggendo i dati dell’ultima relazione trimestrale del gruppo, ad una prima impressione sembrerebbe che tutto stia andando bene. Il primo dato evidenziato è infatti quello relativo alle consegne complessive, le quali hanno fatto registrare un aumento nell’ordine del 7,4%. Se, però, dal dato complessivo viene scorporato quello relativo alle auto elettriche, la prospettiva inizia a mutare.

Nel corso dei primi nove mesi dell’anno, infatti, Volkswagen e altri marchi gravitanti nell’orbita del gruppo teutonico (Audi, Skoda, Cupra) sono riusciti a commercializzare 531.500 Bev a livello globale. Anche qui si registra un forte aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando erano state consegnati 366.600 modelli.

A questo dato ha contribuito con forza il vecchio continente, cui sono da ascrivere ben 341.100 auto elettriche, con una crescita del 61%. Mentre 117.100 e 50.300 unità sono il contributo fornito rispettivamente dai mercati cinese e statunitense. Inoltre, risulta in crescita anche la quota di elettriche all’interno dei vari marchi del gruppo, con un più 7,9% a fronte del 6,1% registrato nei primi nove mesi del 2022.

Per quanto concerne i dati relativi ai singoli modelli a batteria, le vetture più gettonate del gruppo, nel periodo preso in considerazione sono le seguenti: Volkswagen ID.4 e ID.5 (162.100 consegne), ID.3 (90.500), dall’Audi Q4 e-tron (77.900, compresa la Sportback), Skoda Enyaq iV (54.400, Coupé compresa), Cupra Born (32.300) e Audi Q8 e-tron (21.800 unità, un dato che include le Sportback).

volkswagen ID.3

Gli ordini sono inferiori alle attese

Alla luce dei dati enunciati, si potrebbe pensare che dalle parti di Wolfsburg aleggi la soddisfazione. Invece è esattamente il contrario, a spirare è un venticello insidioso, quello dell’insoddisfazione. A renderlo tale è il fatto che questi dati sono comunque inferiori a quelli che erano attesi. Ad ammetterlo è stata Hildegard Wortmann, che ricopre il ruolo di responsabile vendite del comitato esecutivo del gruppo.

Proprio lei, infatti, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Le consegne globali delle nostre elettriche sono aumentate del 45% nei primi nove mesi dell’anno. Nonostante la riluttanza dell’Europa ad acquistare veicoli a batteria, abbiamo guadagnato quote e restiamo leader del segmento. Tuttavia, gli ordini sono inferiori ai nostri ambiziosi obiettivi per via di un trend di mercato complessivo al di sotto delle aspettative”.

In pratica, i cahiers de doléances redatti per l’occasione da VW riguardano in particolare i mercati europei, che si stanno rivelando poco ricettivi per le elettriche del gruppo. Un ambito in cui spicca ad esempio l’Italia, ove i modelli green stanno stentando in maniera sempre più evidente a causa di prezzi troppo elevati per consumatori che durante i due decenni trascorsi dall’introduzione dell’euro hanno visto i propri salari perdere potere d’acquisto.

Lo spauracchio cinese turba i sonni di Volkswagen

Oltre al fatto che gli ordini sono inferiori agli ambiziosi obiettivi del gruppo, Volkswagen sembra molto preoccupata per le questioni collegate alle auto elettriche cinesi. Se da un alto le case del Dragone stanno portando un attacco sempre più deciso a quelli occidentali anche sul mercato europeo, dall’altro a Wolfsburg devono augurarsi che possano condurlo senza pericolose interferenze politiche.

Il riferimento è naturalmente alla commissione d’inchiesta che è stata annunciata da Ursula Von der Leyen durante il discorso sull’Unione. Una commissione che è vista con aperto terrore da Volkswagen. Un sentimento determinato da una semplice constatazione: se venissero elevati dazi nei confronti delle elettriche asiatiche, Pechino potrebbe rispondere con analogo provvedimento nei confronti dei marchi europei.

volkswagen ID.5

Il problema è che mentre le auto cinesi possono comunque provare ad abbattere ulteriormente i costi di produzione, facendo leva su un sistema oliato alla perfezione per reggere la concorrenza sui prezzi, quelle occidentali non sarebbero in grado di farlo sul mercato cinese, venendone in pratica espulse. E tale evoluzione non sarebbe certo indolore per VW, che ha proprio in Cina un mercato fondamentale per il suo destino.

I guai arrivano uno dietro l’altro

In questo quadro d’insieme, in effetti molto contrastato, occorre anche ricordare altri fatti di non poco conto, che hanno caratterizzato il percorso commerciale del gruppo tedesco nel corso delle ultime settimane. Il primo dei quali riguarda lo stop deciso per quanto riguarda la produzione all’interno degli stabilimenti di Zwickau e Dresda. Una decisione ispirata proprio dalle difficoltà incontrate in termini di vendite in un mercato che si sta rivelando sempre più problematico.

Proprio per quanto riguarda le auto elettriche, infatti, le difficoltà non arrivano soltanto dal mercato italiano. Basti pensare a quanto sta accadendo su quello britannico, in cui le vendite di modelli green stanno segnando il passo in maniera decisa. Una dinamica che dalle parti di Londra risulta ancora più pericolosa. Nel caso in cui entro il 2024 la quota di modelli venduti lungo il territorio insulare non raggiunga il 22% di quella complessiva del singolo marchio, per ogni autovettura commercializzata l’azienda interessata dovrà pagare una multa pari a 15mila euro.

Proprio un certo fondamentalismo da parte dei governi si sta in effetti rivelando un problema serio per le aziende. Anche perché le stesse, dovendone tenere conto, stanno orientando la loro produzione in maniera sempre più verso l’elettrificazione. Se i problemi di cui abbiamo accennato dovessero confermarsi nei prossimi anni, anche Volkswagen sarebbe chiamata a scontarne le conseguenze. Tanto da dare ragione alle ormai celebri previsioni di Daniela Cavallo, relative all’approssimarsi di una tempesta perfetta.

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