Volkswagen: fronteggiare la crisi aumentando i prezzi su i modelli ICE, le ottime soluzioni della germania

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Volkswagen aumenta i prezzi di quasi tutti i modelli ICE in Germania, per reperire preziose risorse
Auto elettriche Volkswagen

La crisi in atto spinge Volkswagen a provarle tutte, per non restare in mezzo al pantano. Il bisogno di risorse fresche non può essere soddisfatto esclusivamente tramite i tagli dei costi e in questo quadro torna a fare capolino una delle peggiori soluzioni per un’azienda, ovvero il rincaro dei prezzi.

La casa automobilistica di Wolfsburg, infatti, sta aumentando il costo dei suoi modelli a benzina e diesel in Germania in una forbice dal 2,1 al 4,2%. Una decisione che si accompagna ad un’altra strategia ben precisa: cercare di ottenere ulteriori entrate tramite la proposizione di opzioni di equipaggiamento che sono sempre più costose.

Il tutto mentre l’azienda è alle prese con ostacoli finanziari sempre più minacciosi e minaccia la chiusura di due stabilimenti in Germania. Una ipotesi che non era mai stata evocata nei quasi 90 anni di storia del marchio tedesco.

Volkswagen, gli aumenti riguardano l’intera gamma ICE, o quasi

Aumentare i prezzi di tutti i modelli ICE del marchio, in Germania. Questa è la mossa messa in campo da Volkswagen per provare a reperire preziose risorse finanziarie con cui affrontare la crisi in atto. Gli aumenti di prezzo hanno un impatto sull’intera gamma con motore ICE per l’anno 2025, fatta eccezione per la Polo small hatchback. I prezzi al dettaglio consigliati stanno salendo da un minimo di 490 euro, per il crossover Taigo, fino a un massimo di 2.490 per il SUV di punta Touareg.

Volkswagen T-ROC

Naturalmente, il modello più interessato dalle variazioni di prezzo è la popolare Volkswagen Golf compact hatchback, il cui prezzo cresce di 1.150 euro, un aumento di prezzo pari quindi al 4,2%. L’ultimo giorno utile per i clienti per effettuare ordini ai prezzi correnti è l’11 settembre, poiché il nuovo catalogo entrerà in vigore il giorno successivo.

A darne notizia ai concessionari VW disseminati lungo il territorio tedesco è stata una lettera inviata dalla casa. A riportare la notizia è stata la rivista kfz-betrieb , che ha segnalato anche la mancata menzione della famiglia ID di EV. Esclusione dovuta al fatto che questi veicoli sono commercializzati con un modello di concessionario diverso. Al tempo stesso, non si possono assolutamente escludere potenziali cambiamenti nei prezzi dei veicoli elettrici per il futuro.

Anche gli optional costeranno di più

Oltre ad aumentare i prezzi per i suoi modelli alimentati da motori termici, la casa di Wolfsburg starebbe aumentando anche quelli al dettaglio che sono consigliati per gli optional. Un novero in cui vanno inclusi i tettucci apribili, i sistemi di infotainment aggiornati, le ruote di scorta, head-up display e altri pacchetti e servizi opzionali.

Tali aumenti non sono stati ufficialmente commentati dalla dirigenza di Volkswagen. Se non sono indicate le ragioni dei mutamenti in atto, sembra però abbastanza chiaro come si tratti di una risposta alla crisi in cui versa la casa. Anche perché soltanto alcuni mesi fa, nel corso di un’intervista rilasciata ad una rivista tedesca, il presidente e portavoce del CdA di Volkswagen Germania, Achim Schaible, aveva affermato con decisione che gli aumenti di prezzo non erano necessari. Da allora, però, la situazione ha preso una piega tale da spazzare via quelle dichiarazioni.

Per Volkswagen non si tratta di una novità assoluta

Occorre comunque sottolineare come per il marchio non si tratti di una primizia, l’aumento dei prezzi della gamma con motori termici in Germania. Una strategia analoga era infatti stata inaugurata nella primavera del 2023. Le prime avvisaglie della crisi ora esplosa in tutta la sua evidenza erano infatti state alla base del monito lanciato da Daniela Cavallo, la combattiva sindacalista di origini italiane, sul possibile arrivo di una tempesta perfetta.

Volkswagen TSI evo2

Una tempesta che ora sembra sul punto di realizzarsi. Tanto da spingere la dirigenza a proporre ricette draconiane, a partire dalla chiusura di due fabbriche. Naturalmente non basterà questa mossa per allontanare la crisi. Il CEO Oliver Blume, nel corso di un’intervista rilasciata alla Bild, ha comunque spazzato via l’ipotesi di licenziamenti di massa.

La soluzione in grado di non esacerbare i rapporti coi sindacati potrebbe essere l‘introduzione di una settimana lavorative più corta, con quattro giornate invece di cinque. Lo spettro dello sciopero non è comunque ancora stato tolto dal tavolo della trattativa.

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