La Volkswagen ha dei grossi piani per quanto riguarda l’elettrico e non lo scopriamo mica oggi e la ID.2 è la manifestazione del pensiero condiviso tra lo staff.
Difatti, a più riprese il colosso di Wolfsburg ha espresso la ferma intenzione di compiere il salto verso la mobilità a zero emissioni. Tra le poche realtà della filiera favorevoli alla decisione assunta dalla Commissione Europea, ha in serbo dei programmi nei prossimi anni.
Durante gli incontri con la stampa, i portavoce ufficiali della compagnia hanno spiegato chiaramente di voler diventare dei protagonisti assoluti nel green. Qualche segnale a tal proposito è pervenuto già da tempo, ma si comincerà a fare sul serio soltanto in un secondo frangente. A dispetto di quanto asseriscono realtà concorrenti quali, ad esempio, la General Motors, il gruppo di Oliver Blume crede sia possibile mettere in commercio dei modelli bev low cost già entro questo decennio.
Ad avviso della GM le proposte a trazione 100 per cento elettrica non potranno essere accessibili nel decennio in corso. Toccherà quantomeno attendere il 2030. Eppure, la società tedesca è di tutt’altro avviso. Talmente ne è convinta da aver lanciato degli importanti proclami. La sensazione della classe dirigente è di avere tra le mani un enorme potenziale tra le mani. E una vettura sotto i 25 mila euro è già in serbo.
Per l’approdo nei punti vendita l’appuntamento è fissato al 2025 con la Volkswagen ID.2, appunto. Che, però, è già stata anticipata nelle caratteristiche dal prototipo ID.2all. Secondo la tesi del Costruttore, la possibilità di realizzare nel giro di breve una proposta accessibile, dai buoni standard qualitativi, è alla portata.
Dato il vasto know-how maturato in materia, i rappresentanti continuano a manifestare la massima fiducia nei propri mezzi. Un modo di fare che non sorprenderà affatto gli appassionati di lunga data delle quattro ruote. Non è una novità la confidenza del VW Group sulle relative capacità.
A giudicare dal successo riscosso in passato, la consapevolezza risulta pure comprensibile. Ma, d’altro canto, i detrattori credono si sia alzato un po’ troppo il tiro. Perché ok essere ottimisti, tuttavia è bene tenere i piedi per terra, onde evitare di scottarsi, un po’ come fece Icaro col Sole.
Prendiamo allora in rassegna le peculiarità della Volkswagen ID.2, a cominciare dai tratti distintivi del design. Dopodiché, ci accingeremo a ipotizzare le peculiarità degli interni, a partire dall’ergonomia fino alle dotazioni di bordo, un aspetto dal peso sempre maggiore nel business contemporaneo. In conclusione, concentreremo l’attenzione sull’ipotetica gamma motori, aiutandoci con i recenti annunci forniti dal Costruttore in merito.
Volkswagen ID.2: esterni
Prima di soffermarci nello specifico sugli interni è d’obbligo valutare un aspetto di importanza capitale. In seno alla divisione di designer interni è salito al potere un nome nuovo, Andreas Mindt. Che presto ha raccontato la sua personale concezione del futuro, da cui abbiamo l’opportunità di trarre delle considerazioni degne di nota.
Secondo la tesi portata avanti dal neo arrivato, la stabilità, la simpatia e l’entusiasmo saranno i tre valori cardine del veicolo. Attorno a tali principi concepiranno altresì la Volkswagen ID.2, una proposta in fase di studio da tempo, ma da poco riconcepita. Difatti, in passato la compagnia aveva fornito un assaggio del modello di serie con la ID.Life, la showcar svelata durante l’edizione 2021 del Salone di Monaco. Nel frattempo, è cambiato l’uomo al timone, il che avrà delle ripercussioni pure sulla bev, data in uscita nel 2025.
La ID.2all posta all’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori lo ha confermato in maniera incontrovertibile. È evidente l’intenzione del marchio di prendere bene le distanze rispetto alle promesse del passato. La cifra stilistica in precedenza adottata non ha convinto i massimi esponenti e, dunque, la situazione cambia in corsa.
Inoltre, l’estetica si allontana anche dalla ID.3 e al resto della famiglia delle VW a batteria. Si predilige, infatti, un approccio per così dire classico, affinché il pubblico di riferimento non ne venga troppo spiazzato. Un conto è tentare di suscitare l’interesse negli showroom, un altro ritenere che i cambiamenti vengano fin da subito compresi. Fatte le debite proporzioni, delle analogie si riscontrano con la Polo, una delle best seller assolute della Casa, capace di scrivere delle pagine memorabili negli anni di onorata carriera.
Simili risultano essere le dimensioni della ID.2, la cui lunghezza giunge a 405 cm e ciò, manco a dirlo, la rende una compatta. Invece di sposare le rotondità della ID.3, curiose sì ma forse un po’ troppo spregiudicate almeno agli occhi della vecchia scuola, l’assetto è più tradizionale. Lo segnalano le nervature marcate sia sul cofano sia sulle fiancate. Ciascuna di esse parte dalla mascherina, la cui illuminazione vi stupirà.
Il modo in cui vengono sfruttati i diodi a LED porta alla mente quel taglio tipico della Golf. La prima generazione di quest’ultima ha fornito degli ulteriori spunti, che ai nostalgici faranno venire le lacrime gli occhi. Nella fattispecie, l’immagine del montante posteriore è un nemmeno poi tanto velato ai successi di ieri. Alla pari dell’anteriore, lo stesso “lato B” presenta una curiosa firma luminosa che accorpa al suo interno il logo.
Interni
In definitiva, la Volkswagen ID.2all strizza l’occhio alla famiglia a combustione interna della potenza teutonica. Pensate che valga lo stesso con gli interni? Vi sbagliate. La filosofia è quella del “less is more”, riprendendo una celebre espressione di matrice anglosassone. Detto altrimenti, vige il minimalismo, affinché il conducente e i passeggeri non si sentano soverchiati dalla tecnologia di bordo. Che ha comunque un ruolo parecchio rilevante nelle strategie del brand. Oltre al display centrale da 12,9 pollici, viene implementato un quadro strumenti digitale da 10,9 pollici, definita in maniera tale da lasciare quasi l’impressione che sia appoggiato alla plancia.
A livello di interfaccia utente, si ha ampio campo libero. Il più interessante si prefigge di riportare alla memoria i tratti della VW anni Settanta, tuttavia con un approccio all’avanguardia. Nella zona sottostante al monitor multimediale, affiora una rotella fisica, adibita alla regolazione dell’audio e del climatizzatore. In confronto alle proposte attuali, è una tangibile differenza. Non che sia scontata la sua conferma sulla Volkswagen ID.2 2025. A prescindere da quale piega prenderà il brand, la prevalenza delle direttive verrà impartita attraverso i comandi vocali.
Lo spazio godrà peraltro della piattaforma modulare concepita ad hoc, che garantisce degli enormi vantaggi, pure a livello del bagagliaio, la cui capienza inizia da 440 litri. Stiamo parlando di oltre 100 in più rispetto alla ID.3 e alla Golf. In quanto alle tecnologie, il proposito dei piani alti è di integrare diversi sistemi evoluti, tra cui i proiettori Matrix LED IQ-Light, le luci posteriori a LED 3D, il Travel Assist next gen e il ParkAssist Plus, dedicato alle manovre di parcheggio.
Il pianale di riferimento consta nella declinazione Entry della MEB, condivisa con gli altri brand del conglomerato. Al fine di raggiungere un’eccellente occupabilità del baule, invece della trazione posteriore, il motore elettrico viene spostato all’anteriore. Il powertrain sa sviluppare (dati ufficiali) 226 cavalli (166 kW), con un’autonomia di percorrenza pari a 450 km. Sullo scatto da 0 a 100 km/h e la velocità massima, regna il massimo riserbo.
Accontentiamoci di sapere che la soluzione di serie saprà ricaricarsi dal 10 all’80 per cento in circa 20 minuti. Performance che non impedirebbero di fissare un listino prezzi inferiore ai 25 mila euro: staremo a vedere se riusciranno nell’intento.