Mentre si assiste allo sbarco del Volkswagen ID. Buzz negli States con un’ondata di allegria e nostalgia, il clima interno alla Casa tedesca è tutt’altro che sereno. La storica casa automobilistica, infatti, si trova ad affrontare una sfida cruciale: ridurre drasticamente i costi per restare competitiva entro il 2026.
Tra le strategie considerate, è emersa anche l’ipotesi di chiudere alcuni stabilimenti in Germania, una mossa senza precedenti per l’azienda. Stando, però, a un recente rapporto di Manager Magazin citato da Reuters, questa proposta potrebbe essere accantonata o ridimensionata. Il consiglio di sorveglianza della Volkswagen sembra infatti sempre meno incline a portare avanti la chiusura delle fabbriche, nonostante il sostegno alla misura da parte di importanti azionisti come le famiglie Piech e Porsche.
I sindacati e alcune figure governative tedesche, che detengono un’influenza significativa nel consiglio, si oppongono fermamente per salvaguardare l’occupazione e il tessuto industriale locale. Non si scappa dalla realtà: la necessità di contenere i costi rimane stringente.
Tra le opzioni sul tavolo, si discute della chiusura della fabbrica di Dresda, che conta 340 dipendenti e attualmente produce la ID.3, dopo aver assemblato modelli iconici come la Phaeton, la e-Golf e persino la Bentley Flying Spur. Per l’impianto di Osnabruck, invece, potrebbe profilarsi una vendita: questa fabbrica, attiva dal 2010, impiega 2.300 persone e si occupa della produzione di modelli come la T-Roc Cabriolet, la Porsche Cayman e la Boxster.
Volkswagen punta a risparmiare circa 11 miliardi di euro entro il 2026, spinta da molteplici sfide. In primis, la domanda di veicoli elettrici si è rivelata inferiore alle aspettative, nonostante gli ingenti investimenti per il lancio di una gamma completamente elettrica. La competizione con i produttori cinesi, sempre più competitivi e convenienti, rappresenta un ulteriore ostacolo, costringendo la Casa tedesca a dedicare risorse per mantenere il passo. Non aiutano nemmeno i ritardi nello sviluppo di nuovi modelli, come la prossima Golf elettrica, ora posticipata al 2029. Parallelamente, i veicoli a combustione interna hanno registrato un calo meno marcato del previsto, spingendo l’azienda a continuare a investire anche in motorizzazioni tradizionali e ibride.
Tra le difficoltà, Volkswagen guarda ai nuovi prodotti per risollevare le vendite. La casa tedesca ha in programma il lancio di 11 modelli entro il 2027 e l’offerta elettrica richiede già un restyling urgente. L’ID.4 e l’ID.3 iniziano a sembrare datate. Volkswagen si trova così a un bivio, tra tagli e rilanci.