Nel passato mese di aprile, Volkswagen aveva annunciato la sua intenzione di lanciare sul mercato un veicolo elettrico economico. Intendendo per tale un’auto in grado di non oltrepassare la soglia dei 20mila euro, che sta ormai a indicare i modelli full electric in grado di essere alla portata di tutti. Il tutto mentre l’azienda si vantava di una riduzione dei costi generata dalla sua nuova tecnologia di batterie.
A distanza di pochi mesi, però, stanno emergendo non pochi dubbi sull’effettiva possibilità che un veicolo di questo genere, di cui ci sarebbe peraltro un gran bisogno, possa effettivamente vedere la luce. A confessarlo è stato proprio il numero uno della casa automobilistica tedesca, Oliver Blume. Testimoniando al più alto livello come all’epoca la dirigenza si fosse fatta prendere eccessivamente la mano. Il ravvedimento in atto, però, non suona certo come una buona notizia, per i fans della mobilità sostenibile.
Volkswagen: un’aiuto elettrica da 20mila euro forse non sarà possibile
Le aziende commerciali hanno, logicamente, come obiettivo il profitto. Probabilmente in casa VW se ne erano dimenticati, ad aprile, quando avevano annunciato l’intenzione di lavorare sul lancio di un’auto elettrica da 20mila euro. Un modello di cui, per inciso ci sarebbe un gran bisogno in Europa, ove le vendite di veicoli green stanno ristagnando proprio a causa dei prezzi troppo elevati, soprattutto se rapportati a bilanci familiari messi in crisi dalla fiammata inflattiva in atto.
Con ogni probabilità, Blume e colleghi si erano illusi di poter far leva sulla nuova cella prismatica unificata per abbattere in maniera sensibile i costi e riuscire in quella che a molti, sin dall’inizio, sembrava un’impresa. Ora, però, sembra che sia in atto un processo di ripensamento in tal senso. Favorito dalla presa di coscienza che se pure ci sarà un vantaggio nell’adozione delle nuove batterie, non sarà però sufficiente a permettere il varo di modelli realmente alla portata di tutti e, soprattutto, in grado di procurare il necessario profitto in fase di vendita.
In effetti, i costi delle nuove batterie dovrebbe attestarsi alla metà di quelli che caratterizzano gli attuali alimentatori. Un calo che, purtroppo, non basta per avvicinare l’ipotesi dell’auto da 20mila euro. Anche perché nonostante margini che si prospettano di rilievo, Volkswagen non è ancora sicura dell’effettiva convenienza di una messa in produzione della stessa.
Le parole di Blume lasciano molti dubbi
Come riferito da Reuters, nel corso di una recente intervista Blume ha affrontato la questione dal punto di vista dei costi. Tra le tante dichiarazioni rilasciate, è da segnalare soprattutto quella in base alla quale l’azienda sarebbe in grado di rendere proficua la tecnologia necessaria per un’ipotesi di questo genere nella seconda metà del decennio.
Un’affermazione che, in effetti, sarebbe in linea con i rapporti che erano stati pubblicati in precedenza. Secondo i quali un veicolo elettrico super economico potrebbe arrivare tra il 2026 e l’anno successivo. Peraltro, la stessa Volkswagen in precedenza aveva dichiarato la sua disponibilità ad una collaborazione con altri marchi, per la produzione di un modello di questo genere.
Dall’interno dell’azienda, però, hanno già fatto sapere che per poter entrare in produzione, un veicolo deve essere in grado di garantire almeno il 6% in termini di profitto. Non conseguire un margine di questa portata equivarrebbe a farne un ente di beneficenza, cosa cui nessuna impresa effettivamente mira. Basta in effetti vedere la prossima ID.2, che dovrebbe essere venduta a circa 25mila euro.
Proprio questo modello, però, si troverebbe al limite di quel 6% di profitto sotto il quale non è possibile andare. La domanda che ne consegue è quindi la seguente: come fare per rendere possibile un livello di profitto simile nel caso di una macchina che costerebbe 5mila euro in meno? Una domanda sulla quale, con tutta evidenza, in casa VW si inizia a riflettere non poco.
I veicoli economici sono fondamentali: parola di Blume
Sempre Blume, peraltro, ha sostenuto che la produzione di veicoli elettrici più economici rappresenta una necessità non soltanto per l’azienda teutonica, ma per l’automotive in generale. Le sue parole, al proposito sono queste: “Abbiamo la responsabilità di portare sul mercato i prodotti giusti al prezzo giusto. Dopo che sono stati raggiunti i primi utilizzatori delle auto elettriche, ora abbiamo bisogno che la tecnologia convinca i consumatori, che non hanno la possibilità di installare una stazione di ricarica a casa.”
Il fatto è che, al momento, però, non si vedono questi modelli al prezzo giusto. Tanto che in molti Paesi del vecchio continente il mercato delle auto elettriche attraversa un momento di stasi. O di aperta crisi, come nel Regno Unito, ove le ultime rilevazioni sembrano indicare un vero e proprio crollo verticale, nonostante la concomitante crescita complessiva del settore.
Una situazione della quale, peraltro, anche il marchio tedesco ha deciso di prendere atto. Volkswagen, infatti, proprio di recente ha deciso di non procedere oltre nei piani inizialmente previsti per la costruzione di nuovi siti dedicati alla produzione di batterie. Tanto da spingere la Repubblica Ceca, uno dei Paesi dell’Europa Orientale che era candidato a riceverla nel suo territorio, insieme a Slovacchia, Ungheria e Polonia, a rivolgersi ad altri per l’area che si pensava potesse ospitarne uno.
Volkswagen: l’indirizzo non è ancora chiaro
Mettendo a raffronto le parole di Blume con la decisione relativa ai piani per le batterie, l’impressione che ne scaturisce è quella di una notevole confusione. La casa di Ingolstadt aveva infatti affermato l’intenzione di concentrare i suoi sforzi sui veicoli completamente elettrici, a partire dal 2026. Lo aveva fatto per bocca di Markus Bernhard Duesmann, presidente del Consiglio di Amministrazione di Audi dal 2020.
Poi però, sono arrivate le parole di Marc Lichte, capo del design di Audi all’inizio del 2021, il quale ha dichiarato che le RennSport non termineranno la produzione delle versioni dotate di motore a scoppio. In pratica, quindi, le vetture sportive in arrivo nel futuro non saranno esclusivamente elettriche, come del resto poteva essere dedotto dal fatto che le versioni a benzina avranno una loro piattaforma dedicata. Perché fare investimenti in tal senso, se la direzione è quella dell’elettrificazione del marchio?
I continui stop & go che arrivano dai piani alti, peraltro, non sembrano il modo migliore per tranquillizzare i sindacati. Le rappresentanze dei lavoratori, infatti, hanno più volte espresso le proprie preoccupazioni sul futuro dell’azienda, sino ad evocare una tempesta perfetta che starebbe approssimandosi alle sue porte. Quanto sta accadendo, quindi, sembra destinato a far crescere i timori.