Per Volkswagen l’ipotesi di quella tempesta perfetta evocata dalla sindacalista Daniela Cavallo, sembra sempre più reale. Alle tante notizie filtrate nei giorni passati, dopo un incontro tra azienda e lavoratori tenutasi a Wolfsburg, ora si aggiunge quella relativa alla fabbrica di batterie di Salzgitter.
La sussidiaria di batterie PowerCo del gruppo Volkswagen, infatti, ha deciso di costruire per ora soltanto una delle due linee di produzione inizialmente previste nel suo stabilimento in Germania. Ad affermarlo è stato il consiglio aziendale, rendendo sempre più evidente il desiderio del settore di adattarsi al rallentamento della domanda di veicoli elettrici.
Un rallentamento che, però, i lavoratori non intendono accollarsi, come accadrebbe se i piani di riordino di VW andassero avanti. Tanto che non sono pochi gli osservatori convinti dell’imminenza di uno scontro frontale tra loro e l’azienda. In linea del resto con quello che sta accadendo in gran parte del continente, ove lo spetto di un “autunno caldo” sta sempre più prendendo piede
Volkswagen: l’impianto di Salzgitter lavorerà a metà della sua capacità produttiva, almeno per ora
Il passato 5 settembre, il responsabile della tecnologia del gruppo, Thomas Schmall, ha provveduto a mostrare nel corso di una riunione del personale una diapositiva. Una diapositiva che, anche se le cronache della riunione non lo dicono, avrà fatto sobbalzare i lavoratori e i loro rappresentanti, sulla sedia. Illustrava infatti i piani per una sola linea di produzione nello stabilimento, con una capacità totale di 20 gigawattora. Dati che sono stati del resto confermati da un portavoce del consiglio aziendale.
Occorre infatti ricordare che il sito produttivo di Salzgitter è stato progettato con una spazio sufficiente per due linee. Per il momento, però, solo una è in costruzione, mentre sono stati sospesi i progetti per una seconda. Il commento del portavoce non sembra lasciare molto spazio all’immaginazione, circa la reazione dei lavoratori: “Si tratta di una chiara dichiarazione di guerra al personale della fabbrica”.
A giustificare il commento sono proprio i timori espressi dal personale, relativi al fatto che per la seconda linea non si tratterebbe di una sospensione, in attesa di tempi migliori, ma della sostanziale eliminazione. Resa probabile dal fatto che la dirigenza di Volkswagen sembra ormai conquistata da un vero e proprio mantra: riduzione dei costi.
Si susseguono le riunioni dei lavoratori: cosa accadrà ora?
Nel corso di questa settimana, all’interno di Volkswagen si sono tenute lunghe e affollate riunioni del personale in tutti gli stabilimenti della casa automobilistica. Una reazione del tutto comprensibile dopo l’annuncio bomba del 2 settembre, in cui si minacciava la chiusura di due stabilimenti e l’eliminazione delle garanzie occupazionali all’interno dell’azienda tedesca.
Tagli che i dirigenti della casa di Wolfsburg hanno giustificato con una crisi drammatica. Tanto da spingersi a indicare in un lasso temporale tra uno e due anni quello entro il quale deve avvenire il risanamento. Senza il quale sarebbe addirittura la sopravvivenza dell’azienda a essere messa in forse.
Per quanto riguarda Salzgitter, occorre anche sottolineare come in precedenza, la VW aveva affermato che la fabbrica avrebbe gradualmente ampliato la capacità fino a 40 gigawattora all’anno. Senza però mai fornire una tempistica vera e propria. Piani che ora sembrano provenienti da un’altra epoca.
La produzione a Salzgitter inizierà comunque nel 2025
Se i sindacati sembrano sempre più insofferenti verso una situazione che prelude a ricette lacrime e sangue, un portavoce di PowerCo ha comunque affermato che la società sta pianificando di avviare la produzione a Salzgitter nel 2025, come previsto.
Un annuncio fatto probabilmente per cercare di attenuare i malumori dei lavoratori, seguito però da una precisazione destinata a non fare loro piacere: “L’ulteriore espansione delle capacità produttive sarà portata avanti in modo flessibile e in linea con la domanda”. Domanda che, però, si sta rivelando il vero problema, tanto da costringere un gran numero di case a rivedere i propri piani. Basti pensare in tal senso al recente ripensamento di Volvo sulla completa elettrificazione della sua proposta entro il 2030.
Occorre anche sottolineare come i tre impianti annunciati da PowerCo a Salzgitter, a Valencia, in Spagna, e in Ontario (Canada) hanno una capacità complessiva fino a 170 gigawattora. Ad agosto, Schmall aveva detto al quotidiano tedesco FAZ che gli stabilimenti in Spagna e Canada avrebbero potuto essere ampliati. Affermando al contempo che restava da vedere se ciò sarebbe avvenuto. Un quadro talmente problematico da non poter neanche essere ridotto al classico “mal comune, mezzo gaudio”.