Volkswagen potrebbe servirsi di tagli ancora più drastici per far fronte alla crisi

Ippolito V
Volkswagen si trova ancora in difficoltà e potrebbe essere costretta a implementare ulteriori tagli. Arrivano interventi ancora più radicali?
volkswagen stabilimento in germania

Alla fine del 2023, poco prima delle festività natalizie, Volkswagen ha raggiunto un accordo con i sindacati tedeschi per avviare una massiccia riduzione del personale. Entro il 2030, oltre 35.000 dipendenti lasceranno l’azienda attraverso un piano definito di “riduzione socialmente responsabile”, parte di una strategia più ampia per abbattere i costi operativi in Germania.

Solo i risparmi legati al costo del lavoro ammonteranno a 1,5 miliardi di euro all’anno, mentre il taglio complessivo delle spese per Volkswagen dovrebbe raggiungere i 15 miliardi di euro nel medio termine. Ma nonostante le decisioni drastiche, le misure adottate potrebbero non essere ancora sufficienti. Secondo Handelsblatt, Volkswagen si trova ancora in difficoltà e potrebbe essere costretta a implementare ulteriori tagli. Fonti interne citate dal quotidiano tedesco parlano della necessità di interventi ancora più radicali. L’azienda, che inizialmente puntava a raggiungere un margine di profitto del 6,5% entro il 2026, avrebbe già rinviato questo obiettivo di almeno 3-4 anni.

volkswagen stabilimento in germania

Nel frattempo, diverse case automobilistiche cinesi sembrano interessate ad acquisire alcuni degli stabilimenti Volkswagen sottoutilizzati in Germania. Secondo Reuters, questa mossa consentirebbe ai costruttori cinesi di evitare i dazi europei introdotti a partire da ottobre 2024, che in alcuni casi arrivano fino al 35,3%. Per Volkswagen, la vendita di alcuni impianti rappresenterebbe un’opportunità per risanare più rapidamente il bilancio, ma al tempo stesso potrebbe indebolire ulteriormente la posizione del brand, aumentando la concorrenza di modelli elettrici cinesi più economici.

Il CEO del Gruppo Volkswagen e di Porsche, Oliver Blume, ha ammesso in un’intervista con Reuters che gli investitori cinesi stanno mostrando interesse per gli impianti tedeschi. Sebbene non abbia confermato piani definitivi, non ha escluso la possibilità di vendere alcune fabbriche. “È sempre positivo quando le aziende investono in Europa… Abbiamo partnership consolidate in Cina e ci sono stati colloqui, ma nessuna decisione concreta è stata presa”, ha dichiarato Blume.

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Attualmente, Volkswagen ha già joint venture attive con SAIC, FAW e JAC in Cina. Tra le nuove strategie, c’è anche il lancio di un marchio Audi separato, che venderà modelli senza i tradizionali quattro anelli, differenziandosi così dalla gamma Audi attuale.

La pressione dei sindacati ha finora impedito la chiusura di alcuni stabilimenti in Germania, ma il destino di alcune fabbriche rimane incerto. A Osnabruck, dopo il termine della produzione della T-Roc Cabrio nel 2027, si stanno valutando possibili alternative per riconvertire l’impianto. Infatti, in questo caso, Volkswagen potrebbe cederlo a un acquirente cinese. A Dresda, lo stabilimento smetterà di produrre la ID.3 elettrica entro la fine del 2025, ma l’azienda starebbe studiando nuove possibilità. A Bruxelles, invece, lo stabilimento Audi sarà il primo a chiudere. La produzione del Q8 e-tron si fermerà definitivamente il 28 febbraio 2024.

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