Come previsto, la mancanza di un accordo tra il sindacato IG Metall e Volkswagen ha segnato l’inizio di una serie di scioperi, per ora soltanto di “avvertimento” in tutti gli stabilimenti in Germania. Thorsten Gröger, direttore regionale di IG Metall, ha dichiarato: “Oggi inizieranno scioperi di avvertimento in tutte le fabbriche. Questa sarà la più dura battaglia di contrattazione collettiva che Volkswagen abbia mai visto. Volkswagen ha dato fuoco ai nostri contratti collettivi e invece di spegnerlo, il consiglio di amministrazione sta continuando a gettare benzina. Quello che segue ora è il conflitto che Volkswagen ha creato. Non lo volevamo, ma lo combatteremo con tutto l’impegno necessario”.
Volkswagen: dipendenti in sciopero in tutti gli stabilimenti tedeschi
Daniela Cavallo, leader del comitato aziendale, ha sottolineato che c’è grande frustrazione tra i lavoratori. Questo è il primo grande sciopero, che coinvolge Volkswagen, dal 2018. Il gruppo intende mantenere un dialogo con i lavoratori per raggiungere un accordo che vada a beneficio di entrambi, anche se al momento ha rifiutato diverse proposte.
Per quanto riguarda la contrattazione collettiva, il consiglio di amministrazione di Volkswagen richiede, tra le altre cose, una riduzione salariale del 10% per circa 120.000 dipendenti nelle sedi di Wolfsburg, Braunschweig, Hannover, Salzgitter, Emden, Kassel e altre tre filiali, non escludendo chiusure di stabilimenti. Sarebbero almeno tre, infatti, le fabbriche a rischio chiusura.
Il direttore finanziario di Volkswagen, Arno Antlitz, ha recentemente spiegato che questa nuova strategia è necessaria a causa di un eccesso di produzione dovuto al calo della domanda. Il consiglio di amministrazione ha respinto la controproposta dei dipendenti, sostenendo che difficilmente porterebbe a un risparmio economico duraturo per il gruppo.
I ricavi operativi del Gruppo Volkswagen nei primi nove mesi dell’anno sono diminuiti del 21%, a 12,4 miliardi di euro. Le ragioni sono una minore domanda dei loro veicoli, che hanno raggiunto i 6,5 milioni di auto, il 4% in meno rispetto all’anno precedente, con cali molto preoccupanti in mercati importanti per il gruppo, come la Cina.
I risultati finanziari si basano principalmente sulle vendite di auto con motore a combustione e ibride che, proprio nel pieno della trasformazione del settore, rappresentano ancora il pilastro delle entrate di Volkswagen. Questa situazione sta generando forte preoccupazione sia nel consiglio di amministrazione che tra i lavoratori, date le incerte prospettive future del mercato dei veicoli elettrici.
La posizione di Volkswagen è ulteriormente indebolita dalla rapida perdita di quote di mercato in Cina, storicamente uno dei suoi principali mercati di sbocco. Parallelamente, i costruttori cinesi stanno avanzando con determinazione nel mercato europeo, dove si apprestano a diventare concorrenti sempre più rilevanti.