Volkswagen sospende la produzione in due stabilimenti: quali i motivi?

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L’annuncio del gruppo tedesco arriva in un momento molto delicato
Volkswagen blocca produzione

Volkswagen ha deciso di sospendere la produzione delle auto elettriche ID.3 e Cupra Born nei suoi stabilimenti di Zwickau e Dresda in Germania nelle prime due settimane di ottobre. Una decisione derivante dalla persistente debolezza della domanda, come è stato riferito da un portavoce della casa automobilistica tedesca.

La pausa produttiva avrà luogo nel corso delle vacanze autunnali in Sassonia, dal 2 al 13 ottobre nello stabilimento di Zwickau, mentre quella del modello ID.3, che avviene a Dresda, sarà protratta sino al 16 ottobre. A riportare la notizia è stata l’agenzia di stampa tedesca DPA. Volkswagen ha comunque rifiutato di commentare il numero di dipendenti interessati da questa decisione.

La casa automobilistica tedesca si trova in un momento complicato. La crescente concorrenza di Tesla e di una lunga serie di case automobilistiche cinesi, sta infatti riversandosi su molte case europee. Anche perché si verifica in un periodo di contrazione della domanda sul mercato continentale dei veicoli elettrici. Contrazione resa a sua volta possibile dal mix tra elevata inflazione e tagli ai sussidi.

Lo stabilimento Volkswagen di Zwickau

Volkswagen, cosa sta accadendo

La notizia proveniente dall’interno di Volkswagen non rappresenta certo una sorpresa. Già alla metà del mese l’azienda teutonica aveva annunciato l’intenzione di tagliare il personale previsto presso il suo stabilimento completamente elettrico di Zwickau, in Germania. Aggiungendo di essere in un momento di adeguamento della turnazione lavorativa. Una decisione anche in quel caso conseguente a condizioni di mercato che non sono le più propizie.

La casa automobilistica aveva inizialmente previsto di dare lavoro a tempo indeterminato a 540 dipendenti che erano stati assunti negli ultimi anni con contratti a tempo determinato. Per 269 di questi dipendenti, però, il sogno di un posto finalmente garantito è praticamente sfumato.

La Volkswagen, in quell’occasione, aveva ribadito la sua convinzione della strada intrapresa, ovvero quella di un cammino deciso verso la mobilità elettrica. Al tempo stesso, aveva dovuto prendere atto di condizioni di mercato sempre più preoccupanti, lasciando quindi liberi i 269 lavoratori in questione dopo i 12 mesi previsti dal contratto stilato nell’occasione.

Nello stabilimento di Zwickau lavorano circa 10.700 dipendenti, ai quali è affidata la produzione di sei modelli di veicoli elettrici di tre marchi del Gruppo Volkswagen. L’azienda nel 2018 aveva annunciato la volontà di spendere 1,2 miliardi di euro nel preciso intento di operare la conversione dell’impianto alla produzione di veicoli elettrici. Inoltre aveva deciso di mantenere inalterata la forza lavoro nonostante i veicoli elettrici richiedessero meno manodopera rispetto alle auto con motore a combustione. Per farlo aveva quindi deciso di aumentare la produzione. Una scelta che oggi si trova a sbattere contro un mercato estremamente debole.

“Una tempesta perfetta”: il monito di Daniela Cavallo torna d’attualità

La situazione che ha spinto il brand tedesco a sospendere temporaneamente la produzione ha naturalmente destato un certo scalpore. Ma, soprattutto, ha riportato d’attualità le parole pronunciate pochi giorni prima da Daniela Cavallo, la sindacalista di origini italiane che è balzata agli onori delle cronache per aver contribuito in maniera decisiva alla sostituzione dell’amministratore delegato dell’intero gruppo, Herbert Diess, con Oliver Blume.

Secondo lei, infatti, sul gruppo starebbe per abbattersi una tempesta perfetta. Sotto accusa sarebbero in particolare i target di redditività fissati dal responsabile del brand tedesco, Thomas Schäfer, e, nello specifico, il raggiungimento di un margine operativo pari al 6,5%, ovvero il doppio rispetto ai livelli attuali. Obiettivo da conseguire tramite un programma di efficientamento caratterizzato da ben 10 miliardi di euro di risparmi e tagli, sino al 2026.

In un incontro con lo stesso Schäfer, la sindacalista non ha avuto eccessive remore nell’esternare il suo pensiero al riguardo. Ha infatti affermato: “Un rendimento del genere non è quello che i lavoratori vogliono, obiettivi esclusivamente incentrati sulla redditività non uniscono i dipendenti, né li motiva”.

Il meeting è stato seguito dai dipendenti sulla intranet aziendale e durante il suo svolgimento Cavallo ha anche lanciato un grido d’allarme sulle strozzature rilevate nella logistica, sulla lentezza delle strategie di elettrificazione e digitalizzazione, e sull’intensificazione della concorrenza cinese.

Le sue conclusioni sono state molto pungenti: “Attualmente stiamo vivendo la calma prima della tempesta. Quando la tempesta arriverà, avremo bisogno della presenza di tutti sul ponte di comando, avremo bisogno di una prestazione di squadra come la Volkswagen non vede da molto tempo. Altrimenti, la tempesta sarà perfetta”.

La difesa dell’azienda

Di fronte ad un attacco così deciso, a Schäfer non è rimasto che cercare di difendere le nuove strategie, indicando nell’obiettivo del 6,5% la base per riportare il gruppo ai vertici del settore. Una spiegazione che, però, non sembra aver fatto breccia nel cuore della sua interlocutrice e, soprattutto, sembra stridere con quanto sta accadendo in queste ore.

In particolare, è da rilevare come la situazione del mercato europeo sia in costante peggioramento. Da un lato l’inflazione erode il potere d’acquisto dei consumatori, dall’altro la concorrenza di Tesla e aziende cinesi assume i contorni di un vero e proprio assedio.

Un assedio di fronte al quale proprio la Volkswagen potrebbe pagare un prezzo salatissimo. Se l’inchiesta promossa dall’UE sui prezzi troppo bassi delle elettriche cinesi potrebbe dare sollievo sul mercato continentale, infatti, la prevista risposta di Pechino, peraltro già annunciata, andrebbe a colpire proprio il gruppo tedesco. Sul mercato cinese, infatti, Volkswagen riversa il 40% della propria produzione. In caso venissero elevati dazi in risposta a quelli europei, la casa potrebbe dire addio a una larga quota del mercato cinese.

È in gioco il futuro di Vollswagen

In una situazione di questo genere restare fermi è praticamente impossibile. Nel passato mese di giugno, Schäfer aveva annunciato il nuovo piano di ristrutturazione. I dettagli sullo stesso non sono però ancora arrivati. L’unica cosa che è filtrata nel frattempo è che un “convincente pacchetto di misure” dovrebbe essere presentato in autunno.

Nonostante si sia ancora nel campo delle semplici indiscrezioni, Schäfer è ormai convinto della necessità di porre rimedio ad una situazione che rischia di sfuggire di mano. In gioco, secondo lui, sarebbe proprio la futura redditià dell’azienda. Lo stesso dirigente ha comunque assicurato che il piano, nella sua interezza, è ormai pronto per approdare al consiglio di fabbrica.

Proprio al proposito, però, Daniela Cavallo ha già fatto sapere di non essere intenzionata ad agevolare il compito di Schäfer. Tanto da affermare: “Chiedo al consiglio di gestione di sviluppare obiettivi chiari per tutte le sedi e tutte le grandi entità all’interno del marchio”. Insomma, non sarà una passeggiata di salute.

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