Volvo la più delusa dalle ultime “concessioni” dell’Ue sulle emissioni

Ippolito V
La scelta dell’Ue ha spaccato il settore. Alcuni produttori si oppongono, molti guadagnano tempo prezioso per adeguare le proprie flotte.
emissioni co2

Costi di produzione alle stelle, oscillazioni nella competitività e una redditività imprevedibile stanno mettendo a dura prova le case automobilistiche. A complicare ulteriormente il quadro, le decisioni prese a Bruxelles che sembrano alimentare l’incertezza. L’Unione europea (Ue) e ha nuovamente cambiato direzione, rinviando di altri tre anni l’entrata in vigore delle ultime normative ambientali.

La scelta della Commissione europea ha spaccato il settore: da un lato alcuni produttori si oppongono, dall’altro molti guadagnano tempo prezioso per adeguare le proprie flotte. Ma chi sono i reali vincitori di questa svolta normativa dell’Ue? Dall’1 gennaio 2025, le nuove regole sulle emissioni di CO2 sono ufficialmente in vigore, imponendo ai costruttori un tetto massimo di 95 grammi per veicolo immatricolato. Il mancato rispetto di questo limite comporta sanzioni economiche pesantissime.

von der leyen, commissione Ue

Secondo l’ACEA (Associazione europea dei costruttori di automobili), i principali brand rischiavano di dover versare complessivamente fino a 15 miliardi di euro in multe, una cifra astronomica che inevitabilmente avrebbe avuto un impatto diretto sui prezzi di listino. Non a caso, con l’inizio dell’anno, si è già registrato un sensibile rincaro delle vetture, con effetti potenzialmente negativi sul volume di vendite.

Le pressioni esercitate dalle case automobilistiche hanno portato l’Ue a riconsiderare le proprie tempistiche. Dopo aver esaminato i primi dati del 2025, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato una moratoria di tre anni, posticipando l’effettiva applicazione delle sanzioni fino al 2028. Non sono mancate le polemiche.

Volvo, ad esempio, si è apertamente schierata contro questa revisione normativa. Il suo CEO, Jim Rowan, ha espresso grande delusione, dichiarando: “L’Europa non può permettersi di frenare l’elettrificazione. Serve un investimento nel futuro, non nel passato”. A beneficiare maggiormente di questo rinvio sono due giganti del settore: Volkswagen Group e Stellantis. Per entrambe le aziende, questa proroga rappresenta un’opportunità per ottimizzare gli investimenti, rivedere le strategie di elettrificazione e gestire meglio la transizione.

commissione Ue

Il 2026 sarà un anno cruciale per il settore, con la prima revisione delle normative previste per il 2035, anno in cui l’Ue dovrebbe dire addio ai motori a combustione. Le istituzioni comunitarie analizzeranno l’andamento delle immatricolazioni e il contesto economico per valutare se l’industria automobilistica sia davvero pronta a un cambio di paradigma così drastico. Nel frattempo, crescono le indiscrezioni su un possibile piano di incentivi a livello europeo per stimolare l’acquisto di auto elettriche. I singoli programmi nazionali, infatti, non hanno dato i risultati sperati.

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