Ursula von der Leyen sembra decisa a percorrere la strada della neutralità tecnologica, vista come il modo migliore per affrontare la decarbonizzazione. Una strada che, per quanto concerne la mobilità, si va a tradurre in una forte apertura agli e-fuel. Ovvero quella strada che è proprio il suo Paese, la Germania, a chiedere di praticare.
Una scelta che non farà piacere all’Italia, che in una lettera indirizzata nel marzo del 2023 a Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue incaricato di occuparsi del Green Deal, dai tre ministri competenti sul tema, ovvero Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti), Gilberto Pichetto (Ambiente e Sicurezza energetica) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) aveva espressamente chiesto di includere anche i biocarburanti, tra i combustibili impiegabili dal 2035 in poi in alternativa all’elettrico. Ancora una volta, quindi, si conferma lo scarso peso del nostro Paese nell’ambito dell’eurozona, a direzione nordica.
La Germania la spunta ancora: la Von der Leyen chiede un posto di rilievo per gli e-fuel
Come affrontare la decarbonizzazione e la transizione ecologica dell’auto? Come vuole la Germania. Questa è la lezione che si può trarre dall’invito rivolto da Ursula Von der Leyen a Wopke Hoekstra, commissario cui è affidata l’Azione per il Clima e, quindi, molti degli obiettivi del Green Deal
La missiva che contiene l’invito, è una di quelle inviate dal numero uno dell’UE a tutti i neo commissari, nel preciso intento di indicare gli obiettivi del massimo organo esecutivo della Ue per i prossimi anni. Sulla loro base, i commissari stessi dovranno indirizzare le proprie azioni esecutive.
Hoekstra, in particolare, è quello che dovrà rapportarsi con i costruttori di automobili. E, al proposito, la missiva a lui pervenuta afferma in un passaggio il ruolo chiave che dovrà spettare a quegli e-fuel che stanno tanto a cuore alla Germania. Considerato l’atteggiamento degli olandesi nei confronti della Germania, si può giurare che il commissario dei Paesi Bassi sarà ben lieto di ottemperare alla missione a lui affidata.
E i bio-carburanti? Non pervenuti
Sin qui, nulla di male. In fondo si potrebbe pensare che la preferenza per gli e-fuel non vada necessariamente a discapito dei bio-carburanti su cui punta il nostro Paese. Stranamente, però, degli stessi non si fa proprio menzione all’interno della comunicazione in oggetto.
Se qualcuno ha pensato a questo punto che, magari, ci potrebbe essere posto anche per loro, nel paniere UE, forse è il caso di mettersi il cuore in pace. Con ogni probabilità, Bruxelles pensa che li si possa mandare tranquillamente in soffitta, preferendo la linea di quello che conferma di essere il vero e proprio dominus a livello continentale. Ovvero la Germania.
Ecco, per essere ancora più espliciti, quanto affermato dalla Von der Leyen: “Per le auto, la neutralità climatica al 2035 genera prevedibilità per investitori e costruttori”. Il riferimento è chiaramente al bando nei confronti delle auto endotermiche. Per poi proseguire, in tal modo: “Tu dovrai garantire un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico in cui i carburanti sintetici avranno un ruolo chiave da giocare, attraverso un emendamento al previsto regolamento sugli standard di emissioni di CO2 di auto e veicoli commerciali, come parte della revisione in programma”.
Il referente per il settore automobilistico, sarà il solo Hoekstra?
Proprio il commissario olandese, peraltro, può essere considerato il solo con cui si rapporteranno le case automobilistiche nel prossimo quinquennio. Nelle lettere di missione inviate, infatti, le auto sono menzionate esclusivamente in quella inviata a Apostolos Tzitzikostas, cui sono affidati i Trasporti sostenibili e il Turismo. A lui, in particolare, è affidato il compito di mettere in pratica le indicazioni del rapporto sulla competitività elaborato da Mario Draghi.
Per farlo, Tzitzikostas dovrà sviluppare “un piano d’azione industriale comunitario per il settore automobilistico”. Mentre non si fa alcun riferimento alle stesse auto nella lettera rivolta alla spagnola Teresa Ribera, Jessika Roswall e Dan Jørgensen. Ovvero ai responsabili per la Transizione pulita, giusta e competitiva (quindi al Green Deal), per l’Ambiente, l’Acqua e l’Economia circolare, e per l’Energia. Come a dire che nessuno deve disturbare Hoekstra nello spianare la strada come desiderato dalla Germania.