Nel 1975 si torna a correre il Rally di Montecarlo dopo due anni di assenza dal calendario, una 43esima edizione che catalizza subito l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori. In casa Lancia, guidata dall’indomito Cesare Fiorio, si presentano con tre Lancia Stratos. Sono quelle di Munari, Pinto e Andruet. Oltre alla Beta Coupé di Ballestrieri.
A Torino sanno di essere i favoriti per la vittoria: la Lancia Stratos è un oggetto temibile. Schierata già nella seconda metà della stagione 1974, risultava nettamente superiore al resto del parterre. La Stratos era nata per vincere nelle corse e l’intento si era subito tramutato in realtà nel 1974. In quell’anno la Lancia aveva recuperato in fretta il ritardo accumulato nella prima parte della stagione nei confronti di Fiat, e proprio nei confronti di Fiat nello stesso anno vince il campionato. La Lancia Stratos si rivela perciò imbattibile.
Preparazione al top
In casa Lancia sanno che la preparazione del Rally di Montecarlo è stata perfetta, il lavoro svolto fa ben sperare. Tutto sembra essere al posto giusto. Tuttavia il Rally di Montecarlo della Lancia non comincia nel migliore dei modi. Amilcare Ballestrieri, con al suo fianco Piero Sodano, sentono un rumore metallico provenire dalla loro Beta Coupé durante i 4000 chilometri da percorrere a circa 50 km/h per giungere a Montecarlo. È un bullone di una biella. Ballestrieri dice addio al Montecarlo, senza nemmeno arrivarci (il fattaccio accade nei pressi di Cuneo).
Giunti a Grenoble le tre Stratos superstiti non accusano il benché minimo problema. Si può cominciare a fare sul serio. Si comincia con Munari che affidatosi al solito Mario Mannucci comincia ad infliggere distacchi importanti a tutti, Pinto e Andruet compresi. Per tentare di recuperare Andruet finisce contro una roccia: braccetto rotto e si torna a casa. Nello stesso punto in cui aveva sbattuto Munari passa indenne da ogni possibile problema, Pinto non riesce invece controllare la sua Stratos (nella medesima curva) e si ritira anche lui. Da quattro vetture Lancia ufficiali se ne salva soltanto una.
Sebbene in Lancia cominciano a spuntare visi scuri e una comprensibile preoccupazione è Munari a tranquillizzare tutti. La pressione posatasi sulle sue spalle è un fardello gestibile per il Drago. Ma la sua Lancia Stratos è un metronomo, tanto è perfetta e priva di problemi. Il vantaggio sugli avversari, di questo passo, aumenta e aumenta ancora.
Grandi emozioni
In casa Lancia, Fiorio, Audetto e Parkes, mettono da parte le velleità di portare tre Stratos al traguardo. Parkes dopo un po’ ammette che forse è meglio vincere, poco importa con chi alla guida. L’importante che a trionfare sia una Stratos. Munari sembra seguire alla lettera il Parkes Pensiero: al Col Segra conviene limitare i possibili danni sullo sterrato di circa dieci chilometri, puntando su una guida pensata e quasi in punta di dita.
Non la pensa così Jean-Pierre Nicolas che con l’Alpine prova l’attacco sulle 124 Abarth ma finisce fuori strada. Lo segue il compagno di squadra Therier. In Lancia si rendono conto che il Rally di Montecarlo può ora essere una discesa in cui arrivare primi. Difatti al Col de Turini è tutto più chiaro visto che usciti da questa porzione di Rally l’ordine d’arrivo è già quello che si vedrà al traguardo. Vince Munari navigato da Mannucci, alle loro spalle con tre minuti di ritardo ci sono Mikkola-Todt, Alen-Kivimaki, e Bacchelli-Scabini tutti sulle Fiat.
Il lungomare del porto di Montecarlo sembra riesumare la stessa scena vista nel 1972. La gioia è incontenibili. Si tratta di un trionfo tutto italiano, la Lancia Stratos vince seguita da due Fiat 131. Sulla Stratos di Munari c’è il numero 14. Lo stesso che dieci anni prima lo aveva introdotto in Lancia, sempre a Montecarlo. Lo stesso numero utilizzato anche nel 1972 quando vinse sempre a Montecarlo su una vecchia Fulvia HF 1600 contro le potenti Alpine. Una qualche spiegazione ci sarà. Quella di 45 anni fa è soltanto la prima delle tre vittorie consecutive che la Lancia Stratos otterrà a Montecarlo, la prima vittoria che condurrà la lancia a vincere il Campionato del Mondo quello stesso anno.