Il prezzo del petrolio va alle stelle: per il petrolio del mare del Nord siamo su quota 66, mentre il texano è sui 59 dollari. A incidere sono soprattutto le tensioni esplose tra gli Stati Uniti e l’Iran e poi quanto accaduto a Iraq e Libia. Si ipotizza un calo della produzione di oro nero, cui corrisponde quindi un innalzamento del prezzo.
Prezzo del petrolio in pieno rally: i motivi
Vediamo più in dettaglio i motivi per cui il petrolio è in pieno rally.
- L’Iraq, il secondo più grande produttore dell’OPEC, domenica 19 gennaio ha sospeso la produzione in un giacimento petrolifero. Provvedimento temporaneo, che però si fa sentire.
- In Libia l’esercito nazionale ha interrotto la produzione del più grande campo del Paese. Il tutto in coincidenza col provvedimento del comandante Khalifa Haftar: questi ha bloccato le esportazioni nei porti sotto il suo controllo (Brega, Ras Lanuf, Hariga, Zueitina e Sidra). Un taglio di circa 800 barili di petrolio al giorno, oltre due terzi dell’export libico. L’export libico, con picchi di 1,2 milioni di barili al giorno, rischia di essere bloccato nei prossimi giorni. Finché i terminal petroliferi della Libia saranno chiusi, il prezzo del Brent potrebbe guadagnare ancora centesimi di dollaro.
Haftar e il braccio di ferro del petrolio
D’altronde, Haftar sa bene l’arma tremenda che ha in mano. La potenza negoziale che gli deriva dallo stop alla produzione di petrolio. Arriva anche meno denaro alla naizone, col rischio di una catastrofe umanitaria. La spregiudicatezza di Haftar non ha limiti. La guerra del petrolio, senza etica, senza rispetto per le fasce deboli della popolazione libica.
Prezzi alla pompa, quale situazione
Comunque, per ora, nessun effetto devastante alla pompa in Italia. il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è a 1,594 euro al litro. Il prezzo medio praticato del diesel è invece a 1,489 euro/litro. Due terzi dei quali, è bene rammentarlo, si sbriciolano in tasse allo Stato in Italia, fra accise e IVA.