I piani del management Fiat non sempre sono stati l’emblema della chiarezza e dell’attendibilità. Ma finalmente il piano di differenziazione della gamma Fiat su due livelli, uno premium, che fa capo al brand “500” e uno invece più accessibile, economico ma allo stesso tempo concreto, si sta realizzando.
La gamma riconducibile ad uno dei “ritorni” più commercialmente riusciti della storia dell’automobile, ovvero alla 500, ha preso man mano forma, prima con la 500L e poi con la 500X. La prima, una vettura per tutti, destinata a sostituire addirittura due macchine in un solo colpo: la Multipla e l’Idea. Due successi del marchio torinese in un periodo per nulla facile e durante una gestione discutibile.
Fiat 500L
La 500L nasce su una piattaforma derivata, neanche troppo alla lontana, da quella, lodevole, della Grande Punto del 2005, denominata FGA-Small. L’adattamento di questo pianale all’utilizzo su una vettura di dimensioni più generose come la ”monovolume” in questione, ha portato al debutto la piattaforma B-Wide LWB (ovvero Long Wheel Base, pianale a passo lungo), di fatto una rivisitazione di un progetto esistente. Il target commerciale della vettura è quello delle famiglie e, in maniera minore, quella delle piccole flotte.
500L nasce come una vettura chiaramente ispirata alla sua variante a 3 porte, nel design interno così come nello stile generale. Le finiture sono di buona fattura ma non a livello della 500X, un progetto quasi completamente nuovo e anche per via dei costi, più elevati, decisamente migliore.
Fiat 500X
La “X”, dal canto suo, rappresenta il top di gamma del brand 500 e offre delle soluzioni tecniche all’altezza del segmento e soprattutto delle concorrenti che proliferano per numero e per qualità. La piattaforma è un ulteriore aggiornamento della sopra citata B-Wide, ma in questo caso gli interventi sono molto pesanti e la vettura non è che lontanamente imparentata con la 500L stessa.
Il pianale viene migliorato sotto il profilo delle rigidezze, della sicurezza e degli alloggiamenti, ora in grado di accogliere sospensioni più sofisticate. E’ stato inoltre studiato per poter montare una trazione integrale di alto livello, come quella che ci si aspetta da una Jeep (il pianale è condiviso con la Renegade). Anche sul piano delle finiture interne la differenza con la 500L è particolarmente marcata, e l’insonorizzazione stessa, tanto per fare un esempio, indice di grande cura al dettaglio, è una delle migliori della categoria.
Fiat Tipo 2016
Ma tornando alla “doppia gamma”, se così può essere definita, del marchio torinese, il filo conduttore è sempre la piattaforma B-Wide. Il pianale su cui nasce la Tipo, infatti, vera e propria rappresentante della nuova politica Fiat nel campo delle auto concrete ed accessibili, è a grandi linee il medesimo della 500L (solamente allungato di 3 cm nel passo). Presentata a tre volumi prima e poi nelle rispettive versioni hatchback e station wagon, la vettura si presenta con un listino molto aggressivo: la tre volumi viene offerta in promozione a 12.500€. Un prezzo a dir poco stracciato per una berlina di ben 453 cm.
Ed ecco allora la realizzazione del piano della dirigenza Fiat: creare un duplice filo conduttore della gamma. Un vero e proprio sdoppiamento della offerta all’interno di uno stesso brand, di norma generalista, sfruttando al meglio l’immagine di vettura curata e ben fatta che in meno di 10 anni la 500 è riuscita a creare su di sé.
E stando ai primi risultati, specie nel caso delle Tipo 3 volumi, un genere di auto poco in voga in italia, il successo è clamoroso. Solo nei primi due mesi del 2016 sono state immatricolate oltre 3000 Tipo.
Fiat Panda
Completa il quadro la Panda, che nonostante cominci ad avere i suoi anni sulle spalle, continua ad essere molto attuale ed apprezzata, come dimostra il +46% nelle vendite fatto registrare nei primi due mesi del 2016. La Punto per il momento resta un grande punto interrogativo e in Fiat stessa si dicono ancora indecisi sul futuro commerciale di una vettura che, però, ha letteralmente trainato la casa automobilistica torinese per molti anni e che ha venduto svariati milioni di esemplari.
Tutto ciò è il segno che le politiche adottate dalla dirigenza Fiat funzionano, galvanizzate dalle nuove opportunità che la fusione con Chrysler ha permesso di cogliere e che finalmente si ricomincia a puntare sulla qualità del prodotto e sul prodotto stesso, senza continui rimandi. La politica ora deve essere quella di svecchiamento della gamma: è necessario puntare su una immagine nuova, di affidabilità e qualitativamente valida per tutti i brand del gruppo e una strada può essere proprio quella di offrire due fasce di vetture, ciascuna con un proprio target di clientela.
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