Arriva la razionalizzazione programmata dal ministero dell’Interno. Prevede un graduale incremento del personale della Polizia Stradale per arrivare a un organico di 12.986. Risultato, dice l’Asaps (Amici Polstrada), 368 operatori in meno. E meno Polizia sulle strade statali.
Polizia sulle strade statali: meno distaccamenti
È anche programmata la soppressione di diversi distaccamenti come:
- Casalecchio, Lugo, Rocca S.C. in Emilia-Romagna;
- Ceva, Borgomanero, Domodossola in Piemonte;
- Finale Ligure e Sanremo in Liguria;
- Fonni in Sardegna;
- Ruvo di Puglia e Spinazzola in Puglia.
Obiettivo: l’istituzione della nuova Sezione di BAT (Barletta, Andria, Trani). Tutti posizionati sulle strade extraurbane, statali e provinciali, quelle col maggior numero di incidenti mortali. Insomma, meno Polstrada sulle Statali. I distaccamenti passano da 166 a 142 e sono ben 24 in meno.
Polstrada in autostrada: quanta ce n’è
Si potenzia la presenza della Polizia Stradale sulla sola rete autostradale, sganciandosi gradualmente dalla rete ordinaria delle strade extraurbane costituita dalle Statali e Provinciali. Occhio, dice l’Asaps: proprio quelle strade che hanno il maggior tasso di mortalità e sono le più rischiose in assoluto. Guai di notte sulle Statali quindi, con più alte probabilità di stragi del sabato sera. Meno Polizia uguale meno prevenzione.
Agenti Polstrada: quanti saranno
L’Asaps fa notare che il numero degli agenti e degli assistenti diminuirà da 9.638 a 7.723 unità: – 1.915 (-19%). Pare si vada verso burocratizzazione dell’impiego: più elettronica sulle strade con relative numerose contestazioni da seguire.
Sicurezza stradale: numeri allarmanti
Il fatto è che, secondo le stime preliminari Istat, nel primo semestre 2019, il totale delle vittime entro il trentesimo giorno (1.505, + 1,3%) è in lieve aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un numero orribile. L’indice di mortalità, calcolato come rapporto tra il numero dei morti e il numero degli incidenti con lesioni a persone moltiplicato 100, è pari a 1,8, stabile rispetto al primo semestre 2018: malissimo, visto che l’Unione europea impone miglioramenti.