Alcuni stabilimenti di produzione di FCA (e di altre aziende europee come BMW, Renault e Peugeot) potrebbero essere costretti a stoppare temporaneamente la produzione nel corso dei prossimi giorni a causa del Coronavirus. Il gruppo ha già adottato alcune misure di sicurezza per i suoi stabilimenti con l’obiettivo di azzerare i rischi legati alla diffusione del virus.
La diffusione del Coronavirus rappresenta un problema concreto per i fornitori degli stabilimenti FCA che potrebbero, quindi, trovarsi a corto di componenti a causa dello stop della produzione per diverse aziende che si trovano nelle aree colpite dal virus. E’ il caso dell’azienda MTA che ha una sede produttiva a Codogno, il comune di residenza del 38 enne che venerdì scorso è risultato il primo italiano affetto da Coronavirus in Lombardia, dando il via alla diffusione del virus che ad oggi conta più di 200 casi di contagio.
Nei suoi stabilimenti di Codogno, MTA produce componentistica per auto ed è fornitore di componenti per gli stabilimenti FCA di Mirafiori, Cassino e Melfi oltre che per lo stabilimento Sevel di Atessa. Nel giro di pochi giorni, a causa dell’impossibilità di riprendere la produzione a Codogno, per evidenti questioni di sicurezza, MTA non potrà consegnare agli stabilimenti i componenti necessari per continuare l’attività.
MTA vorrebbe avviare lo stabilimento con il 10% del personale
Stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano e dall’Ansa, sembrerebbe che le prime linee produttive degli stabilimenti FCA potrebbero iniziare a fermarsi già nel corso di questa settimana, a partire da mercoledì 26 febbraio. L’azienda lombarda avrebbe richiesto di riprendere l’attività produttiva a ranghi ridotti (con solo il 10% della forza lavoro) per poter rispettare le tempistiche di consegna e non causare un blocco della produzione in altri stabilimenti. Al momento, anche considerando l’assoluta priorità di arginare il diffondersi del Coronavirus, la produzione dei componenti non dovrebbe riprendere
In una nota stampa, MTA ha confermato la richiesta di una ripresa delle attività produttive. “La parziale ripresa delle attività di MTA Codogno permetterebbe all’azienda di poter espletare le consegne nelle tempistiche imposte dai clienti, consentendo agli stabilimenti italiani ed esteri delle case costruttrici di veicoli, con le quali collabora, di non interrompere le linee di produzione, evitando ulteriori aggravi dal punto di vista economico e sociale”
Secondo le stime dell’azienda, lo stop prolungato della produzione porterà allo stop degli stabilimenti italiani di FCA entro la fine di febbraio e nel corso del mese di marzo anche allo stop per tutti gli altri stabilimenti FCA in Europa e per alcuni siti di produzione di BMW, Peugeot e Renault. Successivamente, saranno costretti a fermarsi anche impianti in Europa di Jaguar Land Rover, Iveco, CNH e Same.
Il piano per la ripresa delle attività di produzione di MTA prevede l’impiego di circa 60 addetti “su un’ingente area coperta di 40.000 metri quadrati e previa verifica quotidiana dello stato di salute di ogni lavoratore, con riguardo ai sintomi e segni della COVID19”. Da notare che l’azienda ha confermato di aver già affrontato la diffusione del Coronavirus “nel proprio stabilimento produttivo cinese di Shangai” confermando di “conoscere tutte le procedure necessarie per continuare a produrre nella piena sicurezza dei propri lavoratori”.
Al momento, secondo i dati diffusi dagli organi di stampa, nella sola zona rossa della Lombardia sono fermi circa 80 stabilimenti di produzione di varie piccole e medie aziende. Da notare che anche un’altra dozzina di stabilimenti, di poco fuori la zona rossa, sono fermi per motivi precauzionali (molti addetti risiedono nelle aree colpite dal contagio). Maggiori dettagli sulle attività industriali e lavorative dell’area colpita dai primi casi di Coronavirus in Italia arriveranno di certo nei prossimi giorni.