Malgrado Sergio Pininfarina si lasciò sfuggire la nota frase “È la più bella berlina che abbiamo disegnato”, l’Alfa Romeo 164 quando venne presentata nel 1987 al Salone di Francoforte venne vista un po’ come una specie di eresia su quattro ruote. La storia dell’ultima alfa completamente disegnata da Pininfarina è di quelle belle ed emozionanti. L’Alfa Romeo 164, sebbene non fosse la prima Alfa a trazione anteriore, venne subito vista come un’eresia forse perché rappresentava un’ammiraglia e gli alfisti non ce la facevano a saperla con la trazione sulle ruote davanti. Ma le opinioni spesso cambiano, e a volte non è un male.
L’Alfa Romeo 164 viene presentata nel 1987 in sostituzione della poco apprezzata Alfa 6, dalla quale doveva raccogliere il testimone per provare a fare meglio. Il peccato più grande era forse sapere che la 164 nasceva da quel noto Progetto 4 che aveva fatto nascere la Lancia Thema, la Fiat Croma e la Saab 9000. Tutte nate tra l’84 e il 1985. La 164, arrivata più tardi rispetto alle sorelle, si discostava comunque da queste per vari motivi.
Il piano d’azione
In casa Alfa Romeo confidavano nell’esperienza e nelle indubbie capacità di Pininfarina. La nuova Alfa doveva incarnare il concetto di vettura top del marchio del Biscione. La vettura richiesta doveva essere una macchina moderna ma vicina al ricordo del blasone del marchio. L’ingegnere Enrico Fumia colse la palla al balzo e provò a rendere in maniera pratica le richieste promosse dall’Alfa Romeo. Nel 1982 compaiono le prime linee di quella che poi sarà l’Alfa Romeo 164, ma in piena era Fiat bisogna arrangiarsi e sfruttare l’accordo che prevedeva l’utilizzo esclusivo del pianale T4. Quindi si comincia a studiare la possibilità di introdurre assieme alla berlina anche le varianti wagon, cabrio e coupé. Tutte bocciate ad eccezione della 164 berlina.
Mentre le altre tre vetture del programma, Thema, Croma e 9000, possedevano le medesime portiere l’Alfa Romeo 164 no. Enrico Fumia, che si trovava alle prese col suo primo progetto destinato alla grande serie, riuscì nell’intendo di dare vita ad una delle berline più originali della storia. Al debutto la 164 venne subito tacciata di essere una vettura snaturata dallo strapotere Fiat. Ma così non era visto che comunque la cooperazione era cominciata già quando ancora Alfa e Fiat erano due cose separate.
I motori anima dell’Alfa
La vera anima Alfa della 164 erano i suoi motori. Quasi sicuramente se la 164 fosse nata con la trazione posteriore magari avrebbe avuto un successo anche maggiore. Ma la berlina era estremamente interessante da guidare grazie ad una perfetta regolazione delle geometrie del sistema sospensivo. Nel corso della sua carriera l’Alfa Romeo 164 riuscì ad ottenere diverse motorizzazioni. Si cominciò col quattro cilindri 2.0 Twin Spark in grado di erogare 145 cavalli, fino al 3.0 V6 Busso (188 cavalli che diventano 211 a partire dal 1992) che non ha bisogno di presentazioni e i brillanti motori turbodiesel 2.5 (114 cavalli che diventano 135 a partire dal 1992) che permisero alla 164 di essere dichiarata la diesel più veloce del mondo. Col diesel di derivazione VM fu infatti la prima vettura a gasolio a superare i 200 km/h di velocità massima.
Dell’unità Busso venne messa a disposizione anche una variante 2 litri turbo da 207 cavalli in modo da riuscire a mantenere lontana la tassazione dell’epoca sulle vetture più potenti. Tuttavia in precedenza la 164 si poteva anche avere con un 4 cilindri turbo 2.0 da 171 cavalli di potenza, già visto sulla Lancia Thema. A fine 1993 arriva la variante a trazione integrale Q4 spinta dal V6 3.0 da 231 cavalli e dotata di un cambio a sei rapporti. Quest’ultima variante è quella che possiede il più alto valore storico in questo momento, vista la sua rarità visto che a quel tempo la vettura pagava il superbollo riservato alle fuoristrada.
Una linea piacevole
L’Alfa Romeo 164 si presenta molto omogenea nelle linee esterne, caratterizzate da una profonda nervatura che viene integrata lungo tutta la fiancata dall’interessante profilo a cuneo. Un chiaro omaggio alle Giulietta che l’avevano preceduta. La linea in generale si presenta classica ma allo stesso tempo moderna, dominata da spigoli vivi e dal bellissimo trilobo frontale in declinazione moderna. La carrozzeria si presenta divisa in due sezioni: la parte superiore e quella inferiore. La divisione viene rimarcata con l’adozione di pannelli in plastica nella parte sottostante, un elemento che certifica la cura aerodinamica del sottoscocca.
Lo spot televisivo dell’Alfa Romeo 164
La scalfitura a cui si accennava, partiva dai fari anteriori dalla nota forma trapezoidale d’altronde lo stesso Enrico Fumia fu uno dei più interessanti designer di Pininfarina. Uno in grado di integrare la fanaleria nel disegno integrale della vettura. I fari della 164 assecondano l’inclinazione dello scudetto Alfa Romeo. È come se tutta la vettura fosse stata costruita partendo proprio dallo scudetto Alfa. I fendinebbia vengono inglobati molto in basso nel fascione anteriore. Al posteriore invece i fanali vengono inglobati in un elemento orizzontale a tutta larghezza derivante dalla nervatura che percorre la fiancata, decisamente in voga ai nostri giorni, ma non molto comunque all’epoca.
Un elemento di stile diventato poi un vero stilema per molti modelli successivi del marchio: 145, 146, 155 e le note Spider e GTV. La vettura risulta filante e piacevole, lunga 456 centimetri, larga 176 e in grado di realizzare un Cx ottimo: pari a 0,30. Dimensioni molto particolari per un’ammiraglia, centimetri in più in larghezza e in meno in lunghezza.
Interni quasi futuristici
Gli interni dell’Alfa Romeo 164 hanno veramente qualcosa di futuristico. Presentano linee particolarmente pulite alternate a tagli netti, sebbene la plastica nera forse ne appesantiva l’idea originaria. La strumentazione è inglobata all’interno di una sede generata dalla modanatura della consolle centrale che sale partendo dalla posizione centrale rispetto ai sedili anteriori per girare attorno agli strumenti. Il quadro strumenti è quindi suddiviso in due piani con un’impostazione sportiveggiante vicina ai concetti cari ad Alfa.
I sedili sono ampi, comodi ma ben profilati per garantire ottima tenuta anche in curva. Il cruscotto era disegnato sfruttando linee semplici, il mobiletto centrale aveva invece un aspetto quasi futuristico. C’erano moltissimi pulsanti a tastiera, posti uno di fianco all’altro con i quali si comandavano il climatizzatore ed altri elementi. Inoltre erano presenti alcuni display digitali e anche degli sportellini che permettevano di nasconderli alla vista quando non erano utili, capaci quindi di donare alla plancia un aspetto pulito e lineare.
La qualità dei rivestimenti, in velluto o pelle, era molto buona con moquette e tessuti parecchio resistenti all’usura. Inoltre la 164 era davvero molto silenziosa; all’interno si sentivano davvero pochissimi rumori provenienti dall’esterno. L’insonorizzazione come quella della 164 era poco diffusa all’epoca.
Prove di stabilità
La bella Alfa Romeo 164 a trazione anteriore aveva necessitato di alcune proverbiali modifiche all’apparato sospensivo, in nome di una maggiore agilità della berlina. Con la volontà di avvicinare quanto più possibile una trazione anteriore ad una vettura che trasferisce la sua potenza a terra servendosi dell’asse posteriore. Ne risultava un avantreno molto preciso, piantato a terra, degno di una eccezionale antenata di quella che poi venne definita da molti la migliore trazione anteriore di sempre: la futura 156.
Con un avantreno dotato di caratteristiche simili, veniva fuori un retrotreno che chiudeva quando l’acceleratore subiva una pressione inferiore. Quando il peso della berlina si trasferiva davanti la 164 scodava. Non si tratta di un difetto vero e proprio visto che anche oggi troviamo soluzioni simili mitigate dal noto ESP che la 164 ovviamente sconosceva.
Nel 1992 il più importante aggiornamento
L’Alfa romeo 164 riceve il suo aggiornamento più importante nel 1992, dopo cinque anni dal debutto. Aumenta la lunghezza fino a 467 centimetri (11 centimetri in più rispetto alla versione precedente) frutto più che altro dell’allungamento dei paraurti. Ma debutta l’elegantissima versione Super. Ora lo scudetto assume auna rilevanza maggiore e tutto il perimetro della vettura è interessato da una piacevole striscia cromata posta all’altezza dei paraurti.
Scompaiono anche le plastiche in basso. Vengono introdotti cerchi più grandi, da 16 pollici, e nuovi fari anteriori più piccoli e caratterizzati da un proiettore circolare. Sono nuovi anche i retrovisori elettrici, i rivestimenti in pelle e gli schermi del climatizzatore automatico ora più grandi. La strumentazione viene rivista, col contagiri e il tachimetro in posizione invertita, i pulsanti della consolle centrale sono rinnovati. C’è anche un nuovo contachilometri digitale, una consolle leggermente rivista e nuovi pannelli porta.
Ma l’Alfa Romeo 164 è stata una berlina internazionale. L’ultima Alfa Romeo commercializzata negli Stati Uniti, prima del 2014 quando Alfa ritorna negli USA con la 4C. In Asia sfrutta invece la denominazione Alfa Romeo 168, il motivo? Legato a questioni scaramantiche visto che il 4 in Cina simboleggia la morte, l’8 la salute e la prosperità. Indimenticabile la 164 Pro Car, esemplare unico utile alla partecipazione nel campionato mondiale FIA Production Car che non vide mai la luce. L’idea era quella di portare in pista vetture con la scocca di quelle di serie dotate di telai ultra leggeri e motori da Formula 1. La 164 Pro Car utilizzava un V10 da 3,5 litri accreditato di 620 cavalli che doveva equipaggiare la Ligier di Formula 1.
L’ultima di Pininfarina
Quella che da Sergio Pininfarina venne definita “la più bella berlina che abbiamo disegnato” è l’ultima Alfa Romeo interamente progettata dal carrozziere torinese. Pininfarina ci aveva preso, l’Alfa Romeo 164 aveva dimostrato che si poteva operare nel compromesso al di fuori del compromesso. Di certo la scelta di alcuni dettagli non proprio da ammiraglia, come alcune plastiche interne, non possono essere dettati dal genio di Pininfarina.
L’Alfa Romeo 164 possedeva una qualità estetica degna di nota. Una berlina nata in nome dell’eresia ma premiata dai risultati. Viene prodotta fino al giugno del 1997, dieci anni di onorato servizio che la terranno in listino ancora fino al 1998. Proprio nel 1998 arriverà la sostituta, si chiama 166 e non viene più prodotta ad Arese come la 164 ma nello stabilimento di Rivalta. La 164 rimarrà per sempre l’ultima ammiraglia del Biscione ad essere realizzata ad Arese. In dieci anni furono 268.757 gli esemplari usciti dalle linee di montaggio, dopo tredici anni dall’uscita di produzione non si intravedono all’orizzonte eredi dell’ultima Alfa di Pininfarina.