Quando in Pininfarina arriva la richiesta della Ferrari l’imperativo è uno e uno soltanto: sviluppare una 2+2 attorno ad un V12 veloce, molto veloce, che sia elegante come poche vetture del tempo. Nacque da queste volontà non velate la Ferrari 365 GT4 2+2, la vettura venne fornita di una linea che fece da apripista ad un ciclo stilistico di alto spessore utile a realizzare qualche anno dopo le 400 e 412. Quando venne presentata al Salone dell’Automobile di Parigi, nel 1972, non fu così difficile innamorarsene. Era bellissima.
Il disegno era opera dell’ingegnere Leonardo Fioravanti, mentre il possente V12 Ferrari era stato progettato dall’ingegnere Gioacchino Colombo. Le linee da berlina sportiva, spigolosa ed elegante, si perdevano nella cattiveria di un V12 da 340 cavalli. Ma la Ferrari 365 GT4 2+2 possedeva anche elementi di gran classe, a cominciare dalle particolari maniglie per le portiere per finire in quei cerchi in lega a cinque razze con motivo a stella col Cavallino Rampante al centro.
Una Ferrari in abito da sera
Le direttive che avrebbero portato alla nascita della splendida 365 GT4 2+2 vengono fornite a Fioravanti dallo stesso Enzo Ferrari. Il Drake desiderava una Ferrari che utilizzasse un V12 posto davanti all’abitacolo, dotata di quattro posti e soprattutto di una linea in grado di rappresentare all’estremo l’unico concetto di eleganza. La splendida storia della 365 GT4 2+2 comincia quindi al Salone di Parigi anno 1972 per rimanere la medesima fino al 1976 (ma la 365 GT4 2+2 dovette affrontare ben 17 anni di evoluzione, fino al 1989, divenendo 400, 400i e 412) quando l’epopea si chiuse con 521 esemplari prodotti e 3 prototipi.
La 365 GT4 2+2 era una Ferrari pura ma vestita con l’abito da sera. I quattro occupanti di un elegantissimo abitacolo potevano sfrecciare a velocità elevatissime senza rinunciare ai bagagli da riporre nell’elegante vano bagagli rivestito in moquette. Il passo era pari a 2700 millimetri che fornivano ottimi valori di abitabilità, sebbene chi stava dietro non possedeva lo stesso spazio dei due occupanti posti davanti. Ma la Ferrari era confortevole da guidare grazie anche al servosterzo di serie, elemento che con le sospensioni posteriori autolivellanti completava la dote di tecniche mai viste prima su vetture del tempo, mentre alcuni tratti stilistici ne caratterizzavano le linee uniche di una vettura divenuta presto un’icona.
All’esterno gli pneumatici venivano installati su quattro cerchi in lega leggera con cinque razze e disegno a stella con gallettone centrale. Tuttavia si potevano avere, su richiesta, i cerchi a raggi Borrani sebbene risultino presenti su pochissimi esemplari dell’epoca a causa della non apprezzata adattabilità con le linee a spigoli vivi della 365 GT4 2+2.
Dettagli che fanno la differenza
All’interno l’eleganza dei dettagli esterni si riversava in un abitacolo ben rifinito e confortevole. Il pannello strumenti e la console centrale risultavano praticamente derivati da quelli già visti sulla 365 GTC/4. Le finiture prevedevano rivestimenti in pelle di serie con i due sedili posteriori che risultavano tutto sommato comodi grazie alla buona altezza del cielo e dello spazio utile alle gambe. L’abitacolo risultava quindi molto luminoso grazie alle ampie superfici vetrate.
Entrati a bordo della Ferrari 365 GT4 2+2 colpiva subito l’ampia consolle centrale sormontata da quattro indicatori circolari rivolti verso il guidatore. Più in alto si trovavano invece le quattro bocche, anche queste circolari, per i flussi dell’aria fresca o calda della ventilazione che comprendeva di serie il condizionatore. Un volante a tre razze completava un interno d’altri tempi con sedili ampi e ben profilati. Di serie c’erano anche l’impianto stereo, gli alzacristalli elettrici, gli inserti in legno sulla plancia e il volante in legno.
Fuori la 365 GT4 2+2 era caratterizzata dai gruppi ottici anteriori retrattili che scomparivano da spenti nelle rispettive sedi rettangolari. C’erano poi i già citati cerchi a cinque raggi mentre molto belle erano le maniglie cromate a forma di ellisse, decisamente caratteristici i fanali posteriori caratterizzati da tre elementi circolari. Un dettaglio proveniente dalla 365 GTB/4 Daytona era l’intaglio semi circolare che percorreva la fiancata della vettura. Caratteristico della vettura era il gallettone a tre punte e i fanali posteriori.
Il corpo vettura realizzato in Pininfarina a Torino veniva poi spedito a Maranello per l’assemblaggio finale. Il disegno a tre volumi caratterizzato da spigoli e linee rette è un tratto distintivo della vettura che rendeva filante l’intero profilo della 365 GT4 2+2. Si costituiva così una Ferrari raffinata con un lungo cofano motore e quattro scarichi per i fumi provenienti dal suo poderoso V12.
L’anima nel motore
L’intera anima della Ferrari 365 GT4 2+2 risiedeva nei cinematismi che trovavano posto al di sotto del lungo cofano motore anteriore. D’altronde la cilindrata unitaria di 365,86 centimetri cubici forniva il nome all’elegante vettura che vedeva in quel V12, con due valvole per cilindro, la massima espressione motoristica di tutti i tempi, con buona pace dei tanti frazionamenti disponibili ora e allora. La doppia coppia di scarichi forniva un sound impressionante, come se il V12 si rendesse protagonista unico di un boato straordinario che diventa velocemente melodia.
Sulla Ferrari 365 GT4 2+2 si poteva coniugare la sportività di un propulsore unico con la quotidianità che sa offrire una vettura a quattro posti. Il V12 da 4,4 litri possedeva un doppio albero a camme in testa per ogni singola bancata di cilindri. La lubrificazione veniva realizzata con l’adozione di un carter umido abbinato a sei carburatori laterali a doppio corpo Weber 38 DCOE59/60 utili per alimentare il V12. Rispetto al V12 della 365 GTC/4 c’era una doppia bobina un distributore di accensione posto alle spalle dell’unità motrice. La potenza rimaneva la medesima, 340 cavalli con 420 Nm di coppia.
Anche la trasmissione rimane la medesima su entrambi i modelli sebbene sulla 365 GT4 2+2 veniva utilizzato un albero allungato complice la maggiore lunghezza del passo della granturismo. Cambiavano i rapporti finali e quelli delle marce singole, cinque in totale con trasmissione automatica. Uguali anche le sospensioni con sistema automatico di livellamento idraulico. Con questa impostazione la 365 GT4 2+2 ridefiniva l’intera esperienza di guida di casa Ferrari.
Pura emozione
Il suo telaio tubolare sospeso su elementi indipendenti all’anteriore e al posteriore in entrambi i casi con quadrilateri trasversali è pura emozione tra le curve. Sebbene i 1.500 chilogrammi, a vuoto, alla bilancia possono presentare il conto durante i cambi di direzione repentini. Ma è ben piantata a terra la 365 GT4 2+2 grazie anche ad una carreggiata posteriore da 1500 millimetri, più ampia dei 1470 millimetri all’anteriore dati utili, assieme al V12, a spingerla fino alla velocità massima di 245 chilometri orari.
La Ferrari 365 GT4 2+2 fu concepita per fornire una soluzione alla richiesta internazionale di vetture ad alte prestazioni, in grado di possedere un’abitabilità interna molto buona. Tuttavia la 365 GT4 2+2 non prese mai la via dell’America a causa di una legislazione che a quel tempo era molto stringente con costi per l’adeguamento ritenuti ben presto troppo elevati. Il bellissimo design delle linee tracciate da Pininfarina la rese una vettura disponibile per molti anni, utilizzata come base per i modelli citati più sopra.
La 365 GT4 2+2 è una coupé per stare comodi ma per correre, e per farlo forte. I suoi 340 cavalli scalpitano che è un piacere, liberi dall’essere domati da qualsivoglia diavoleria elettronica. Enzo Ferrari era innamorato della sua Ferrari 365 GT4 2+2, ancora oggi 48 anni dopo il suo debutto ne siamo innamorati anche noi.