C’è grande incertezza in Formula 1, condizionata com’è dal Coronavirus. La situazione risulta quindi molto incerta per quello che riguarda i primi Gran Premi della stagione 2020. Si ci mettono poi anche le restrizioni a chi proviene da quelle che sono considerate le aree a maggior rischio. Tra queste non possiamo escludere l’Italia, provengono da qui donne e uomini di Ferrari, Pirelli e AlphaTauri. Questi potrebbero ritrovarsi costretti a non poter entrare in questo o quel Paese.
Già all’inizio di questa settimana il Bahrain annunciava restrizioni per chi proviene da determinate aree, in modo da ridurre il più possibile il propagarsi dell’epidemia. Il Paese, che ospita il secondo round del Campionato Mondiale di Formula 1, ha dichiarato che impedisce temporaneamente l’ingresso a tutti i cittadini stranieri che hanno visitato Italia, Iraq, Cina, Hong Kong, Iran, Tailandia, Singapore, Malesia e Corea del Sud 14 giorni prima al loro arrivo in Bahrein. Sulla stessa linea anche il Vietnam che afferma: “tutti i viaggiatori che entrano in Vietnam da Cina, Corea del Sud, Italia e Iran devono effettuare dichiarazioni mediche e quarantena medica di 14 giorni prima di entrare nel Paese”.
Le dichiarazioni di Ross Brawn e Claire Williams
La Formula 1 andrebbe avanti lo stesso se mancassero una o più scuderie all’appello? In base a quanto dichiarato da Ross Brawn a Reuters pare di no. Brawn ha chiarito che se alla Ferrari o all’AlphaTauri, o di fatto a qualsiasi squadra, non fosse consentito l’ingresso in un qualche Paese, il Gran Premio di F1 non sarà dichiarato un evento “Campionato Mondiale”.
“Se a una squadra viene impedito di entrare in un Paese, non possiamo sostenere un Gran Premio”, ha detto Ross Brawn “tutto questo perché sarebbe praticamente ingiusto. Ovviamente se una squadra fa la propria scelta di non andare a un Gran Premio, questa sarà una loro decisione. Ma laddove a una squadra fosse impedito di partecipare a una gara a causa di una decisione del Paese ospitante, sarebbe difficile avere una competizione leale ed equa”.
Ricordiamo che l’epidemia di Coronavirus ha portato alla cancellazione del Gran Premio della Cina. Ora stanno aumentando le richieste alla Formula 1 di fare passi simili, soprattutto col Gran Premio del Vietnam, poiché il Paese condivide i propri confini con la Cina.
Claire Williams, afferma che la Formula 1 deve garantire che tutti, squadre e tifosi, siano al sicuro. “È una situazione incredibilmente grave”, ha detto a Motorsport.com “essendo uno sport globale che viaggia in tutto il mondo con migliaia e migliaia di persone intorno, e ciò non tiene conto anche del numero di fan che viaggiano durante ogni weekend. C’è così tanto movimento che dobbiamo essere incredibilmente responsabili e anche estremamente reattivi. Restiamo chiaramente in contatto con le autorità competenti, anche con la Formula 1. Ma la situazione sta cambiando letteralmente di ora in ora”
Ulteriori scenari
Si paventa inoltre la volontà di poter disputare un determinato Gran Premio senza renderlo valido ai fini del campionato mondiale, quindi privandolo dell’assegnazione di un punteggio valido. In questo momento Ross Brawn vorrebbe disputare tutte le gare sebbene la Formula 1 risulta responsabile di ogni decisione che verrà presa in futuro. Brawn ha ammesso “È una situazione molto grave, quindi non voglio sottovalutarla. Ma stiamo provando ad avere Gran Premi da disputare in modo responsabile. Ad esempio stiamo riducendo al minimo il numero di persone nel paddock, stiamo chiedendo ai team di inviare un numero minimo di persone di cui hanno bisogno per una gara”.
Nel frattempo col primo Gran Premio di Australia in programma dal prossimo 15 marzo, non è chiaro come andranno le cose. Sebbene gli organizzatori stiano procedendo con i normali preparativi per la realizzazione del Gran Premio. Ma c’è incertezza anche dopo le parole del Ministro per il Turismo, lo Sport e i Grandi Eventi del Paese: “Ogni indicazione proveniente dalla Formula 1 parla di un Gran Premio che andrà avanti come da programma. Siamo ormai vicini all’arrivo dei team a Melbourne. Detto questo, riconosco che la situazione sia estremamente dinamica, a tratti persino fuori controllo. Alcune decisioni potrebbero essere prese all’estero. Sono comunque molto fiducioso sebbene non posso confermare nulla”.
Tornando al Vietnam, Ross Brawn ha detto “lì vogliono il Gran Premio ma allo stesso tempo vogliono anche proteggere la loro popolazione. Vogliamo capire quale sarà la soluzione giusta affinché tutti siano a proprio agio con le disposizioni fornite”. Ora che mancano meno di 10 giorni all’avvio del Mondiale di Formula 1, tutto appare sempre più incerto.