È chiaro ormai che il Campionato di Formula 1 2020 si sta aprendo in piena emergenza Coronavirus, con la preoccupazione sempre vigile sulla stagione che sta per aprirsi. La preoccupazione è divenuta maggiore ora che anche il Vietnam pare stia andando verso la direzione dell’annullamento sempre per ragioni legate alla sicurezza in merito all’ormai imperante Coronavirus. Una situazione che ricorda da vicino quella vissuta già dal Gran Premio della Cina. Bisogna però dire che in questo momento in Vietnam si registrano soltanto 38 casi di Coronavirus, sebbene nei giorni scorsi era stato registrato un focolaio ad Hanoi che è la capitale dove ha sede il Gran Premio.
Già Chase Carey, a capo di Liberty Media, è giunto in Vietnam per comprendere l’andamento della situazione. Ricordiamo che il Gran Premio del Vietnam dovrebbe debuttare in calendario per la prima volta proprio quest’anno. Sul futuro del Gran Premio vietnamita, oggettivamente, si saprà qualcosa in più entro la fine di questa settimana. Fino a questo momento gli organizzatori sono apparsi sicuri del regolare avanzamento del progetto e quindi non escludono che il Gran Premio si disputerà regolarmente. Sebbene le indiscrezioni parlino già della posticipazione del Gran Premio.
L’ipotesi Bahrain
Pare che Chase Carey abbia già intenzione di sviluppare un piano B se la situazione dovesse degenerare. L’appuntamento del Vietnam appare quindi in bilico. Addirittura si prospetta un doppio Gran Premio da disputarsi in Bahrain. Il Gran Premio consueto è già in programma il prossimo 22 marzo e sappiamo già che si disputerà a porte chiuse, la seconda possibilità potrebbe eventualmente configurarsi al posto del Vietnam: il 5 aprile.
In questo modo i team e il personale che segue il Circus potrebbe sfruttare la quarantena nel Paese evitando così di viaggiare e intraprendere contatti altrove. Una situazione molto particolare se correlata al caso dei tre presunti casi di Coronavirus che sono stati isolati in Australia, tutti all’interno di due team. A Melbourne la situazione è comunque delicata visto che 11 nuovi casi di COVID-19 preoccupano gli organizzatori che hanno scelto di disporre l’apertura regolare delle tribune al pubblico. Non sono pochi quelli che protestano per l’annullamento del Gran Premio e a Sidney sono apparse anche scritte inneggianti allo stop del GP.
Un Gran Premio complicato
La situazione si complica in Australia. A Melbourne, dopo il caso confermato di Coronavirus all’interno dell’hotel di Melbourne, la situazione non è delle migliori. Tre addetti appartenenti al team Haas e McLaren sono stati indirizzati alla quarantena dopo aver riscontrato sintomi simili a quelli del COVID-19. Già gli altri team stanno prendendo tutte le opportune precauzioni, utili a fermare l’insorgenza di un possibile focolaio che potrebbe colpire il paddock di Melbourne.
Si tratta quindi di due membri della Haas e di uno in forza alla McLaren. Sulla situazione in casa McLaren hanno già diffuso un comunicato che ammette l’autoisolamento di un membro della loro squadra “per precauzione dopo aver mostrato sintomi simili al Coronavirus. Stiamo aspettando comunque i risultati dei test e al momento non sappiamo quando saranno disponibili. Col team stiamo proseguendo col programma regolarmente”.
In ogni caso fino ad ora non sono giunte dichiarazioni su un possibile stop del Gran Premio, almeno non fino a quando si saprà qualcosa in più sui risultati dei tamponi effettuati. Inoltre è emerso che il paziente interessato dal Coronavirus nell’hotel di Melbourne aveva ignorato per alcuni giorni i sintomi della malattia. In ogni caso l’hotel era stato già messo in quarantena prima dell’arrivo del personale in circuito, quindi non dovrebbe configurare possibili problemi ai team. Nel frattempo a Melbourne è stata bandita la sessione di autografi.