Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha dichiarato ieri che un dipendente dello stabilimento di Kokomo (nell’Indiana) è risultato positivo al coronavirus. Nonostante ciò, il gruppo automobilistico italo-americano ha affermato che la fabbrica continuerà a rimanere aperta e a funzionare come sempre.
Dopo questa rivelazione, l’azienda ha deciso di mettere in quarantena sia il dipendente che alcuni collaboratori che hanno avuto rapporti con esso. FCA ha affermato che sta implementando ulteriori misure di sanificazione in tutta la struttura per evitare problemi.
FCA: un lavoratore del sito di Kokomo è stato messo in quarantena
Il gruppo guidato da Mike Manley, inoltre, sta annullando tutte le riunioni a meno che non siano molto importanti e sfrutterà le app di videoconferenza per farle da remoto. Sono stati anche cancellati i viaggi non importanti.
Come riportato in un recente articolo, Fiat Chrysler Automobiles ha interrotto temporaneamente le operazioni in alcuni stabilimenti presenti in Italia e ridurrà il tasso di produzione.
Attraverso una dichiarazione, FCA ha detto di aver intensificato le misure di protezione nelle sue strutture, ossia effettuare una pulizia intensiva in tutte le aree di lavoro e di sosta per sostenere le direttive del Governo italiano, volte a frenare la diffusione del COVID-19.
Il portavoce del gruppo ha dichiarato che gli impianti colpiti sono Pomigliano, Melfi, Atessa e Cassino che si sono fermati per due o tre giorni tra mercoledì e sabato. Infine, la fonte ha aggiunto che le chiusure temporanee non sono in alcun modo collegate a interruzioni delle forniture di ricambi per auto.