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Comprare un’auto usata in pandemia coronavirus

Molti credono che non si possa acquistare un usato in epoca di Covid-19. Invece sì, eccome: ve li spiega ClubAlfa.it

comprare auto usata

Domanda: posso comprare un’auto usata in pandemia coronavirus? Risposta: sì. Molti credono invece che non si possa acquistare un usato in epoca di Covid-19, ma ClubAlfa.it vi dà alcune dritte per mettere a segno il colpo.

1) Comprare un’auto usata in pandemia coronavirus

Siccome gli uffici del Pubblico registro automobilistico sono chiusi al pubblico, allora il pensiero comune è che la compravendita dell’usato sia ko. Bufala. Gli uffici Pra, gestiti dall’ACI (Automobile club d’Italia) assicurano tramite smart working o altri canali la piena operatività dello Sportello telematico dell’automobilista. Bisogna trovare, in questi giorni di lockdown, un’agenzia di pratiche automobilistiche. Che riceva il pubblico e possa avviare l’iter, spiega l’Aci. Operazione difficile. Non c’è il trapasso dell’auto a distanza. Il numero verde Aci 800.18.34.34  aiuta solo chi va in agenzia.

I 5.000 che trovano risposta sulle pratiche auto

Nelle ultime due settimane, più di 5.000 automobilisti hanno trovato risposta su patenti, libretti di circolazione, bolli auto, pratiche e visure PRA. Dove? Tramite gli speciali canali attivati dall’Automobile Club d’Italia in questo periodo di emergenza sanitaria. Ecco cosa sapere.

  • Da metà marzo sono pervenute 3.913 chiamate al numero verde 800.18.34.34  (operativo dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 14, festivi esclusi) e 1.171 messaggi alla mail presidiourpcovid19@aci.it.
  • Cosa interessa? Scadenza e rinnovo di patente, foglio rosa e libretto di circolazione gli argomenti più gettonati. Ma anche assistenza e disbrigo di pratiche e visure PRA. Più le tasse automobilistiche. Apprezzate le informazioni sull’operatività degli uffici del Pubblico Registro Automobilistico.

Compravendita usato: occhio al contagio

Comunque, una volta sbrigate, grazie ai consigli Aci, le pratiche burocratiche, in primo piano c’è la salute. Fra compratore e venditore, nessuna stretta di mano. Sì alla distanza interpersonale. Il compratore, per prassi, paga il trapasso (una botta di minimo 400 euro per la più scassata delle auto). Ma è buona regola che il venditore pulisca a fondo la macchina prima di venderla: nell’abitacolo per un certo lasso di tempo il coronavirus resta vivo.

Numerosi carrozzieri di Federcarrozzieri (Federazione carrozzerie indipendenti) effettuano la sanificazione tramite ozono: nessuna prova che il corona muoia, ma un ambiente pulito al massimo. Qualora invece il compratore voglia fare da sé, può guidare con mascherina e guanti l’auto comprata. E farla sanificare. O almeno può pulirla egli stesso sia dentro sia fuori.

Le tasse sull’usato restano

Tutto è bloccato: bolli, assicurazioni, patenti, fogli rosa. Ma l’Ipt è viva e vegeta. Imposta provinciale di trascrizione. Quell’Ipt che doveva morire, e invece è ancora lì a dispetto di disegni legge che volevano cancellarla. Incamerata da enti (le Province) che sono sempre grate agli automobilisti di vivere.

Basti pensare che, come ricorda l’Aci, l’Ipt è dovuta per ciascun veicolo al momento di alcune richieste all’Unità territoriale Aci (Pra). L’importo base è stabilito con decreto. Ai fini del calcolo proporzionale dell’Imposta, gli importi unitari oltre i 53 kW da moltiplicare per il numero dei KW vanno arrotondati ai due decimali. Le Province possono aumentare l’importo stabilito dal ministero fino a un massimo del 30%. Anche col coronavirus.

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