Alfa Romeo, Fiat e Maserati sono tra le principali protagoniste della ripartenza della produzione di motori avvenuta nel nostro paese nell’arco dell’ultimo anno. Vm di Cento, Termoli e Pratola Serra, in capo a Fiat Chrysler Automobiles, e il polo Fpt di Foggia, nel perimetro Cnh Industrial, sono i quattro poli in cui avviene la produzione dei motori made in italy.
Questo senza dimenticare che si tratta di uno dei comparti del settore più importanti in assoluto. Fim Cisl ha comunicato di recente che in Italia sono stati prodotti oltre 1 milione e mezzo di motori. Tra l’altro questi dati non tengono conto dei motori prodotti a Maranello da Ferrari.
Sebbene il settore sia in crescita dal 2014, nel 2015 vi è stato il maggiore exploit. Basti pensare che l’aumento rispetto all’anno precedente è stato pari a +20,56%. Nella prima parte del 2016 invece vi è stato un assestamento di questi dati che dunque non sono cresciuti ulteriormente, questo a causa della crisi del motore diesel negli Usa, paese in cui modelli di questo tipo ultimamente stanno andando molto meno.
Nella seconda metà del 2016 però le cose dovrebbero andare diversamente questo sempre grazie ad Alfa Romeo, Fiat e Maserati ed in particolare all’arrivo sul mercato di modelli quali Maserati Levante e Alfa Romeo Giulia.
Segnaliamo anche che a partire dal 2013 sono aumentate e di molto anche le esportazioni di motori italiani all’estero. Lo stabilimento di Termoli è quello che produce il maggior numero di motori in Italia. Qui tra gli altri vengono prodotti anche i motori di derivazione Ferrari di Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio. Ovviamente questo boom favorisce l’occupazione. Si segnalano infatti nuove assunzioni a Termoli e secondo i sindacati il 2016 potrebbe essere veramente l’anno della svolta.
Unica eccezione a quanto detto fino ad ora è rappresentato dalla situazione della VM di Cento. In quello stabilimento vengono realizzate i principali motori diesel ad alta cilindrata destinati alle Jeep. Dal 2016 qui c’è stato un rallentamento della produzione, con una sessantina di giorni di cassa integrazione ordinaria. Ma comunque Fiat Chrysler punta forte su questo polo per il futuro.
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