Sebbene qualche smentita era circolata nel corso di questa settimana, i rapporti tra Sebastian Vettel e la Scuderia Ferrari erano ormai giunti alla fase finale. Si poteva percepire tutto questo da differenti aspetti, sebbene l’ufficialità delle cose è arrivata soltanto oggi. Forse bisognava rivedere le rispettive posizioni, forse bisognava capirsi e comprendersi un po’ di più ma così non è stato e quindi la naturalità delle cose avrebbe comunque portato a questa tipologia di scelta.
Il consenso sembra lontano. La relazione che ha legato Vettel e la Rossa di Maranello era ormai traballante e non si sarebbe dovuta concludere in questo modo. Di certo le dichiarazioni da ambo le parti sono apparse rispettose, sebbene la giusta sofferenza sembra attraversare a linee maggiori il buon Sebastian. Uno che era arrivato in Ferrari col sogno di replicare il suo più grande idolo, in Rosso anche lui, che se ne va con le braccia cadute di chi ha avuto ben poco da sfruttare vicissitudini e monoposto lontane dalla competitività. Purtroppo.
Meglio andarsene così
La possibilità di provare a proseguire in Ferrari pare fosse possibile, a specifiche condizioni ovvero quelle che con molta probabilità lo avrebbero relegato a seconda guida, a un contratto annuale e ad un ridimensionamento economico. Per carità, tutto fattibile ma non adatto a un Sebastian Vettel Campione del Mondo e ancora in grado di dire la sua. Ma la colpa non è di nessuno, in questo caso, o perlomeno non siamo qui per trovare un colpevole o per giudicare un condannato. Forse le cose dovevano andare così ma ormai da troppo tempo questa Ferrari non riesce più ad esprimersi per come dovrebbe. Forse l’arrivo di Charles Leclerc potrà ridimensionare tante cose, riuscendo magari a rimediare ad anni complicati e lontani dalle possibilità di raggiungere la vetta.
Uno di nome Ayrton Senna una volta ammise che il guadagno convive di pari passo con la valenza di un ottimo pilota. Forse il denaro, che come Vettel ha dichiarato non ha influito nella separazione, ha avuto un peso simbolico nella vicenda. Vicino alla concezione del compianto Ayrton.
E se il rapporto tra Vettel e la Ferrari si fosse incrinato il 22 luglio del 2018 alla Sachs-Kurve del circuito di Hockenheim? Lo pensano in tanti. Da quell’evento Sebastian Vettel non è apparso più lo stesso, ma forse nemmeno la Ferrari in riferimento al tedesco è apparsa differente e distaccata. Pur provando a non fare percepire mutamenti di ogni sorta. D’altronde Sebastian proprio oggi ha anche detto che è venuta a mancare “la sintonia con la squadra”.
La prima scelta
Volendo essere sinceri, non è passato nemmeno tanto tempo da quando il team principal della Scuderia ammetteva che Vettel rappresentava “la prima scelta”. Ma la trattativa ha dovuto fare i conti con situazioni divenute via via insormontabili. Per alcuni c’entra pure la politica Ferrari divenuta troppo e troppo presto Leclerc-centrica. Il monegasco, sebbene (pare) abbia violato alcuni precisi accordi interni alla Scuderia nel 2019 (anno del suo debutto in Ferrari), è stato comunque trattato da Maranello come l’uomo su cui contare guadagnandosi appoggi e simpatie in tempi brevissimi.
Se il denaro quindi non rappresenta la causa del divorzio, una seconda possibilità andrebbe ricercata nella dubbia competitività della monoposto di Maranello. I test pre stagionali del Montmelò avevano fatto vedere una SF1000 parsa in affanno. Non si è riuscito a comprendere se le prestazioni, per certi versi apparse molto poco incisive, derivassero da un atteggiamento conservativo o da una monoposto ancora lontana dalla ricerca della corretta prestazione. Un pilota esperto come Vettel potrebbe essersi accorto che le cose non andavano per il verso giusto, ancora una volta.
A volte le storie d’amore finiscono. Quella che legava Sebastian Vettel alla Scuderia Ferrari sembrava possedere tutte le caratteristiche di un grande amore, capace di replicare nei colori e nelle sensazioni un tempo che sembra ormai lontano a trazione Schumacher. Ma anche i campioni possono gestire le tensioni fino al limite di rottura, superato il quale non si può più tornare indietro. E forse in questo particolare giorno di maggio qualcosa si è rotto e risanarlo era veramente impossibile.