Ultimi aggiornamenti sulla questione relativa al presunto scandalo emissioni di Fiat Chrysler in Germania. La Commissione europea ha confermato di aver ricevuto una richiesta da parte del Ministero dei Trasporti tedesco di intervenire in relazione alla presunta manipolazione dei motori del costruttore italo americano, al fine di nascondere i livelli effettivi di contaminazione. “Il 2 settembre, la Commissione Europea ha ricevuto una richiesta da parte del Ministero dei Trasporti tedesco di mediare nel dialogo con le autorità italiane sulla conformità della Fiat con la legislazione europea approvata”, hanno detto fonti comunitarie.
Le stesse fonti hanno ricordato che, nel quadro giuridico attuale, la Commissione Europea ha la responsabilità di correggere le eventuali irregolarità per gli Stati membri che hanno rilasciato l’omologazione. Quando un altro paese dell’UE mette in discussione i controlli dell’altro e non si raggiunge un accordo tra i due, vi è la possibilità che Bruxelles possa mediare, hanno detto. “Ora vedremo le autorità tedesche e italiane per quanto possibile, al fine di facilitare una comprensione comune” tenendo conto del fatto che il ruolo dell’esecutivo dell’UE nell’ambito del quadro giuridico attuale è quello di “mediare, non arbitrare”, hanno detto le stesse fonti.
Essi hanno inoltre ricordato che la Commissione Europea ha presentato una proposta legislativa il 27 gennaio scorso al fine di rivedere l’attuale quadro di approvazione che, se adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio potrebbe introdurre una maggiore vigilanza a livello europeo e dare maggiori poteri all’Unione Europea. Il Ministero dei Trasporti tedesco ha confermato Venerdì che il Federal Bureau of Motor Vehicles (KBA), che studia le emissioni di oltre 50 modelli di venti produttori, sia tedeschi che stranieri, in seguito al caso di Volkswagen (VW ), ha chiesto che le autorità agiscano nei confronti di Fiat Chrysler.
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Secondo il quotidiano “Bild am Sonntag”, il produttore di componenti Bosch, ha confermato un paio di settimane fa, che Fiat Chrysler ha usato in alcuni modelli diesel Euro6 “software, applicazioni e calibrazioni” sospette e “forse non regolate per legge” . Il quotidiano osserva che diversi test condotti dalla KBA hanno stabilito che in alcuni modelli di Fiat Chrysler le emissioni pulite venivano modificate da un software per i primi 22 minuti, quando la verifica delle autorità di omologazione hanno una durata di soli 20 minuti. Ciò si traduce in emissioni di ossidi di azoto (NOx) “dieci volte superiore al massimo livello”, cita il giornale. Per KBA, questo costituisce “prova sufficiente” circa l’esistenza di un “dispositivo di interruzione illegale”. Ciò permette di richiedere alle autorità italiane di trarre le dovute conseguenze.
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