I 5,5 miliardi di euro di dividendi che Fiat Chrysler intende pagare ai suoi azionisti nel contesto della sua fusione con PSA potrebbero essere soggetti a controllo da parte delle autorità italiane con le quali il produttore ha richiesto una garanzia su un prestito di 6,3 miliardi di euro, secondo quanto è stato appreso martedì da una fonte governativa. L’ipotesi del pagamento di un dividendo di tale entità in un momento in cui la crisi sanitaria legata al coronavirus ha costretto molte industrie a richiedere il sostegno statale suscita a Roma una vivace controversia e alimenta le tensioni all’interno del governo guidato da Giuseppe Conte.
“Nelle discussioni con il gruppo, il dividendo eccezionale non è ancora stato discusso. Ma se mi chiedi se il governo non imporrà alcuna condizione nel prossimo futuro, direi che è troppo presto per dirlo”, ha detto la fonte Reuters. Fiat Chrysler (FCA) ha annunciato la scorsa settimana che la sua parte italiana stava lavorando con il governo italiano in modo che quest’ultimo garantisse l’80% di un prestito di 6,3 miliardi di euro che dovrebbe consentirgli di superare le ricadute economiche della crisi sanitaria.
L’uso del debito non costituisce di per sé un ostacolo al pagamento del dividendo eccezionale previsto dall’accordo di fusione, da un lato perché non deve essere effettuato prima del 2021, dall’altro perché deve essere di Fiat Chrysler Automobiles NV, un’entità olandese. “La maggior parte di noi si oppone al pagamento del super-dividendo FCA”, ha detto a Reuters una fonte senior all’interno della maggioranza della coalizione governativa, M5S.
Ma il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha sottolineato lunedì che la prospettiva della fusione di Fiat Chrysler e PSA, potenziale numero 4 nel mondo dell’automobile, ha giustificato una spinta da Roma. “Ciò che il governo ha fatto e ciò che continuerà a fare è fornire denaro per ancorare la FCA in Italia”, ha dichiarato il ministro del Partito Democratico, membro della coalizione governativa. La scorsa settimana FCA e PSA hanno annunciato di aver rinunciato ai dividendi per l’anno fiscale 2019 “a causa della pandemia di coronavirus”.
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