Nel pomeriggio di oggi, come anticipato già nella giornata di ieri, si è riunito il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo per valutare la richiesta di finanziamento da 6.3 miliardi di Euro avanzata da FCA Italy sulla base del recente decreto governativo che permetterebbe all’azienda di ottenere sino all’80% di garanzie statali per la linea di credito.
Come riportato dall’Ansa, il CdA di Intesa Sanpaolo ha approvato la richiesta di FCA per il maxi prestito da 6.3 miliardi di Euro dando così un importante contributo alla conclusione dell’operazione che, ricordiamo, deve ricevere l’ok da parte dello Stato che metterà a disposizione garanzie pubbliche da parte di Sace.
La delibera del consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo diventerà effettiva solo quando arriverà l’approvazione da parte dello Stato italiano con un decreto del Mef che dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dopo l’approvazione della Corte dei Conti, seguendo quanto indicato dal recente decreto Liquidità dello scorso mese di aprile.
Una volta che l’operazione sarà conclusa, FCA avrà a disposizione oltre 6 miliardi di Euro da investire in Italia per affrontare gli effetti della crisi economica legata all’epidemia di Coronavirus. Come chiarito dall’azienda nei giorni scorsi, infatti, il finanziamento che verrà rilasciato con garanzie statali da Intesa “è destinato esclusivamente alle attività italiane e al sostegno della filiera automotive in Italia, composta da circa 10.000 piccole e medie imprese”.
Anche John Elkann, nel suo ultimo intervento della settimana scorsa agli azionisti di Exor, ha sottolineato l’importanza di quest’operazione e le finalità della nuova linea di credito che l’azienda otterrà da Intesa Sanpaolo. Secondo Elkann, infatti, il prestito “E’ disegnato per aiutare l’intero settore auto in Italia, serve a garantire liquidità in questo periodo”. FCA dovrà restituire l’importo ottenuto in prestito nel giro di tre anni.
Ricordiamo che la richiesta di prestito da parte di FCA, nei giorni scorsi, ha suscitato enormi polemiche a livello politico sia per la sede non italiana del gruppo FCA (l’operazione è comunque portata avanti da FCA Italy) che per il maxi dividendo da 5.5 miliardi di Euro che FCA dovrà emettere per completare l’operazione di fusione con PSA.
Il dividendo, come sottolineato da Elkann la scorsa settimana, fa parte degli accordi scritti nel memorandum d’intesa dello scorso dicembre e tali accordi non possono essere messi in discussione. Ora la palla passerà allo Stato italiano che dovrà valutare il da farsi ed, eventualmente, dare l’ok definitivo all’operazione avviando la procedura prevista dal recente decreto Liquidità.
Ricordiamo che sull’operazione l’attuale ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha assicurato che verranno “imposte condizioni molto rigide” per FCA che dovrà garantire che tutte “le risorse siano tutte utilizzate per il pagamento della filiera di fornitori in Italia”. L’azienda, secondo quando dichiarato da Gualtieri, sarà tenuta a confermare anche “tutti gli investimenti che si era impegnata a fare”.
Il prestito servirà al completamento del “Piano Italia” nei tempi previsti?
Il prestito, inoltre, dovrebbe garantire la conferma di tutti gli investimenti previsti dal “Piano Italia”, il piano industriale del gruppo per gli stabilimenti italiani. Questo piano è partito ad inizio 2020 con il lancio della prima auto elettrificata prodotta in Italia (la Panda Hybrid), l’avvio della produzione della Compass nello stabilimento di Melfi, il debutto delle prime plug-in (Compass e Renegade) prodotte in Italia e, soprattutto, la presentazione della nuova Fiat 500, la city car elettrica prossima ad entrare in produzione a Mirafiori.
Nel “Piano Italia” sono previsti tantissimi altri progetti come la rifondazione completa della gamma Maserati, che dovrebbe registrare il debutto di ben 10 novità tra il 2020 ed il 2023, e il lancio del nuovo Alfa Romeo Tonale, il C-SUV che rappresenta un progetto chiave per il futuro del marchio Alfa Romeo nel corso dei prossimi anni.
Al momento, il piano industriale di Maserati si è arrestato con la presentazione della Maserati MC20 posticipata a settembre e i restyling di Ghibli, Levante e Quattroporte (con relative varianti plug-in hybrid) ancora in attesa di un debutto. Anche il Maserati D-SUV, i cui lavori di pre-produzione dovevano partire lo scorso marzo a Cassino, è in stand-by.
Per quanto riguarda Alfa Romeo, invece, la scorsa settimana è arrivata la conferma che i lavori di aggiornamento dell’impianto di Pomigliano d’Arco, sede scelta per la produzione del Tonale, non sono ancora iniziati e che serviranno almeno altri 18 mesi per l’avvio delle vendite del nuovo C-SUV della casa italiana.
L’ok al maxi prestito da parte di Intesa Sanpaolo e la probabile approvazione dell’operazione da parte del Governo italiano dovrebbero velocizzare l’avvio dei progetti del Piano Italia. Ricordiamo che, stando a quanto dichiarato in passato da FCA, il nuovo piano industriale, una volta che tutti i progetti previsti saranno entrati in produzione, garantirà la piena occupazione negli stabilimenti italiani, con evidenti effetti positivi anche sull’indotto e su tutta la filiera automotive italiana.
Maggiori dettagli in merito al prestito richiesto da FCA e sul nuovo “Piano Italia” arriveranno di certo nel corso dei prossimi giorni. Continuate a seguirci per saperne di più.