A detta degli esperti del settore e degli addetti ai lavori questo doveva essere l’anno di FCA e di Reid Bigland nel mondo dei motori. Sotto la sua guida, Fiat Chrysler Automobiles è riuscita a superare i suoi concorrenti in Canada per la prima volta nella storia della casa automobilistica grazie a dati di vendita senza precedenti, anche negli Usa le vendite sono segnalate in aumento in maniera piuttosto netta. Il successo ha garantito a Reid Bigland una promozione a capo dei marchi Alfa Romeo e Maserati di Fiat Chrysler, facendo di lui uno dei più fidati collaborati dell’amministratore delegato del gruppo italo americano, Sergio Marchionne.
Ora, il 49enne top manager di FCA, capo delle vendite negli Stati Uniti per il suo gruppo e amministratore delegato di Fiat Chrysler Canada, è al centro di indagini penali e regolamentari a causa di accuse pesanti secondo cui FCA avrebbe fraudolentemente pubblicizzato i suoi numeri di vendite mensili, che in realtà erano inferiori a quelli dichiarati, cosa che in Nord America è considerata illegale. La questione ha implicazioni che possono andare ben al di là di Fiat Chrysler, potenzialmente rovesciando il modo in cui l’industria automobilistica degli Stati Uniti segnala le vendite delle proprie automobili.
Per molti concessionari in tutto il paese, è solo un dato di fatto che Bigland, è un oratore carismatico con le caratteristiche fisiche di un culturista, spinge con forza per ottenere i risultati. Per i suoi impiegati, lui è il leader duro ma leale, allo stesso tempo amato, ma volte temuto per le sue richieste sempre crescenti per ottenere vendite più elevate. I fabbricanti d’automobili hanno appoggiato i concessionari per decenni per la vendita delle loro auto, una pressione che è stata a lungo accettata come parte del business.
I dati di vendita inoltre hanno anche un’altra funzione e cioè quella di spingere gli investitori ad acquistare azioni pesando quelle che sono le vendite mensili per capire come l’azienda sta andando. Questa materia dunque negli Usa è considerata una cosa molto delicata e ora il governo sta mettendo in discussione la tattica di Fiat Chrysler, indagando se questa può essere considerata come una condotta criminale.
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La firma di Bigland viene visualizzata su documenti depositati presso la Securities and Exchange Commission i quali contengono alcune delle cifre di vendita contestate. I rapporti di vendita mensili contengono spesso dichiarazioni di Bigland che reclamizza i risultati mensili e una striscia di vendite in continuo aumento che andava avanti dal 2010. La striscia di vendite è stato anche evidenziato in altri documenti depositati, tra cui la relazione annuale di Fiat Chrysler nel 2015.
Gli investigatori federali sono desiderosi di determinare se i documenti sono stati falsificati e, in caso affermativo, se i funzionari dell’azienda possono aver saputo cosa stavano firmando. Le indagini seguono cause legali presentate quest’anno, secondo cui i funzionari di FCA avrebbero offerto soldi ai concessionari allo scopo di falsificare le vendite.
Per il momento da FCA tutto tace, anche se Marchionne il mese scorso ha detto che la sua società sta collaborando con le autorità per capire se qualcosa di illecito è realmente avvenuto. Ovviamente la notizia è stata un duro colpo per FCA infatti gli investitori hanno perso fiducia, in seguito a tali accuse e il titolo è calato in borsa. Al momento si vocifera che il Dipartimento di Giustizia sta indagando per capire se in questa faccenda vi sarebbe il coinvolgimento di dirigenti importanti di FCA come ad esempio lo stesso Reid Bigland. Al momento non arrivano commenti sulla questione, vi terremmo aggiornati se ci saranno novità importanti.
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