C’è da ammettere che l’Italia da corsa c’è rimasta un poco male quando ha saputo che al buon Antonio Giovinazzi a Maranello avevano preferito Carlos Sainz Jr. I giudizi positivi sull’Antonio di Martina Franca provenivano da più parti, tanto che anche a Maranello avevano deciso di includerlo nella lista dei papali di un dopo Vettel che ormai era nell’aria da fin troppo tempo. Nulla da invidiare a un Carlos Sainz Jr che comunque ha ancora parecchio da dimostrare. Ad un certo punto a Maranello hanno ammesso che per Giovinazzi era ancora “troppo presto per passare in Ferrari”, sarà.
Con molta probabilità è mancata una piccola fetta di stagione. Quella che nel 2020, se tutto fosse filato liscio, avrebbe portato ad un certo punto a comprendere come muoversi in Ferrari. D’altronde a suo tempo Mattia Binotto aveva detto che per decidere sul futuro della coppia Vettel-Leclerc bisognava aspettare almeno cinque o sei Gran Premi. Gli stessi che con molta probabilità avrebbero condotto Giovinazzi verso una nuova direzione che avrebbe reso cristallino o meno il suo talento in accordo con una possibile costanza di risultati. È mancato tutto questo e a Maranello hanno cominciato a decidere prima che il campionato si delineasse, ritrovandosi un Vettel già messo da parte con cui però condividere una stagione che finora prospetta solamente 8 appuntamenti. Antonio sa che dovrà fare bene, non bisognerà sbagliare ma piuttosto ci sarà da capitalizzare in un campionato sostanzialmente europeo. Il pugliese ha fatto vedere una netta crescita nella seconda parte della scorsa stagione, portandosi a ridosso delle posizioni che contano in un pazzo weekend brasiliano a bordo di una monoposto a marchio Alfa Romeo di modeste speranze. Ciò che conta è posizionarsi davanti ad un veterano come Kimi Raikkonen in modo da divenire il punto focale all’interno del team.
Un sogno svanito, almeno per ora
Il nome di Giovinazzi è rimasto sulla lista di chi avrebbe dovuto prendere il posto di Sebastian Vettel in Ferrari, è rimasto lì senza la prospettiva di un passaggio a partire dal 2021. In ogni caso il giudizio di Antonio appare sereno e onesto al punto giusto, caratteristiche che comunque caratterizzano il profilo caratteriale del giovane pugliese. Giovinazzi ha infatti ammesso di essere comunque ancora parte della famiglia Ferrari e di essere felice dell’inclusione all’interno della lista dei possibili sostituti di Sebastian. Poi ha aggiunto: “Penso che alla fine, nella mia carriera, non ho mai avuto qualcosa di facile. Ho sempre combattuto. Ho sempre fatto molti sacrifici per riavere qualcosa e penso che forse non era il momento giusto. L’anno scorso sono cresciuto molto bene durante l’anno, ma quest’anno non abbiamo ancora corso, quindi è stato davvero difficile per me. Ma sono ancora giovane, quindi sono sicuro che se continuerò così, se continuerò a combattere e lavorare molto duramente, potrò finalmente avere questa possibilità in futuro”.
Tuttavia con l’apporto di Alfa Romeo e della Ferrari non dovrebbero esserci particolari sorprese nel prossimo futuro, Giovinazzi può contare ancora su un valido appoggio per rimanere con tranquillità in Formula 1. Ma bisogna che la commistione degli appoggi rimanga tale visto che non è una novità che Beat Zehnder sia uno di quelli che ha ostacolato spesso il percorso di Antonio all’interno del team italo-elvetico.
Risultati migliori avrebbero forse spalancato le porte di Maranello
Giovinazzi ha lamentato sempre che i due anni di stop hanno influito sulle sue capacità di confrontarsi al meglio in pista, ma la crescita lo scorso anno (che ha rappresentato la prima stagione completa per Antonio) si è vista sia in qualifica che in gara. Tuttavia il giovane pugliese ha ammesso che altri risultati avrebbero probabilmente reso le cose più semplici: “so che anche Charles dopo una sola stagione è andato subito in Ferrari, ma se guardiamo indietro possiamo dire che noi abbiamo lottato con la monoposto per tutta la seconda parte della stagione. Quindi, anche se sono cresciuto come un pilota, il risultato non era facile da ottenere. Ma faccio ancora parte della Ferrari e anche quello che dice Mattia, che mi seguono ancora e seguono soprattutto la mia carriera, è qualcosa di veramente grandioso. Sono sicuro che lavorando ancora con l’Alfa Romeo possiamo ancora fare un grande risultato insieme e questo è il mio obiettivo principale attualmente perché questo è il mio team”.
Col sogno Ferrari momentaneamente in stand-by rimane l’incognita di questa stagione ancora da cominciare, a bordo di un’Alfa Romeo che non promette faville perlomeno secondo quanto visto al Montmelò a febbraio. Bisogna anche fare i conti con l’ottimo Robert Kubica che forte di un appoggio economico non indifferente potrebbe possedere velleità da pilota titolare. C’è solo da sperare.