Eravamo abituati ai classici piani industriali della Fiat con idee moscie e poco credibili (Fabbrica Italia) che si svolgevano al Lingotto di Torino. Bene scordatevi tutto ciò: per prima cosa la location non è più la tradizionale fabbrica progettata da Renzo Piano, ma ci troviamo in Michigan, per la precisione a Auburn Hills su uno dei grattacieli più alti del mondo, e a quanto sembra il nuovo piano industriale presentato oggi da Marchionne promette bene.
Nuovo piano industriale
Prima di esporvi in dettaglio quello che sembra essere un vero e proprio rilancio del gruppo Alfa Romeo (cosa che faremo probabilmente domani dopo esserci informati per bene) vi andremo a spiegare in linea generale quello che sarà il nuovo piano industriale per il gruppo FCA. E in particolare vi racconteremo in dettaglio perchè la presentazione di oggi può considerarsi il vero punto di rottura tra la vecchia e la nuova gestione.
Jeep
Marchionne ha deciso di puntare moltissimo su Jeep, non a caso con l’acquisto della Chrysler gli investimenti maggiori sono stati fatti proprio su questo marchio. La previsione è di vendere 1 milione di auto per il 2013 per poi raggiungere quota 2 milioni nel 2018. Fra queste almeno 200 mila dovranno essere prodotte in Italia, ma il nuovo mercato sarà la Cina con l’apertura di 3 nuovi stabilimenti (notizia che avevamo già riportato settimane fa). Infine il marchio dovrà cambiare target diventando più generalizzato per competere con marchi del calibro di Ford, Honda e Toyota .
Fiat
Anche per Fiat con il nuovo piano industriale i cambiamenti saranno sostanziosi. Confermati i modelli Qubo e Doblò in forse la Punto, ma i veicoli su cui la società ha intenzione di focalizzarsi maggiormente sono 500 e Panda. Infatti il marchio Fiat diventerà il simbolo di prodotti alla moda. Sarà quindi molto difficile rivedere sul mercato prodotti come la Bravo o la Croma. Anche il Freemont avrà un restayling per l’anno prossimo. Come con Jeep l’obiettivo è di 2 milioni di immatricolazioni entro il 2018. Non sappiamo ancora quali auto saranno prodotte in Italia. La maggiore espansione avverrà in Cina, Brasile e Nord America. Per quanto riguarda i nuovi modelli vedremo presto la 500X, e per il prossimo anno una berlina compatta (finalmente) e una spider (inutile). Ma il bello viene ora, perchè molto probabilmente la punto verrà sostituita con una station wagon, inoltre potrebbe nascere il “Pandone” una sorta di crossover compatto in sostituzione della 16.
Alfa Romeo
Ma il nuovo piano industriale era tutto incentrato nel per la nostra cara Alfa Romeo e spero che capirete la scelta di dedicarci un approfondimento previsto per domani. Comunque i soldi messi in ballo sono veramente tanti, si parlava di addirittura 5 miliardi di Euro, il tutto recuperare un marchio prestigioso come questo. Per farci capire l’entità del investimento la dirigenza ha deciso di mostrare agli azionisti un filmato che scomodava la vecchia gloria Nuvolari. Nei prossimi 5 anni sono previsti otto nuovi modelli, cosi da far lievitare le vendite dai (penosi) 75 mila veicoli agli (improbabili) 400 mila, e il tutto entro il 2018. Confermata la collaborazione di 200 ingegneri tra cui molti capo progetto Ferrari, notizia che vi avevamo dato già in anteprima. L’unica pecca negativa è quella che l’Alfa Mito non avrà un futuro. Ma come già detto maggiori dettagli domani.
Maserati
La risposta ai dilemmi sull’Alfa può arrivare dalla Maserati. Nel giro di un anno, grazie alla Quattroporte alla Ghibli le vendite sono passate da 6 a 15 mila unità, il fatturato da 755 milioni a 1,65 miliardi. L’anno prossimo sarà lanciato il Suv Levante, poi toccherà alla coupé Alfieri (anche nella versione cabriolet), più avanti ci sarà posto per la nuova GranTurismo. Tutto questo dovrà traghettare la casa del Tridente verso le 75 mila unità. Per Fiat-Chrysler Maserati si sta rivelando una macchina da soldi, l’anno scorso i margini erano del 10,3% sopra i livelli dei marchi tedeschi.
La Ferrari non è in vendita
E passiamo alla Ferrari, il gioiello di famiglia. Marchionne cita alcune stime degli analisti. Il «Cavallino» vale più di quattro miliardi di euro, ma «non è in vendita». Il numero uno di Fiat Chrysler lo scrive pure al termine delle slide. La Ferrari è l’unica che non deve crescere ( è prevista una novità l’anno per i prossimi cinque): 7 mila macchine l’anno sono sufficienti per mantenere alto il valore del marchio, anche se teoricamente potrebbe arrivare a farne 10 mila. Ma è meglio non osare.
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