La definizione legata alla denominazione trilobo prevede l’introduzione di tre settori di cerchio di raggio minore posti in una qualche tipologia d’arco, elementi che poi si incontrano per definire spigoli sporgenti. Una caratterizzazione che fornisce soggetto e complemento di un tratto distintivo a matrice Alfa Romeo che in accordo col celeberrimo scudetto non può più fare a meno di un elemento così forte e caratterizzante che si porta dietro sin dagli Anni ’30.
A torto o ragione secondo un ragionamento condotto dall’Alfa Romeo stessa, che quest’anno sta riportando alla luce storie ed elementi che hanno caratterizzato questi suoi primi 110 anni di vita, la vettura che ha riportato in luce “molti riferimenti alla storia del marchio” è quella bellissima 8C Competizione partorito dall’instancabile Wolfgang Egger. E a dire il vero hanno ragione: la vettura portava in dote una fanaleria strettamente derivata da quella apparsa sull’iconica 33 Stradale molti decenni prima, mentre l’aspetto posteriore era caratterizzato da un design di ispirazione Giulietta SZ “la prima coda tronca della storia dell’auto” come riportato dalla stessa Alfa Romeo. Impossibile non rendere omaggio anche alle Giulia TZ che la 8C rimarcava nei fanali tondi posti dietro. Le citazioni quindi non mancavano visto che come aggiunto ancora da Alfa “la 8C Competizione possiede come riferimento le vetture storiche del marchio e ne evidenzia i tratti distintivi”.
Elementi irrinunciabili
Si può dire che il trilobo accoppiato allo scudetto Alfa Romeo appare ovviamente ben visibile sulla 8C Competizione, bisogna darne merito, ma lo abbiamo visto riproposto in maniera finalmente più armonica sulla Alfa di fine Anni ’90 provenienti dalla matita di Walter De Silva: la 156 su tutte. Nell’immaginario collettivo un’Alfa Romeo viene identificata, oltre che dal suo logo col celebre Biscione che spesso ne certifica anche un ulteriore denominazione, proprio dallo scudetto e dal trilobo.
Come si diceva, le Alfa Romeo possiedono questa impostazione stilistica del frontale già a partire dagli Anni ’30. A quel tempo la sezione centrale del frontale di molte vetture era caratterizzata da un grosso radiatore al quale venivano affiancati i fari. Quando apparve lo scudetto Alfa Romeo le sue misure furono ben presto particolarmente generose. In ogni caso ad un certo punto ci fu bisogno di aprire maggiormente il frontale poiché la sola apertura centrale non garantiva i corretti standard di raffreddamento a motorizzazioni diventate via via sempre più performanti: bisognava aggiungere due prese d’aria ai lati e il gioco era fatto.
Il trilobo debuttò quindi come simbolo vero e proprio a cominciare dalla 6C 2500 Freccia d’Oro. Sulla 1900 appariva imponenti mentre diventava più sottile sulla bella Giulietta. Da lì in avanti non venne mai più abbandonato, anche quando le linee esterne delle vetture diventavano via via sempre più votate all’impostazione retta e poco curvata: negli Anni ’70 e ’80 diventa si più piccolo ma rimane, per fortuna.
La lezione del passato
Sebbene Alfa Romeo, e tutta FCA, si appresta alla particolare transizione verso una definitiva collaborazione con i francesi di PSA (che pare introdurranno la prima vettura del nuovo asse proprio sfruttando un modello a marchio Alfa Romeo) dovrà continuare a trarre insegnamento dal passato. Il trilobo e lo scudetto sono tornati ad essere fortemente caratterizzanti proprio a partire dalla 156 e oggi sulle Giulia e Stelvio rappresenta un valido elemento di stile di un frontale caratteristico come pochi.
Meglio non dimenticarsi della storia di un marchio iconico, portandosi dietro anche un frontale che pone le basi proprio sullo scudetto e sul trilobo.