Lo stabilimento di Melfi è uno dei siti di produzione di riferimento per le attività di FCA in Italia. L’azienda, a conferma di ciò, ha ripreso la produzione nel sito lucano già a fine aprile (in anticipo rispetto all’avvio della “fase 2” dell’emergenza sanitaria) per accelerare le attività che dovevano portare alla salita produttiva della Jeep Compass e all’avvio della produzione delle nuove Jeep ibride (le versioni plug-in di Compass e Renegade).
Nonostante il momento di crisi del settore delle quattro ruote, gli investimenti di FCA per lo stabilimento di Melfi iniziano a mostrare i loro frutti. Come confermato dai sindacati nella giornata di oggi, a partire dal 29 giugno prossimo verrà attivata la seconda linea della Compass/ibrido nello stabilimento di Melfi. Su questa linea entreranno in azione circa 1.400 addetti con una conseguente riduzione dell’esubero giornaliero.
Dalla prossima settimana, quindi, aumenteranno il numero di Compass prodotte quotidianamente a Melfi (destinate a tutti i mercati europei in cui è presente il SUV che precedentemente era prodotto in Messico) e crescerà anche la produzione delle ibride di Jeep, pronte a conquistare il mercato delle plug-in nel corso del secondo semestre dell’anno (in listino, per ora, ci sono le “First Edition”).
La nuova Jeep Compass “made in Melfi” rappresenta una novità fondamentale per lo stabilimento lucano e, più in generale, per tutto il tessuto economico dell’area di Melfi e delle zone limitrofe (l’indotto coinvolge tantissime piccole e medie aziende sparse in Basilicata e Puglia con migliaia di posti di lavoro creati).
Ancora cassa integrazione a Melfi
Nonostante l’importante annuncio legato alla crescita della produzione della Jeep Compass, per lo stabilimento di Melfi è previsto ancora il ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Come confermato oggi dai sindacati, infatti, FCA ha già richiesto l’estensione della cassa integrazione per lo stabilimento lucano.
Il provvedimento è attivo dallo scorso 18 giugno e durerà per ben quattro settimane, coinvolgendo parte dei lavoratori dello stabilimento lucano, sino al prossimo 16 luglio. Successivamente, invece, sarà necessario attendere l’evoluzione del mercato per capire quali saranno le richieste per i modelli prodotti a Melfi (oltre la Compass ci sono Renegade e 500X) e, quindi, su che livelli si attesteranno i volumi produttivi.
Il mercato auto europeo sta attraversando un momento difficile (come confermato dai recenti dati di vendita di maggio) ma anche grazie ai vari incentivi previsti da diversi Stati europei (in Italia siamo ancora in attesa di novità) è lecito ipotizzare una crescita degli ordinativi nei prossimi mesi che potrebbe portare ad una progressiva riduzione dell’utilizzo degli ammortizzatori socaili.
La Compass potrebbe non bastare per la piena produzione
Prima della crisi legata al COVID-19, diversi esponenti del mondo sindacale confermarono che la sola Jeep Compass non sarebbe bastata al raggiungimento del target della piena produzione a Melfi. La crisi legata all’emergenza sanitaria potrebbe aver peggiorato ulteriormente la situazione, non solo nel breve periodo ma anche nel lungo periodo.
L’avvio della produzione della Compass e i due crossover 500X e Renegade, per quanto in grado di generare buoni volumi di vendita, potrebbero non essere in grado di soddisfare le capacità produttive dello stabilimento lucano. Per il futuro, quindi, sarà necessario avviare la produzione di almeno un nuovo progetto.
Ricordiamo che Melfi è già finita al centro delle indiscrezioni come sede più probabile per l’avvio dei primi progetti derivanti dalla fusione tra FCA e PSA. In particolare, si parla di Melfi per la realizzazione della nuova generazione di B-SUV su base CMP, piattaforma modulare di PSA pronta per l’elettrificazione, per i marchi di FCA ed, in particolare, per Alfa Romeo e Jeep.
Maggiori dettagli sul futuro di Melfi e sui nuovi progetti in arrivo potrebbero emergere soltanto nel corso dei prossimi mesi. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti.