Oltre ad Anfia, che nei giorni scorsi ha chiesto una revisione del programma di incentivi auto ed un’espansione dell’ecobonus per sostenere le vendite in un momento difficile come quello attuale, anche Unrae chiede al Governo di intervenire. L’associazione che riunisce le case costruttrici estere in Italia ha, infatti, bocciato la posizione del Governo italiano che non è ancora intervenuto in misura sostanziale per il sostentamento del mercato auto del nostro Paese, da cui dipende una filiera enorme e buona parte del tessuto economico nazionale.
Secondo Unrae: “Una crisi di mercato come quella in corso ormai da mesi, con conseguenze devastanti sulla nostra economia, non può essere arginata con le misure in essere, che a più di un anno dalla loro entrata in vigore escludono ancora il 98% del mercato. Chi ha veramente a cuore l’ambiente, e non solo una sterile ideologia, avrebbe il dovere di agevolare concretamente la sostituzione di veicoli vetusti con veicoli di ultima generazione” Per Unrae è necessario un intervento concreto che non sia condizionato da ideologie antieconomiche e falsamente ambientaliste.
Unrae, che già da diversi mesi chiede al Governo un intervento deciso, ha sottolineato come ci sia bisogno di una “strategia di sviluppo” in grado di tutelare un settore che, da solo, rappresenta circa il 10% del PIL e delle entrate fiscali dello Stato. Si tratta di un comparto troppo importante per l’economia nazionale e che, sorprendentemente, per il momento non ha ancora ricevuto un sostentamento adeguato in rapporto a quella che è la sua importanza strategica.
L’associazione ha sottolineato, ancora una volta, quelle che sono le sue proposte per il rilancio della domanda in Italia:
- espansione dell’ecobonus incrementando il limite sulle emissioni di CO2
- modifiche al sistema fiscale per le auto aziendali che va allineato a quello europeo
- incentivi concreti per lo smaltimento degli stock di veicoli non venduti durante il periodo di lockdown
A questi tre provvedimenti, Unrae richiede anche un intervento per il trasporto merci con incentivi alla rottamazione e l’incremento delle detrazioni per le imprese del settore. L’associazione ha anche bocciato l’idea, da parte della maggioranza, di limitare gli incentivi a vetture con prezzo di listino inferiore a 18 mila Euro e e di escluderne tutti gli Euro 6 di ultima generazione (a prescindere dal loro livello di emissioni).
Un provvedimento di questo tipo, infatti, secondo Unrae andrebbe a creare una “grave distorsione del mercato” e non riuscire a garantire un reale rilancio della domanda e un abbassamento sensibile delle emissioni medie. Da notare, inoltre, che, secondo l’associazione, un intervento del genere non andrebbe a sostenere il gettito dell’Erario a causa di una minore IVA incassata dallo Stato.
Per Unrae il modello tedesco non è applicabile in Italia
Unrae si schiera apertamente contro le politiche di incentivazione delle sole auto elettriche e con chi, in questi giorni, ha sostenuto il modello di incentivi proposto dal Governo tedesco per la fase di rilancio post COVID-19. Sulla questione, l’associazione è intervenuta in modo diretto andando a sottolineare quelle che sono le differenze tra i due Paesi.
Come sottolinea Unrae:
- la densità dei punti di ricarica pubblica distribuiti ogni 100 chilometri in Germania è 3.5 volte quella registrata in Italia
- il parco circolante italiano è tra i più anziani d’Europa con un’età media più alta del 20% rispetto a quello tedesco
- il mercato italiano ha registrato, durante il lockdown, un calo pari a quasi il doppio di quello registrato in Germania
- in Italia viene applicata l’IVA ordinaria al 22% mentre in Germania, per il prossimo semestre, l’IVA sarà al 16%
- in Germania l’IVA per le auto aziendali è detraibile al 100% mentre in Italia solo al 40%