L’evento del 6 maggio 2014 segnerà un forte spartiacque nella storia del Biscione. Durante la presentazione del Product Plan dei prossimi anni, l’Alfa Romeo stessa ha sottolineato con forte autocritica i suoi limiti passati e i suoi fallimenti. Portando in esempio la Brera (2005), la 159 (2006) e la Spider (2006) viene dichiarato “Abbiamo costruito una lunga serie di bellissime vetture, incluse auto dell’anno (147 [2000] e 156 [1997]) ma abbiamo perso il DNA storico del Marchio”.
Quale sarà mai il DNA storico? Qual è la differenza tra un’auto e un’Alfa Romeo? La risposta ci viene subito fornita:
“Le 5 caratteristiche chiave di un’Alfa Romeo:
1- Motori innovativi e avanzati
2- Perfetta distribuzione 50-50 del peso
3- Un set di soluzioni tecniche uniche
4- Classe esclusiva nel rapporto potenza-peso
5- Design italiano distintivo e pionieristico
Fino ad ora abbiamo realizzato che, ad eccezione dell’estetica, il DNA dell’Alfa Romeo non è stato rispettato”
Tutti questi concetti, però, non rimangono solamente delle parole. Ora si passa ai fatti. Con un investimento di circa 5 Miliardi di Euro, verranno presentati nei prossimi 4 anni 8 nuovi modelli che rispettano a pieno le radici di questo marchio. Si passerà così dall’attuale volume di vendite pari a 74 mila unità a 400 mila unità nel 2018.
La svolta radicale verrà realizzata cambiando il modo in cui le auto vengono prodotte. Al centro di tutto vi sarà il team-work che, dopo lunghi e attenti processi, darà vita ai nuovi veicoli. Il tutto verrà garantito da una maggiore autonomia del brand Alfa Romeo che verrà “separato” dal gruppo FCA come già è avvenuto con Ferrari e Maserati.
Il futuro però è già presente. “Con la 4C abbiamo incarnato il vero cuore dell’Alfa Romeo”.
La presentazione complete (in inglese) può essere trovata nel sito ufficiale del Gruppo FCA a questo indirizzo.
È veramente arrivata la svolta oppure i vertici societari hanno (di nuovo?) preso gioco dei sentimenti dei numerosi Alfisti?
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