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FCA chiede di estendere l’Ecobonus alle mild hybrid

La richiesta arriva dal responsabile dell’area EMEA Gorlier

La crisi del settore auto è particolarmente intensa per il mercato italiano, uno dei più colpiti dall’emergenza sanitaria iniziata sul finire di febbraio e diventata ora una delle più gravi crisi economiche della storia recente. Per FCA, nonostante l’arrivo del prestito da 6.3 miliardi di Euro con garanzie statali, il futuro è tutt’altro che semplice.

Il gruppo dipende molto dal mercato italiano (almeno per quanto riguarda le attività in Europa). Nel 2019, infatti, l’Italia ha rappresentato circa il 49% delle vendite complessive in Europa (UE + Efta + UK). Il calo marcato del mercato italiano si traduce, quindi, in una crisi sostanziale per il gruppo FCA ed anche per gli stabilimenti produttivi italiani.

Per tentare di risolvere la situazione, FCA torna a chiedere nuovi incentivi. La conferma arriva dalle recenti dichiarazioni di Pietro Gorlier, responsabile dell’area EMEA dell’azienda. Il manager, nel corso di una audizione alla Commissione Industria del Senato, ha sottolineato il punto di vista di FCA sulla situazione del mercato italiano.

Ecco le parole di Gorlier: “riteniamo che sia importante riavviare il mercato e continuare a concentrarsi sulla decarbonizzazione, ampliare gli incentivi alla fascia ibrida alternativa per poter rimettere in moto non la filiera, smaltire gli stock, rinnovare un parco circolante obsoleto e alleggerire la posizione finanziaria, oggi molto critica, di 12 mila concessionari”

La “fascia ibrida alternativa” è costituita principalmente dalle vetture dotate di sistema mild hybrid, una soluzione che consente di abbassare notevolmente le emissioni di CO2 (la Panda Hybrid, ad esempio, riduce le emissioni sino al 30% rispetto alla Panda benzina commercializzata lo scorso anno) senza incrementare troppo il prezzo d’acquisto come, invece, avviene per le plug-in.

Molte plug-in, avendo emissioni inferiori a 70 grammi di CO2 al chilometro, possono già accedere all’Ecobonus, ottenendo un incentivo all’acquisto di 2.500 Euro (con rottamazione) o 1.500 Euro (senza rottamazione). La richiesta di FCA, che poi è la stessa presentata da Anfia alcuni giorni fa, è quella di inserire una terza fascia dell’Ecobonus incrementando il limite di emissioni e includendo anche le mild hybrid.

Anche FCA punterebbe ad incrementare l’Ecobonus almeno sino a 95 grammi di CO2 al chilometro ponendo però un limite al prezzo d’acquisto delle vetture. Tale limite, secondo FCA, dovrebbe essere di 18.000 Euro. Secondo Gorlier “Se non si mette un tetto al valore delle auto si incentiva chi l’auto la cambierebbe comunque”

In questo modo, FCA, che ricordiamo punta a diventare leader nel settore delle auto mild hybrid, avrebbe la possibilità di vendere la 500 Hybrid, la Ypsilon Hybrid e, soprattutto, la Panda Hybrid ad un prezzo davvero molto conveniente per gli acquirenti italiani (ricordiamo che la Panda Easy Hybrid, nuova versione “base” della city car elettrificata, parte da 9,900 Euro in promozione sino a fine mese).

Gorlier sottolinea, inoltre, un altro punto chiave della questione degli incentivi auto. Per il manager, infatti, le coperture per l’incremento dell’Ecobonus “non devono essere reperite tramite il ‘malus’, cioè la tassa per i veicoli più inquinanti: ciò frena il ricambio del parco circolante” E’ necessario, infatti, che vengano vendute anche auto con più di 95 grammi di CO2 al chilometro di emissioni per sostituire tutte quelle vetture inquinanti che circolano sulle strade italiane.

Il futuro è elettrico

FCA, come anche molti altri produttori del settore automotive, hanno scelto di puntare sull’elettrico come unica soluzione possibile per rispettare gli ambiziosi obiettivi in tema di emissioni previsti dalle normative vigenti. Per raggiungere gli obiettivi nei prossimi anni serviranno però interventi concreti per la creazione di un’infrastruttura adeguata.

Secondo Gorlier, infatti, bisognerà avviare un programma di “incentivazione di strutture di ricarica sia pubblica che privata” con l’obiettivo di sostenere le necessità del nuovo parco circolante che sarà costituito da un numero molto elevato di vetture di tipo plug-in. Le strutture di ricarica rappresenteranno un aspetto importantissimo del futuro del settore auto.

Per quanto riguarda gli incentivi, invece, una decisione da parte del Governo dovrebbe arrivare a brevissimo. Il mercato auto italiano non può più attendere. Anche solo il dibattito sui possibili incentivi rischia di spingere molti potenziali acquirenti a ritardare l’acquisto, contribuendo alla crisi del settore.

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