Un operaio dello stabilimento Fiat Chrysler Termoli muore mentre stava svolgendo il turno di notte nel celebre stabilimento di proprietà del gruppo diretto dal numero uno, Sergio Marchionne. La morte non è stata causata da un incidente ma bensì da cause naturali. L’operaio Massimo Lombardi di 55 anni si è accasciato a terra all’inizio del suo turno di lavoro colpito da infarto. Ovviamente l’uomo è stato subito soccorso ma ciò non è stato sufficiente per salvargli la vita. L’uomo è stato portato anche al vicino Ospedale di San Timoteo ma i soccorsi non sono serviti a nulla.
Fiat Chrysler Termoli: muore d’infarto l’operaio
La notizia in questione come è normale che sia ha creato grande sgomento e commozione tra tutti coloro i quali lavorano nel celebre stabilimento Fiat Chrysler Termoli e conoscevano l’uomo. Questa morte ha sollevato forti polemiche, in quanto l’uomo aveva gravi problemi cardiaci e aveva chiesto di essere esonerato dal turno di notte, richiesta che però è rimasta inascoltata sino al momento della sua morte. Adesso la famiglia sta riflettendo sulla possibilità di sporgere denuncia. La CGIL che è favorevole sull’idea di sporgere denuncia ha chiesto un incontro con i responsabili dello stabilimento di Fiat Chrysler Termoli per discutere della vicenda. I sindacati si chiedono anche se in quel momento fosse presente un medico e se la sorveglianza medica sia stata realmente tempestiva.
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A Termoli c’è un precedente
Tra l’altro lo stabilimento in questione da questo punto di vista ha un precedente. Nel 2011 Antonio Cerio di 47 anni rimase vittima di un infarto mentre lavorava all’unità cambi di Fiat. Anche in quel caso ogni tentativo di rianimarlo fu inutile. Giuseppe Tarantino segretario Regionale della Fiom CGIL si chiede se sia stato fatto tutto il possibile e vuole fare luce se l’intervento medico sia stato tempestivo.