Il verdetto dei numeri più recenti parla chiaro: la patente si fa in autoscuola. I privatisti, coloro che fanno tutto da sé, stanno scomparendo. Per fortuna, aggiungiamo, in quanto chi va in autoscuola impara a guidare e a rispettare le regole del Codice della Strada, grazie a personale esperto e preparato. Invece, il privatista arriva spesso senza avere le conoscenze adeguate, mettendo a repentaglio la sicurezza stradale per un risparmio irrisorio.
La patente si fa in autoscuola: i dati
Il ministero dei Trasporti ha esposto i risultati delle elaborazioni statistiche riguardanti l’attività svolta dagli Uffici Periferici del Dipartimento per i Trasporti Terrestri nel 2019, per il conseguimento delle patenti di guida.
Nel 2019, solo il 3,5% (contro il 3,79% del 2018) ha fatto la patente da privatista. Il 96,5% si è giustamente e intelligentemente affidato alle autoscuole: tutto veloce, sicuro, immediato. Per guidare con disinvoltura, non causare incidenti, pagare una Rca bassa, non avere guai col reato di omicidio e lesioni stradali.
Oggi poi è tutto più difficile: occorre fare i conti con i monopattini elettrici, pericolosissimi in città dove lo spazio è poco e le regole sono astruse. Senza contare le corsie ciclabili senza separazione e valicabili sia dai monopattinisti sia dagli automobilisti.
Patente: tre su quattro fanno festa
Nel 2019 le prove d’esame, tra teorie e guide, sono state 1.942.083, mentre nel 2018 erano 1.940.528: più 1.555 unità. In crescita. Perché l’auto e in generale il mezzo di trasporto individuale è una salvezza in un Paese dove i mezzi pubblici sono inefficienti, e costosissimi in rapporto al servizio offerto.
Su quattro, tre fanno festa e vengono promossi: vedi il grafico. Per semplificare, su 2 milioni, 1,5 milioni esulta; mezzo milione ci riproverà.