Se il successo, sia sportivo che commerciale, della 6C 1750 ne aveva fatto un simbolo della sua epoca, alla sua erede 8C 2300 spetta l’arduo compito di soddisfare le aspettative.
L’impostazione del sei cilindri in linea bialbero della 1750 viene di fatto ereditata dalla 6C 1900 GT e dalle successive 6C 2300, vetture improntate più all’uso stradale e turistico che ai campi di gara. In quest’ultimo senso il testimone, quanto mai ricco di allori, viene ceduto alla nuova otto cilindri, che della 1750 conservava – oltre che parte dello chassis – solo le misure di alesaggio e corsa: 65 x 88 mm, per una cilindrata di 2336 cc. Lo studio della vettura inizia nel 1930 e la sua presentazione arriva l’anno successivo.
La potenza massima sviluppata è di 142 CV a 5000 giri/min su uno chassis strettamente derivato da quello della 6C 1750, e disponibile nelle versioni “Lungo” e “Corto” con passo rispettivamente di 310 e 275 cm e velocità massime di 165 e 170 Km/h. Molti dei telai furono realizzati con carrozzerie spider o coupé molto sportivi da Touring o Zagato, taluni da altri carrozzieri.
Fin dal principio viene resa disponibile anche una versione Spider Corsa, con propulsore portato a 155 CV a 5200 giri/min (165 CV a 5400 giri/min nel 1932), per una velocità massima di 185 Km/h (195/215 Km/h nel 1932).
Il debutto in gara avvenne alla Mille Miglia del 1931, ma le 8C 2300 di Nuvolari e Arcangeli non riuscirono – rara eccezione per il Biscione, che vide sempre i suoi modelli sportivi vittoriosi all’esordio – ad ottenere la vittoria. La causa del fallimento è riconducibile ad una poco accurata messa a punto delle vetture, appena uscite di fabbrica e non ancora collaudate. Un’incredibile serie di noie ai pneumatici peggiora poi la situazione, basti pensare che Nuvolari deve sostituire ben 18 ruote!
Ma la mancanza di successo alla Mille Miglia viene già colmata alla Targa Florio del 10 Maggio e successivamente la 8C 2300 diviene una delle vetture più vittoriose d’anteguerra, tra cui spiccano le due Mille Miglia del ’32 e ‘33. Al già cospicuo palmares si dovranno poi aggiungere le affermazioni delle versioni Monza e Le Mans di cui vengono costruiti rispettivamente 10 Monza e 9 esemplari dei 207 realizzati.
SCHEDA TECNICA (Lungo – 1931)
anteriore, longitudinale verticale, 8 cilindri in linea
Struttura biblocco e testa fissa in lega leggera
Cilindrata cc 2336
Alesaggio x corsa mm 65×88
Distribuzione doppio albero a camme in testa con comando a ingranaggi
Numero valvole 2 per cilindro
Rapporto di compressione 5,8:1
Alimentazione carburatore, compressore volumetrico a lobi
Accensione a spinterogeno
Raffreddamento a liquido
Lubrificazione a carter umido
Potenza massima 142 CV a 5000 giri/min
Trazione : posteriore
Frizione anteriore, pluridisco a secco
Cambio 4 marce + RM
Telaio longheroni e traverse in lamiera di acciaio
Sospensione anteriore assale rigido, balestre longitudinali semiellittiche, ammortizzatori a frizione
Sospensione posteriore assale rigido, balestre longitudinali semiellittiche, ammortizzatori a frizione
Freni a tamburo, meccanici
Sterzo vite e ruota
Serbatoio carburante capacità litri 112
Velocità massima km/h 165
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