Il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, protagonista indiscusso di una faida lunga mesi con l’Italia per le emissioni dei veicoli di Fiat Chrysler, ha dichiarato che la Commissione europea deve garantire che le auto del gruppo italo americano di Sergio Marchionne che violano le regole di inquinamento, vadano ritirate dal mercato, così come riportato da Bild am Sonntag. “Le autorità italiane hanno saputo da diversi mesi che Fiat, secondo il parere dei nostri esperti, utilizza dispositivi illegali”. “Fiat ha finora rifiutato di fornire chiarimenti” sulla materia e la Commissione “deve garantire di conseguenza, che sia organizzato un richiamo per i veicoli della casa italiana coinvolti.”
Fiat Chrysler: il Ministro tedesco chiede misure estreme
Il Vice ministro dei Trasporti italiano Riccardo Nencini ha detto in una dichiarazione rilasciata Venerdì che “l’insistenza del governo tedesco dopo le risposte fornite dal ministero italiano è incomprensibile.” Il governo in Italia sta collaborando con la Commissione europea, ha ribadito Nencini. Ma secondo il Ministro tedesco le autorità hanno espresso serie preoccupazioni sulle emissioni del crossover Fiat 500X. Ricordiamo anche che Fiat Chrysler Automobiles è sotto indagine da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sulla sua presunta mancata divulgazione circa l’esistenza di un software che avrebbe violato le norme sulle emissioni. Questo dunque rappresenta un altro ostacolo legale per una società già sotto esame negli USA per le sue pratiche di vendita.
La possibilità di un’azione penale per le violazioni delle emissioni diesel viene detta dopo che l’Environmental Protection Agency aveva annunciato Giovedì di aver trovato il software in 104.000 Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 che avevano permesso alla casa automobilistica di superare i limiti di inquinamento sulla strada. “Abbiamo più volte chiesto alle autorità italiane di presentare risposte convincenti al più presto possibile”, ha detto la Commissione europea in una e-mail Venerdì. L’iniziativa della Commissione è stata accolta dal Ministero dei Trasporti tedesco, attraverso la portavoce Svenja Friedrich in maniera piuttosto positiva. La portavoce infatti ha detto ai giornalisti Venerdì: “la Commissione europea ora sta facendo esattamente ciò che è stato chiesto per lungo tempo: sta discutendo di nuovo con gli italiani.”
Sergio Marchionne nega che vi sia stata frode da parte del suo gruppo
Il controllo di Fiat Chrysler segue le rivelazioni di frode e cospirazione che è costata a Volkswagen più di 20 miliardi di dollari tra multe e risarcimenti. L’Amministratore Delegato di Fiat Chrysler Sergio Marchionne ha detto Giovedì durante una conferenza con i giornalisti che la vicenda che ha coinvolto il suo gruppo “non ha nulla a che fare” con Volkswagen. Il CEO di FCA ha dichiarato che il software non è stato destinato per bypassare le prove di emissione. Il dirigente ha definito queste accuse “assolutamente senza senso.” “Siamo certi che nessuno in FCA abbia commesso alcuna frode”, ha detto Marchionne. “Potremmo essere tecnicamente carenti, ma non illegali. Non abbiamo mai installato un impianto di manipolazione”.
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Botta e risposta tra Dobrindt e Delrio
KBA, autorità per il controllo dei veicoli in Germania, ha svolto indagini su diversi veicoli Fiat. “Il risultato è stato quello di ipotizzare la presenza di dispositivi illegali per alterare la misurazione del livello di emissioni in fase di test. Secondo le norme UE, l’Italia è responsabile del controllo di Fiat Chrysler perché la base operativa dell’azienda è nel nostro paese. Dobrindt ha detto in maggio che dubita che le vetture di Fiat siano in linea con le norme di certificazione delle emissioni. Invece il ministro dei Trasporti italiano Graziano Delrio ha risposto in un’intervista a Bloomberg un mese dopo che i veicoli della casa automobilistica erano perfettamente in regola e che la società italo americana ha mostrato “massima trasparenza”.
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